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Cronache

San Giuseppe Vesuviano risorta dalle fiamme, la tradizione è il suo futuro: la storia di Luigi Cippitelli

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La storia dell’umanità ci insegna che nuovi destini e grandi avventure possono nascere da ogni tipo di evento, anche se catastrofico. L’importante è non farsi dominare dal dolore o dalla paura, e decidere di andare avanti, sempre. E con radici salde nella tradizione si può andare lontano. Questa è anche la storia di una città del napoletano, San Giuseppe Vesuviano, così come quella di tanti giovani meridionali, capaci e  lavoratori come Luigi Cippitelli, che in questo nostro Sud credono e lo spingono nel futuro, malgrado le mille difficoltà.

La cittadina vesuviana inizia a delinearsi come insediamento urbano dalle caratteristiche autonome dal XVI Secolo, quando una zona agricola fino ad allora facente parte del feudo di Ottaviano, divenne crocevia di scambi commerciali che si intensificano tra Striano, i porti di Torre Annunziata e Castellammare e la direttrice Avellino – Nola. Questa nuova vivacità economica non sfuggì agli stessi abitanti di Ottaviano, che iniziarono qui a trasferirsi per tentare di costruirsi un’esistenza migliore. Fu così che nacquero punti di accoglienza e ristoro, per un numero sempre crescente di avventori in cerca di sollievo dalle fatiche dei loro viaggi, brevi o lunghi che fossero. 

Ma fu la devastante eruzione del Vesuvio del 1631 che si abbatté su Ottaviano, a decretare un vero e proprio esodo verso la nuova “zona commerciale”, dove poter guadagnare maggiore distanza dal gigantesco monte sputafuoco e realizzare progetti di nuova vita.

Nell’infinito flusso dei corsi e ricorsi storici, la tradizione diviene risorsa economica ed attrattore territoriale, oggi come centinaia di anni fa. Infatti, dopo quasi mezzo millennio, Luigi Cippitelli, anche lui nato proprio ad Ottaviano ma cresciuto nella città di San Giuseppe Vesuviano, ha qui creato la sua pizzeria andando incontro al proprio destino, ricalcando l’antico e mai interrotto solco culturale, nel perdurante e premiato impegno di sintetizzare “saperi” e sapori di sempre, in una offerta enogastronomica capace di esaltare il genuino, il locale, il buono. Una prosecuzione ed un intreccio di storie impressionante, dove nulla sembra essere accaduto per caso e dove la costante è sempre la stessa: attingere il meglio dal proprio Territorio, innovare, evolversi. 

E proprio in questo modo ha fatto Luigi, che ha deciso di promuovere e tramandare le tradizioni contadine della cucina del suo Somma-Vesuvio, anche indicato come “L’altra faccia del Vesuvio” , quella meno conosciuta perché non visibile dalla città di Napoli, ma proprio per questo ancor più meritevole di essere raccontata anche attraverso il gusto, come quello del pane fatto in casa, da tempo immemore. Gesti che si sono ripetuti per generazioni, compiuti per ironia dell’esistenza, proprio di fronte a focolai domestici dove la furia dello fuoco distruttore, sapientemente veicolata e controllata, ha garantito la sopravvivenza della vita. Perché anche qui, da che si ha memoria, dopo aver sfornato il pane, a volte ci si concedeva un “lusso” in più, con la “cotta” ossia con il rito della pizza. 

Il Pizzaiolo “DOC” Cippitelli parte, anzi riparte, proprio da questi riti, utilizzando nel suo impasto pochi ma nobili e fondamentali elementi, gli stessi che hanno reso celebre il pane di San Sebastiano: la farina di grano tenero setacciata anche conosciuta come “il Fiore”; il lievito naturale a tutti noto come “il criscito” ; l’acqua rigorosamente locale e la giusta dose di sale. In questo modo Luigi vuole raccontare a tutti, e ci riesce benissimo, il legame profondo con il Vesuvio ed i prodotti unici di  questa Terra generosissima. Le sue creature enogastronomiche sono tutto un programma, tutte da scoprire. Con l’impegno e la passione sono poi arrivati i primi riconoscimenti importanti e che sono un vanto ed orgoglio per l’intera Comunità, con le partecipazioni a “Maestri d’impasto” (Eataly Roma) e “Pizza in Festa” (Eataly Roma), i rilevanti posizionamenti nel “TOP 50 Pizza” e Certificato di eccellenza TripAdvisor, le citazioni nelle guide di  “La Repubblica” dedicata al Vesuvio e Slow Food. 

La voglia di lavorare e di crescere sono inesauribili e così l’attività non si fermano neanche in tempo di Covid. Il forno resta acceso, ci si adatta a tutto. Come la speranza la fiamma continua a bruciare, la legna ad ardere.

Abitiamo una Terra meravigliosa ed oggi, essendone consapevoli, siamo obbligati a trattarla per quanto speciale essa è, senza mai farci fermare da qualsiasi difficoltà ed essere sempre pronti a ripartire, a risorgere dalle fiamme, così come impresso nello stemma di questa Città dopo che fu distrutta dall’eruzione del Vulcano di inizio Novecento: “ Ex Flammis Orior”.

Giovanni Mastroianni

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Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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Aggressione omofoba a Federico Fashion style, ‘botte e insulti’

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Preso a schiaffi e pugni sul treno e insultato da un passeggero solo perchè gay. Un’aggressione omofoba che ha visto sul treno Milano-Napoli vittima Federico Lauri, conosciuto come Federico Fashion Style, parrucchiere e volto tv. Lo racconta lui stesso sui social e un’intervista al Corriere della Sera on line. “Preso a schiaffi e pugni in faccia su un treno Italo davanti agli occhi di tutti — scrive Federico, che è anche un volto di Real Time —Essere insultato, denigrato e aggredito per l’orientamento sessuale è vergognoso. Vi prego smettetela di chiamare la gente fr… L’omosessualità non è una malattia». L’aggressione è avvenuta sul Milano Napoli all’altezza di Anagni. Il treno si ferma per un guasto, Lauri chiede informazioni e un passeggero prima lo insulta con frasi omofobe e poi lo picchia. Lauri finisce all’ospedale a Colleferro cn un trauma cranico e una prognosi di 15 giorni. Ora promette che denuncerà tutto. “Questa bestia mi ha dato un cazzotto, ma se avesse avuto un coltello mi avrebbe accoltellato -dice al Corriere- Il rischio è uscire di casa e non rientrare più. L’omofobia è la malattia, non l’omosessualità. Loro si devono curare”.

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Lo stupro di Palermo, la difesa vuole la vittima in aula

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Dentro l’aula è scontra tra accusa e difesa. Fuori dal tribunale di Palermo i familiari dei detenuti che arrivano con il pullman della polizia penitenziaria sono in attesa di salutare ‘i loro ragazzi’ mentre non lontano una decina di associazioni hanno dato vita ad un sit in per chiedere di essere ammesse come parti civili. Sono in aula cinque dei sei giovani indagati per lo stupro di gruppo a una 19enne avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Uno solo segue l’udienza in videoconferenza, collegato da una sala del carcere dove è recluso. Assente la vittima dello stupro, ospite in una comunità protetta, fuori dalla Sicilia. L’unico minorenne del branco è in un istituto minorile, dopo essere stato già condannato a 8 anni e 8 mesi in abbreviato. L’udienza preliminare davanti al gup Cristina Lo Bue per i sei maggiorenni – Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia – si apre in un clima di scontro aperto tra le parti. I legali degli indagati hanno già preannunciato le contromosse per ribaltare le accuse nei confronti dei loro assistiti.

La linea difensiva è chiara ed è legata alla richiesta di ascoltare nuovamente la vittima alla luce delle “nuove prove” che gli avvocati avrebbero raccolto. Alla prossima udienza chiederanno l’abbreviato condizionato a una nuova audizione della vittima, già ascoltata dal gip di Palermo Clelia Maltese due mesi fa nel corso dell’incidente probatorio. Il materiale raccolto dalla difesa già in un’udienza stralcio a marzo non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono. Secondo gli avvocati le nuove prove dimostrerebbero in sostanza che la giovane era consenziente. Una linea difensiva che non sorprende l’avvocato Carla Garofalo, legale della ragazza. “Questa è letteratura – spiega -, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. In ogni caso questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano (i video girati con i cellulari dagli stessi indagati ndr)”.

La legale parla di “un ambiente tossico” attorno alla sua assistita “che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita” e denuncia “una campagna denigratoria nei confronti della ragazza durata tutta l’estate”. “Io, purtroppo – aggiunge -, sono entrata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”. L’avvocato Garofalo sottolinea anche lo stato di profonda prostrazione vissuto dalla giovane: “ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare”. Attorno alla ragazza vittima dello stupro si sono strette una decina di associazioni che oltre a manifestare davanti al tribunale hanno chiesto di costituirsi parte civile, così come ha fatto il Comune di Palermo. Il Gup ha rinviato ogni decisione alla prossima udienza, fissata per il 29 aprile. Se il giudice non ammetterà l’abbreviato condizionato i legali degli imputati dovranno scegliere tra l’abbreviato “secco” o l’ordinario.

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