L’addio di Fabio Fazio alla Rai tiene banco sui social e nel dibattito politico, con lo scontro tra il centrodestra, che ha mal digerito in questi anni Che tempo che fa e i dibattiti su attualità, migranti, diritti e oggi esulta, e il Pd che parla di “sconfitta” e di “brutta notizia per il Paese”. Il vicepremier Matteo Salvini posta un’immagine di Fazio e Littizzetto con la scritta Belli Ciao, parodia del canto partigiano, mentre Maurizio Gasparri propone alla Rai “di lasciare vuoto lo spazio televisivo mettendo un’immagine fissa al posto di Fazio. Come si può immaginare una televisione pubblica senza Fazio e senza i suoi dibattiti notoriamente equilibrati e privi di accenti polemici?”. Al posto di Fazio, è il suggerimento sarcastico, vada in onda “qualche ora di silenzio senza trasmissioni, nessuno è pari a Fazio, nessuno potrebbe sostituirlo. Tanto nomini nullum par elogium”. “L’uscita di Fazio è una sconfitta pesante per la Rai e per il servizio pubblico. Gravissimo il comportamento di chi ha voluto questo”, replica dal Pd Francesco Verducci, componente della Vigilanza Rai.
“La destra al potere sceglie di privarsene e fa un danno alla tv, alla cultura e all’Italia”, twitta l’ex segretario Enrico Letta, mentre il leader di SI, Nicola Fratoianni, mette nel mirino Salvini: “I social hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli. Ci sono volte in cui non si può che dar ragione a Umberto Eco”. E il leader di Azione, Carlo Calenda, definisce Fazio e Littizzetto “due protagonisti della comunicazione e della cultura”, il vicepremier “un dilettante della politica”. Contro Salvini anche Vittorio di Trapani, già segretario Usigrai e oggi presidente Fnsi: “Chi vuole davvero capire cosa sta accadendo in Rai, e cosa vuol dire il cambio di narrazione che questo governo vuole imporre occupando il servizio pubblico, deve leggere – con attenzione – il tweet di questo ministro della Repubblica italiana”. Gli fa eco Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21: “Salvini lascia le impronte su un’uscita spintanea di Che tempo che fa”.
L’annuncio di Fazio agita la vigilia dell’insediamento dei nuovi vertici: domani l’assemblea degli azionisti indicherà Roberto Sergio come nuovo Ad, e a seguire il cda è chiamato a ratificarlo. Subito dopo Sergio potrebbe cooptare Giampaolo Rossi, uomo di fiducia della premier Meloni, come direttore generale. Il contratto del conduttore scade il 30 giugno: l’Ad uscente Carlo Fuortes nella riunione del consiglio del 5 maggio ha posto il tema, ricordando che il 18 maggio sarebbe scaduta la prelazione per il rinnovo dell’accordo, ma non si sarebbe mai arrivati a discutere di un’offerta, anche perché qualche giorno dopo Fuortes si è dimesso. Lo spiega il consigliere Riccardo Laganà: “Il cda è stato informato solo il 5 maggio scorso della imminente scadenza dei contratti di Fazio e Officina. Non c’è stata dunque alcuna decisione in Consiglio in assenza di un sufficiente dibattito e analisi del tema in sede consiliare, come avrebbe dovuto essere.
Molti dovrebbero chiarire su quanto avvenuto, compreso l’ex Ad ed il suo staff. Tra ministri di governo che esultano sui social per la perdita di uno storico prodotto di servizio pubblico e preoccupanti indiscrezioni di stampa rispetto ad una brutale corsa a poltrone e programmi, ritengo che ormai sia vicina la linea di non ritorno per la Rai. Dall’indebolimento progressivo e scientifico del servizio pubblico ci guadagneranno soltanto i competitor”. Anche per Francesca Bria, esponente del cda in quota dem, “l’uscita di Fazio dalla Rai è un danno all’azienda in termini di identità, qualità culturale e ascolti. Una brutta notizia per il paese. Negli anni tante belle pagine di servizio pubblico, fra tutte il Memoriale della Shoah con la Segre. Scelta scellerata mai portata in cda”. Fazio, la sodale di sempre Luciana Littizzetto e il gruppo di autori traslocano dunque sul Nove, dove li attende il collega Maurizio Crozza. Da definire se il programma si chiamerà ancora Che tempo che fa e in che misura sarà coinvolta l’OFFicina, la società di produzione del talk show.