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Sabotate le ferrovie in Germania, caos nel nord

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Due atti di sabotaggio hanno mandato in tilt il traffico ferroviario nella Germania del nord sabato mattina. Azioni mirate, commesse da qualcuno, stando alla Deutsche Bahn e al governo federale, che hanno denunciato il taglio di cavi indispensabili al funzionamento regolare della circolazione su ferro. Atti che avrebbero “una nuova dimensione” nell’ambito delle azioni di boicottaggio, stando agli inquirenti, citati in questi termini dalla Welt am Sonntag. Mentre e’ stata la ministra dell’Interno Nancy Faeser a mettere in chiaro che i fatti che hanno portato al blocco delle ferrovie “sono stati premeditati”. E’ ancora il giornale di Axel Springer a citare le ipotesi messe in campo dagli investigatori: ad aver agito potrebbe essere stata una forma di criminalita’ legata a fini politici, o un altro Stato. “A causa di un sabotaggio ai cavi che sono irrinunciabili per il traffico ferroviario, la Deutsche Bahn ha dovuto stoppare la circolazione per circa tre ore nel Nord, prima di pranzo”, ha riferito la portavoce delle ferrovie. Il problema ha colpito i cavi del Global System for Mobile Communications – Rail (GSMR), che “serve alla comunicazione fra i posti di comando che dirigono i treni e i treni stessi”. “Dobbiamo ritenere che le circostanze che hanno bloccato per diverse ore il traffico ferroviario siano dipese da fatti premeditati – si legge nel comunicato della ministra Faeser -. In due posti i cavi indispensabili per la circolazione ferroviaria sono stati danneggiati. La matrice dell’accaduto non e’ ancora chiara. La polizia federale indaga sotto forte pressione”. In mattinata la Deutsche Bahn ha dovuto bloccare la circolazione dei treni in ben quattro Laender, Brema, Amburgo, Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein. Il guasto che qualcuno ha provocato intenzionalmente agendo a Berlino e nel Nordreno-Vestfalia ha avuto un impatto sul traffico regionale e anche sui treni di lunga percorrenza (sono state coinvolte anche alcune tratte internazionali) con migliaia di passeggeri rimasti in stazione ad attendere. Disagi che in alcune regioni sono coincisi con il weekend di inizio delle ferie autunnali, ad Amburgo e nello Schleswig-Holstein, comportando difficolta’ pesanti a tante famiglie, che proprio oggi si erano messe in viaggio. E i ritardi e il sovraccarico dei vagoni hanno segnato gli spostamenti degli utenti anche nel corso del resto della giornata.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Esteri

Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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