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Rotterdam non smonta il ponte per far passare lo yacht di Bezos

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L’Olanda del calvinismo dice ‘no’ multimiliardario fondatore di Amazon, Jeff Bezos. La citta’ di Rotterdam ha rispedito al mittente la richiesta di smontare lo storico ponte cittadino De Hef per permettere il passaggio del nuovo superyacht a vela di proprieta’ del terzo uomo piu’ ricco del pianeta. E lo ha fatto, spiegano esponenti politici e cittadini, nel nome dei valori che i soldi non possono comprare. La vicenda ha avuto inizio nelle prime settimane dell’anno, quando la societa’ navale Oceanco ha fatto richiesta alle autorita’ locali di smantellare temporaneamente la campata sopraelevata del ponte d’acciaio per poter spostare il lussuoso ed enorme yacht – lungo 127 metri e alto 40 (troppo per passare sotto il ponte) – dal cantiere dove si trova in costruzione lungo il canale di King’s Harbour e fino al mare aperto. L’intero processo avrebbe richiesto un giorno o due e Oceanco avrebbe coperto i costi. La concessione, in prima battuta accordata da un funzionario pubblico di Rotterdam, ha pero’ suscitato l’indignazione della popolazione. Che ne ha fatto una vera e propria questione di principio. Smontare il ponte ferroviario, inaugurato nel 1927 e considerato un monumento, di per se’ non avrebbe creato grossi problemi, considerato che dagli inizi degli anni ’90 non e’ effettivamente utilizzato da nessuno, sostituito da un tunnel. Ma per i cittadini e l’amministrazione di Rotterdam si trattava di un oltraggio a valori piu’ alti. “Cosa puoi comprare con tutti i soldi del mondo? Puoi piegare ogni regola? Puoi smontare i monumenti?”, si sono chiesti diversi cittadini e l’ex consigliere comunale Stefan Lewis. La protesta, evidenzia il New York Times, mette in luce lo “scontro frontale e infuocato” tra i valori olandesi e americani. Alla base del duello vi sono i principi del calvinismo, confessione protestante che predica la frugalita’ e l’autodisciplina, virtu’ ancora molto popolari nel Nord Europa. “Nei Paesi Bassi non crediamo che si possa essere ricchi nel modo in cui funziona in America, dove non ci sono limiti. Pensiamo: sii normale. E’ gia’ abbastanza”, ha affermato Ellen Verkoelen, consigliera comunale e leader locale del partito 50Plus, che rappresenta i pensionati. “Calvino – ha spiegato James Kennedy, docente di storia olandese moderna all’Universita’ di Utrecht – insegna che hai la responsabilita’ sui tuoi soldi, che significa che devi darli in beneficenza, essere generoso. Il lavoro e’ una vocazione divina per cui sei ritenuto responsabile. E’ considerato un male per la societa’ e per l’anima se lo ostenti”. E, almeno per ora, la societa’ ha vinto. Nelle scorse settimane Oceanco ha ritirato la richiesta di smantellare l’Hef: Bezos dovra’ trovare un altro modo per far navigare il suo Y721.

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Musk rifiuta di eliminare da X video dell’attacco a Sidney

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Elon Musk ha reagito all’ordine di un tribunale australiano di eliminare da X i video dell’attacco nella chiesa di Sidney dopo che il commissario per la eSafety dell’Australia ha chiesto un’ingiunzione. Il miliardario patron di Tesla ha risposto con un post sulla sua piattaforma accusando il premier Anthony Albanese di “censura”. “La nostra preoccupazione è che se qualsiasi Paese è autorizzato a censurare i contenuti di tutti i paesi, allora cosa impedirà a qualsiasi paese di controllare Internet?”

Musk ha detto che X farà appello contro l’ingiunzione australiana. “Abbiamo già censurato il contenuto in questione per l’Australia, in attesa di ricorso legale, ed è archiviato solo su server negli Stati Uniti”, ha aggiunto. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che Musk è cieco di fronte all’angoscia causata dai video. “Faremo ciò che è necessario per affrontare questo miliardario arrogante che pensa di essere al di sopra della legge, ma anche al di sopra della comune decenza”, ha detto Albanese all’emittente pubblica Abc. “L’idea che qualcuno vada in tribunale per il diritto di pubblicare contenuti violenti su una piattaforma mostra quanto il signor Musk sia fuori dal mondo”, ha aggiunto.

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L’ambientalista indigeno Victorio Dariquebe assassinato nell’Amazzonia peruviana

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Un ambientalista indigeno, Victorio Dariquebe, è stato assassinato in una comunità amazzonica del Perù sudorientale dove lavorava come guardia forestale: lo riferiscono le autorità locali. L’uomo, dell’etnia Harakbut-Wachiperi, è stato aggredito nei pressi della riserva naturale di Amarakaeri, nella provincia di Manú.

“Riaffermiamo il nostro impegno affinché questo crimine non rimanga impunito e i responsabili siano individuati e ricevano tutto il peso della legge”, ha affermato il governo peruviano in una dichiarazione firmata da diversi ministeri. L’ambientalista “ha fatto un ottimo lavoro nella conservazione della riserva di Amarakaeri”, ha sottolineato l’Associazione interetnica della giungla peruviana (Aidesep) in un comunicato sui social, secondo cui Dariquebe “aveva ricevuto minacce”.

I popoli originari del Perù combattono l’estrazione illegale e si oppongono a una recente legge approvata dal Congresso che, a loro avviso, incoraggia la deforestazione. Secondo l’ong Global Witness, dal 2012 nel Paese sono stati uccisi almeno 54 difensori delle terre e dell’ambiente, di cui più della metà appartenevano a popolazioni indigene.

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Ucraina, Copenaghen: daremo a Kiev tutti gli F-16 concordati

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La Danimarca invierà all’Ucraina tutti gli aerei da caccia F-16 concordati in precedenza dai leader dei due paesi, ha detto l’ambasciatore danese Ole Egberg Mikkelsen. Parlando con l’emittente ucraina Liga, Mikkelsen ha detto che i jet saranno sicuramente consegnati a Kiev e che si tratta dell’intera flotta di F-16 della Danimarca, che ora è in fase di dismissione. Mikkelsen non ha tuttavia specificato il numero esatto di caccia che saranno inviati all’Ucraina. L’ambasciatore ha spiegato che la Danimarca sta dismettendo la sua flotta perché Copenaghen riceverà presto una nuova generazione di aerei, gli F-35.

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