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Ritrovato dai vigli del fuoco il bimbo scomparso nel Bellunese, sta bene

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“Dai Francesco, vieni a fare un giro con noi, non avere paura”. Adalgiso Del Favero, 57 anni, elicotterista dei Vigili del fuoco, ha convinto cosi’ oggi il piccolo Francesco, 9 anni e tutta la paura di una notte passata da solo in mezzo al bosco sotto una pioggia scrosciante, a farsi imbracare e sollevare con il verricello a bordo dell’elicottero Drago 139 che lo ha portato in salvo. Il piccolo, che dalla nascita ha problemi di salute, ieri pomeriggio si era perso mentre era in gita con il padre, in una zona di boschi e pascoli sopra Tambre (Belluno), tra di Pian delle Laste a Col Indes. Il papa’, residente a Mestre (Venezia) si era fermato ai limiti degli arbusti per leggere un cartello informativo e voltandosi per riprendere il cammino non ha piu’ visto il figlio. Francesco, hanno ricostruito i soccorritori, ha percorso da solo a piedi quasi 4 chilometri in mezzo alla vegetazione, vedendo prima spegnersi il sole e poi sentendo il picchiettare sempre piu’ insistente sulle foglie sopra di lui di una fitta pioggia. Ha continuato a camminare senza punti di riferimento, inerpicandosi tra i sentieri silvo-pastolari, ben lontano, quindi, dalla strada maestra. Fino a che, all’alba, ha incrociato un uomo che stava facendo trekking. Una triangolazione fortunata che, probabilmente, gli ha salvato la vita. Proprio in quel momento sulla zona stava infatti passando in perlustrazione un elicottero dei Vigili del fuoco, mentre un centinaio di uomini delle forze dell’ordine e di volontari lo cercavano a terra anche con l’ausilio dei droni e dei cani molecolari. Quando Del Favero e il collega Maurizio Zanardo hanno notato la sua testolina bionda, a pochi minuti dal decollo, spiccare tra l’erba, si sono diretti verso di lui. “Stavamo sorvolando l’area ‘a pettine’, come facciamo sempre nella ricerca di bambini scomparsi, e appena lo abbiamo visto siamo atterrati, ma non troppo vicino, perche’ il rotore dell’elicottero non lo spaventasse” dice Del Favero. Poi l’azzardo piu’ complicato: convincere Francesco, visibilmente impaurito, a superare le sue paure per salire sull’elicottero. “Dai vieni con ‘Gigio’ – lo ha invitato Zanardo indicando Del Favero – ti porta lui. Basta che ti togli il cappellino e gli occhiali”. Francesco non si e’ fatto pregare, ha accettato che i due soccorritori lo cingessero con l’imbragatura e grazie al verricello, tutti e tre abbracciati, sono risaliti a bordo dell’elicottero e da li’ sono arrivati al campo base, dove li aspettavano il padre, raggiunto dalla madre e dal nuovo compagno. “Lo abbiamo preso in braccio e portato ai suoi genitori – racconta ancora Dal Favero. “Non parlava – spiega il soccorritore – ma i suoi occhi esprimevano paura ma anche emozione”. Per prima cosa Francesco ha chiesto se poteva mangiare la banana che conservava ancora nello zainetto dal giorno precedente. Poi ha strappato l’ultimo ricordo della sua avventura finita bene: lo stemma di reparto del pilota Federico Galli, che lo stesso soccorritore la voluto regalargli. “Lo facciamo sempre quando le cose finiscono bene – conclude Del Favero – e’ di buon auspicio”.

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Ranucci: l’audio di Report incriminato non ha nulla di privato

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Gli attacchi dopo l’ultima puntata di Report? “Rispetto le critiche fatte ma non le condivido, devo dire che non so se è stato visto il servizio nella sua completezza, era un servizio per la prima volta raccontava, attraverso una cronistoria, un fatto che ha destato interesse internazionale”. Lo dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il conduttore di Report Sigfrido Ranucci, intervistato da Giorgio Lauro. “Gli audio hanno un pregio, vale a dire ricostruire i fatti attraverso le parole dei protagonisti. L’audio ‘incriminato’ non ha nulla di privato, ne ho parlato anche con Sangiuliano, a cui mi lega un rapporto di amicizia, e anche lui non mi ha mai posto il problema. E voglio dare la mia solidarietà a Luca Bertazzoni che è stato sommerso da critiche indegne”. Si è molto parlato però di audio rubati. “Rubato è un aggettivo sbagliato – ha detto a Un Giorno da Pecora Ranucci -, nessuno ha rubato nulla, nella fattispecie è stato Sangiuliano che ha chiamato la signora Boccia”. Se mi sono pentito di aver mandato in onda qualcuna delle telefonate dell’ultima puntata di Report? “No, si poteva discutere sulla sensibilità di mandare in onda la voce della signora Corsini, sul valore del contenuto nessuno credo possa avere dei dubbi”. “Ma sulla sensibilità, che è un fatto individuale, voglio dire anche un’altra cosa”. Quale? “Ho visto tante voci sollevarsi dentro la Rai e fuori. Ma quando la scorsa settimana alla redazione di Report e al sottoscritto sono arrivate delle minacce di morte con cui ci auguravano di fare la fine della redazione di Charlie Hebdo – ha sottolineato il giornalista a Un Giorno da Pecora – io queste voci solidali non le ho sentite”.

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‘Testamento Losito falso’, ex compagno già a processo

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Nuovo colpo di scena attorno alla morte dello sceneggiatore Teodosio Losito, trovato senza vita nella sua villa di Zagarolo a gennaio 2019. Il testamento in cui avrebbe scritto di voler lasciare l’eredità al compagno Alberto Tarallo è ritenuto “falso”. A stabilirlo la perizia calligrafica sul documento depositata ieri. Secondo la grafologa incaricata dai magistrati la non autenticità risulterebbe “in primo luogo dai confronti con le firme autenticate avute in esame”. L’esito dell’accertamento tecnico, dunque, confermerebbe la tesi della Procura di Roma: l’ex compagno di Losito, il produttore televisivo Tarallo, è a giudizio proprio con l’accusa di avere falsificato le ultime volontà dello sceneggiatore. Le indagini scattarono nel 2021 con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio dopo un esposto presentato dai familiari dello sceneggiatore 53enne, morto suicida nella sua abitazione alle porte della capitale. Al centro del procedimento anche le dichiarazioni degli attori Adua Del Vesco e Massimiliano Morra che nel corso del reality Grande Fratello parlarono dell’esistenza di una presunta setta segreta a cui sarebbe stato legato Losito. I pm ascoltarono diversi personaggi del mondo dello spettacolo su quelle frasi: da Gabriel Garko a Eva Grimaldi, da Francesco Testi fino alla stessa Del Vesco. Tarallo fu indagato per istigazione al suicidio e fu oggetto di acquisizioni documentali da parte della guardia di finanza su disposizione dei magistrati di piazzale Clodio. Ma la sua posizione fu archiviata dagli stessi pm. Il compagno di Losito, tuttavia, è stato poi indagato proprio a causa del testamento con le ultime volontà dello sceneggiatore. Secondo i pm, il documento sarebbe stato falsificato. Per questo motivo fu disposto un sequestro preventivo di cinque milioni di euro nei suoi confronti. A marzo 2022, sulla base di un ricorso presentato dal legale del produttore fondatore della società Ares, il Tribunale del Riesame ha sbloccato il maxi sequestro che riguardava auto, immobili e terreni, tornati dunque nella piena disponibilità di Tarallo. Il dissequestro è stato poi confermato dalla Cassazione. La nuova perizia, però, potrebbe cambiare nuovamente la situazione.

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Ira di Zelensky, ‘spero che Orban non chiami anche Assad’

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“Ci auguriamo tutti che almeno Viktor Orban non chiami Assad a Mosca per ascoltare anche lui le sue lezioni lunghe un’ora”. Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la telefonata del premier ungherese con Vladimir Putin. “Nessuno dovrebbe promuovere la propria immagine a spese dell’unità; tutti dovrebbero concentrarsi sul successo condiviso. L’unità in Europa è sempre stata la chiave per ottenerlo. Non si può discutere della guerra della Russia contro l’Ucraina senza l’Ucraina. Sono grato a Donald Trump e a molti leader Ue con cui stiamo già lavorando per trovare soluzioni giuste e forti per una vera pace”. “È assolutamente chiaro che per raggiungere una pace vera e garantire la sicurezza sono necessari la determinazione dell’America, l’unità dell’Europa e l’impegno incrollabile di tutti i partner nei confronti degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”, ha aggiunto Zelensky.

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