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Ritorno in classe, i presidi bocciano le linee guida: “così è impossibile”

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Le Linee guida per il ritorno a scuola a settembre non sono state ancora approvate e gia’ suscitano un mare di polemiche. I presidi le bocciano e critiche arrivano anche da sindacalisti, assessori, presidenti di Regione, parlamentari. Scettiche anche le Regioni e per questo e’ stato anticipato l’incontro tra governo, con i ministri Azzolina, Speranza e Boccia, e gli enti locali, col presidente della Conferenza, Stefano Bonaccini, che dovrebbe dare il via libera alle nuove regole. Le critiche maggiori riguardano la mancanza di adeguati finanziamenti per assicurare la ripartenza e il fatto che ogni responsabilita’ ricadrebbe sui dirigenti scolastici. “Non si puo’ chiedere ai dirigenti scolastici e al personale di rispondere in solitudine alle esigenze delle famiglie e alla necessita’ di garantire il servizio a organico e risorse invariate”, sottolinea Paola Serafin, che guida i dirigenti scolastici per la Cisl Scuola. E’ un Piano che “non contiene indicazioni operative ne’ definisce livelli minimi di servizio ma si limita ad elencare le possibilita’ offerte dalla legge sull’autonomia, senza assegnare ulteriori risorse ne’ attribuire ai dirigenti la dovuta liberta’ gestionale”, afferma l’Associazione presidi. “Apre alla privatizzazione”, accusa Pino Turi della Uil scuola. “La preoccupazione e’ che si stia scaricando una grossa responsabilita’ sulle autonomie scolastiche col risultato di un quadro dell’istruzione legato alle differenze territoriali”, e’ il timore di Francesco Sinopoli della Flc Cgil. Maddalena Gissi (Cisl) chiede di far partire da subito un percorso con le organizzazioni sindacali per l’avvio dell’anno scolastico. E domani il Comitato ‘Priorita’ alla scuola’, che scendera’ in 60 piazze italiane per chiedere la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza, minaccia di manifestare anche contro le Linee guida. Le regole per la ripartenza scolastica prevedono lezioni anche il sabato, frequenza a turni differenziati, organizzazione della classe in piu’ gruppi di apprendimento, con alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi e dunque anche di diverse eta’. La didattica a distanza rimane marginale e solo per le scuole secondarie di II grado; la mensa potra’ essere organizzata su due o piu’ turni per evitare l’affollamento dei locali e qualora non sia sufficiente, gli enti locali potranno studiare soluzioni alternative come addirittura il consumo del pasto in monoporzioni all’interno dell’aula. Nel testo non si parla di strutture in plexiglass ne’ di divisori tra gli alunni, si da’ ampia attenzione ai bambini della scuola dell’infanzia e si attribuisce un ruolo importante, oltre che all’autonomia scolastica, alle comunita’ territoriali e al terzo settore anche per prevedere nuovi spazi alternativi per svolgere le lezioni in sicurezza in palestre, cinema, musei, parchi. Per organizzare sul territorio l’anno scolastico verranno quindi avviati Tavoli regionali insediati presso gli Uffici scolastici regionali. Fabio Rampelli (FdI) ricorda che il 30% delle scuole italiane si trova in immobili destinati ad altro: caserme, oratori, centri culturali, biblioteche, ostelli, foresterie, immobili dismessi, suggerisce, “rappresentano una valida alternativa utile a scongiurare il rischio di lezioni da remoto che snaturerebbero il senso stesso della scuola e creerebbero diseguaglianze inaccettabili tra i ragazzi”. Per Mariastella Gelmini, capogruppo di FI alla Camera, le Linee guida “non danno alcuna risposta certa alle famiglie, agli studenti, ai dirigenti scolastici, agli istituti che tra un paio di mesi dovranno riaprire le aule ai nostri ragazzi”. “C’e’ un ministro incompetente, arrogante, a fine giugno non sappiamo ancora se come e’ quando i nostri bimbi torneranno a scuola a settembre. Questo governo prima va casa e’ meglio e'”, accusa il leader della Lega, Matteo Salvini.

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Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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Cronache

Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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