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Rissa al pronto soccorso del pediatrico Santobono, il degrado e la vischiosità della sanità in Campania nelle denunce di Borrelli

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La verità è che il consigliere regionale della Campania dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, piaccia o no, è diventato (è) una sorta di ricettore (volevo scrivere esattamente ricettore, nel senso che riceve) di tutta la melma, la melassa, la gelatinosità, la mafiosità che c’è nella sanità della Campania.

 

Perchè la sanità in Campania è il ricettacolo (volevo scrivere così, ricettacolo) del malaffare nella pubblica amministrazione della istituzione regionale. La sanità in Campania è una vera aperta nei conti pubblici e le risorse che spendiamo (10 miliardi e mezzo ogni anno) finiscono non solo in servizi scadenti ma anche in altro. “La Sanità campana è in  mano alla camorra” dice spesso Vincenzo De Luca.

Con quei 10 miliardi e passa paghiamo i  servizi di ambulanza (non tutti, ma troppi) in mano alla camorra (vedi rapporto del ministero dell’Interno); paghiamo i servizi di pulizia di ospedali  ad aziende in odore di camorra o con interdittive antimafia che da due o tre lustri svolgono un servizio in proroga senza aver mai fatto gare di appalto;

paghiamo gli stipendi a primari che in realtà primari non sono ma svolgono questo ruolo in proroga da 10, 15 anni; paghiamo i medicinali antitumorali che costano milioni di euro ma che in buona parte vengono rubati dalle farmacie degli ospedali; paghiamo convenzioni con la sanità privata dei soliti vattelappesca; paghiamo servizi di vigilanza e sicurezza in ospedali che sono in balia di energumeni d’ogni risma. Ecco, in Campania la malasanità non è l’espressione che usiamo di norma per qualificare un pessimo servizio sanitario che porta nocumento ai pazienti. No, è mala e sanità, nel senso che la mala occupa la sanità.

Francesco Emilio Borrelli. Leader dei Verdi

Quella che ci mostra sul suo profilo Fb il consigliere regionale Borrelli è uno dei tanti esempi di risse, zuffe, aggressioni dentro i pronto soccorso degli ospedali.

“La video segnalazione riprende comportamenti violenti all’interno di dell’ospedale pediatrico Santobono dove due signore sono state riprese mentre si affrontavano con violenza dinanzi ai bambini. Non curanti dei piccoli  – scrive Borrelli in una nota per la stampa – hanno messo in scena una pietosa immagine di degrado e arroganza che in alcun modo può essere tollerata in un ospedale e, più in generale, in nessun luogo pubblico. Ci vuole il pugno duro contro queste persone” sostiene Borrelli, che è  componente della commissione Sanità. “Solo l’intervento delle guardie giurate che ringrazio per il loro impegno – ha proseguito Borrelli – ha evitato il peggio. E’ necessario identificare e segnalare tutti coloro che pongono in essere questi inaccettabili comportamenti  affinchè siano avvisati che, in caso di reiterazione, scatteranno pene severe. Solo così potremo prevenire le aggressioni che ogni anno sono costretti a subire migliaia di medici, infermieri e guardie giurate”.

 

 

 

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Operazione Antimafia a Napoli: 60 arresti per associazione mafiosa e traffico di droga

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Questa mattina la Polizia di Stato, attraverso l’intervento congiunto della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Ponticelli, ha eseguito un’importante operazione antimafia. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e con un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, è stato disposto l’arresto di 60 persone, accusate di vari reati tra cui associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.

Le famiglie camorristiche coinvolte

Le indagini, condotte tra il 2021 e il 2022, hanno svelato la presenza di un sodalizio criminale attivo nell’area orientale di Napoli e in alcuni comuni della provincia. I clan coinvolti sono le famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), collegate al più noto clan Mazzarella, che si sono contrapposti al clan De Luca/Bossa, insieme ad altre famiglie camorristiche come i Minichini, Casella, Aprea e Cuccaro, appartenenti alla cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”.

Faide e contrapposizioni armate

Gli investigatori hanno ricostruito come le lotte tra il clan D’Amico (Fraulella) e il clan De Micco (Bodo) abbiano lasciato un vuoto di potere, presto colmato dal clan De Luca/Bossa a Ponticelli. La fragile alleanza con il clan De Martino è stata minata da numerosi omicidi e atti di violenza, aggravati dalla scarcerazione di membri chiave delle due fazioni. Tra gli episodi più significativi, il tentato omicidio di Luigi Aulisio, del clan Casella, e vari attentati dinamitardi che hanno colpito le rispettive roccaforti dei clan.

Narcotraffico e armi

L’organizzazione criminale aveva pieno controllo del traffico di droga, gestendo l’intera filiera dallo smercio di cocaina, crack, marijuana e hashish. Durante l’operazione, sono stati sequestrati 200 kg di sostanze stupefacenti e smantellati laboratori per la produzione e il confezionamento di droga. Il sodalizio disponeva inoltre di un vasto arsenale, comprendente armi da fuoco, ordigni esplosivi e locali dedicati alla manutenzione delle armi. Particolare attenzione è stata posta al “grattacielo di Ponticelli”, dove è stato scoperto un deposito di armi modificato.

Estorsioni e racket

Le indagini hanno evidenziato come il clan controllasse anche il racket degli alloggi popolari, imponendo il pagamento di tangenti per l’assegnazione delle abitazioni e la gestione delle attività di pulizia dei complessi abitativi. Le minacce e le estorsioni ai danni degli inquilini erano all’ordine del giorno, con le famiglie criminali che gestivano il settore in modo monopolistico.

“Cavallo di ritorno” e sequestri

Tra le attività estorsive più frequenti vi era il cosiddetto “cavallo di ritorno”, una tecnica che prevedeva il furto di veicoli e la successiva restituzione ai proprietari dietro il pagamento di somme di denaro. Grazie al sequestro di documenti contabili, le forze dell’ordine sono riuscite a tracciare gli ingenti proventi del traffico di droga e delle estorsioni, ricostruendo il sistema di gestione dei pusher e delle attività illecite.

L’operazione, condotta su delega della Procura di Napoli, rappresenta un duro colpo per le attività criminali nel capoluogo campano, anche se gli arrestati rimangono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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Auto sbanda e finisce contro un palo, morta donna nel cremonese

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Una donna di 42 anni è morta questa mattina in un incidente stradale alle porte di Calvatone, in provincia di Cremona. Lo schianto si è verificato alle otto, in un momento di pioggia battente. Ed è presumibilmente proprio per le condizioni di guida non ottimali, nello specifico per l’asfalto viscido, che la vittima potrebbe aver perso il controllo della sua auto, una Fiat Panda, per poi sbandare sulla destra e finire contro un palo della luce. Nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi, non c’è stato nulla da fare. Sul posto i carabinieri che ora stanno conducendo le indagini per chiarire la dinamica del fuori strada fatale. Nessun altro veicolo risulta coinvolto.

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Brindisi, chiuso l’Aeroporto del Salento: evacuato volo Ryanair per principio d’incendio al motore

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L’Aeroporto del Salento di Brindisi è stato temporaneamente chiuso a causa di un principio d’incendio che ha interessato uno dei motori di un aeromobile Ryanair. Secondo quanto comunicato da Aeroporti di Puglia, l’incidente è avvenuto mentre l’aereo era già allineato in pista, pronto per il decollo.

Evacuazione in sicurezza dei passeggeri

Il problema al motore ha reso necessaria l’evacuazione immediata dei passeggeri, che è stata effettuata tramite gli scivoli di emergenza. In una nota ufficiale, Aeroporti di Puglia ha confermato che tutte le operazioni di evacuazione si sono svolte nella massima sicurezza, garantendo l’incolumità di passeggeri ed equipaggio. I passeggeri sono stati assistiti e trasferiti all’interno dell’aerostazione.

Lavori in corso per la riapertura dello scalo

Attualmente, i tecnici della compagnia aerea sono al lavoro per risolvere il guasto, mentre Aeroporti di Puglia sta effettuando le verifiche necessarie per garantire la sicurezza della pista e procedere alla riapertura dell’aeroporto. Non è ancora stata fornita una tempistica esatta per la ripresa delle normali operazioni dello scalo.

L’evacuazione tempestiva e le operazioni di soccorso hanno dimostrato l’efficacia delle misure di sicurezza in situazioni di emergenza. L’aeroporto di Brindisi rimarrà chiuso fino a quando non saranno completate tutte le verifiche necessarie per garantire la piena sicurezza dei voli.

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