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Corona Virus

Rimborsi covid alle cliniche private, la Corte dei Conti chiede 3,5 milioni a 8 manager e 12 strutture sanitarie

L’indagine è della Corte dei conti. Si tratta di un giudizio di responsabilità per danno erariale ai tempi della prima ondata covid che fece una carneficina nel Nord Italia e pochi morti nel Sud. Tra le persone coinvolte c’è Postiglionem dg regionale della Sanità, e i direttori di quattro Asl della Regione Campania.

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Posti letto vuoti. Casse delle cliniche private che si riempivano a prescindere dalla occupazione dei posti letti che erano stati “bloccati” dalla Regione Campania in vista della catastrofe sanitaria possibile da epidemia covid. La logica dell’accordo tra sanità pubblica in difficoltà e sanità privata praticamente senza più clienti in costanza di pandemia, era più meno: mettimi a disposizione posti letto per degenti covid e io ti pago anche se non dovessero arrivarti pazienti. Ovviamente non era scritto da nessuna parte che i pazienti non sarebbero mai arrivati. Per fortuna la prima ondata di contagio, quella che fece migliaia di morti nel Nord, in Campania fu avvertita appena in termini di morti e degenze ordinarie. Come dire: la sanità pubblica sgangherata della Campania riuscì a reggere all’onda d’urto. Per essere chiari: non ci fu bisogno dei posti letto o delle rianimazioni delle cliniche private. Ma chi avrebbe scommesso su questa evenienza?

Valeria Ciarambino. La leader del M5s in Campania che ha contestato l’accordo con la sanità privata in Campania

Siamo dunque a parlare dell’accordo siglato tra sanità privata e Regione a Palazzo Santa Lucia il 28 marzo 2020. Eravamo all’inizio di un periodo di emergenza Covid drammatico. Su quell’accordo ci furono più denunce, anche politiche, la più forte fu certamente quella di Valeria Ciarambino, leader del M5s in Campania. E sulla base di quelle denunce, per oltre un anno la Guardia di finanza, su indicazioni e coordinamento della Procura della Corte dei conti della Campania, ha rovistato tra accordi,  fatture, pagamenti e altri rapporti tra la Regione e le cliniche private. Risultato? Ci sono richieste di risarcimento del danno procurato alle casse regionali. E’ il classico giudizio di responsabilità per danni erariali. Un danno che ammonta, secondo la Corte dei conti, a 3,5 milioni di euro. Sono coinvolti 20 soggetti: 12 cliniche private e 8 manager che ora hanno 45 giorni di tempo per presentare controdeduzioni rispetto alle accuse. E’ utile ribadire che sono accuse, contestazioni di presunti danni erariali, non condanne a pagare. E pertanto le persone chiamate a rispondere sono persone perbene fino a prova contraria. In ogni caso sono chiamati a rispondere di quelle contestazioni erariali il capo della sanità regionale, il direttore, Antonio Postiglione, che firmò l’accordo con l’Aiop, associazione delle cliniche private. Ma sono coinvolti “in via sussidiaria” anche i direttori generali e i dirigenti delle Asl che avrebbero la colpa di aver liquidato quegli importi: Ciro Verdoliva e Maria Corvino della Napoli 1, Antonio D’Amore della Napoli 2 nord e Maria Morgante dell’Asl di Avellino. Sono dirigenti sanitari che hanno gestito in maniera eccellente l’emergenza sanitaria, nelle condizioni in cui versa la sanità campana. E la loro colpa è quella di aver dato corso ad un accordo siglato dalla Regione Campania di cui loro sono funzionalmente dipendenti. Tra i destinati di 4 distinti inviti a dedurre, uno per ciascuna delle Asl, figura il gotha della sanità privata: dalla clinica Mediterranea alla Sanatrix di Napoli fino a Villa dei Fiori a Mugnano e alla casa di cura San Francesco a Telese. L’intervento della Corte dei conti  ha fermato il flusso di risorse pubbliche sanitarie dalla Regione ai privati attraverso  le Asl. L’accordo è al momento sospeso. Le Asl non stanno più erogando somme ai privati, anzi i manager delle Asl stanno anche iniziando  a recuperare le somme già versate.

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In Brasile raggiunte 700 mila vittime a causa del Covid-19

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Il governo del Brasile ha informato di aver oltrepassato questa settimana la quota di 700 mila vittime per il Covid-19 dopo la comparsa del virus per la prima volta nel Paese a febbraio del 2020 e il primo decesso avvenuto a marzo dello stesso anno. Il gigante sudamericano è attualmente il secondo Paese al mondo per numero di vittime dopo gli Stati Uniti (1,1 milioni). Nell’ultima settimana le autorità sanitarie hanno riferito di 322 decessi che hanno portato la cifra complessiva di morti a 700.239. Il peggior anno della pandemia in Brasile è stato il 2021, con 423.349 decessi attribuiti al virus Covid-19. Secondo una commissione d’inchiesta del Senato, oltre 200 mila persone sono morte in Brasile a causa del ritardo con cui è stato messo in atto il programma di vaccinazione della popolazione da parte dell’ex presidente Jair Bolsonaro, il quale a sua volta non si è mai vaccinato.

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Covid: in Italia 188.750 vittime in tre anni

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

Sono 188.750 le vittime del Covid registrate in Italia al 16 marzo, a poco più di tre anni dall’inizio della pandemia, mentre i contagi sono stati 25.651.205. Nel mondo, invece, secondo l’Oms, ci sono quasi sette milioni di decessi segnalati per Covid-19, “anche se sappiamo – ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus – che il numero effettivo di decessi è molto più alto”. Questi i dati che fanno da sfondo alla Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, proclamata per il 18 marzo. Per l’Oms la fine della pandemia appare finalmente prossima, e si è detta “fiduciosa che l’emergenza internazionale possa terminare entro l’anno, ed il virus Sars-CoV-2 diventerà paragonabile a quelli dell’influenza stagionale”. Tornando ai dati italiani, colpiscono anche quelli sugli operatori sanitari, a cui è stata dedicata la Giornata nazionale lo scorso 20 febbraio. Hanno perso la vita, come ha ricordato in quell’occasione il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, 379 medici e, secondo il sindacato Nursing Up, 90 infermieri. “Nei primi mesi di pandemia – aveva sottolineato Anelli – circa 60-80 medici morivano ogni mese. Metà dei decessi sono stati sul territorio, dove erano soli senza dispositivi di protezione e con mille difficoltà”. La situazione allora era ben diversa da quella attuale, dove, secondo i dati del ministero della Salute, continua a diminuire in Italia il numero dei nuovi casi e dei decessi per Covid-19. Nella settimana 10-16 marzo 2023 sono infatti 23.730 i nuovi casi positivi, con una variazione di -1,1% rispetto alla settimana precedente, mentre i deceduti sono 212 con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente. L’impatto clinico appare essere molto basso.

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Vaccini: studio, risposta più debole se si dorme poco

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Covid vaccino

Le persone che dormono meno di sei ore a notte hanno una peggiore risposta alle vaccinazioni, con una minore produzione di anticorpi e una protezione più breve. È quanto emerge da una ricerca coordinata dall’University of Chicago e pubblicata su Current Biology. La ricerca ha analizzato congiuntamente quattro studi che avevano indagato la relazione tra sonno ed efficacia della vaccinazione contro epatite B o influenza. Dall’analisi dei dati è emerso che chi aveva una durata del sonno inferiore alle 6 ore aveva una risposta alla vaccinazione più debole di circa il 20% rispetto a chi dormiva di più. “Un buon sonno non solo amplifica, ma può anche prolungare la durata della protezione del vaccino”, ha affermato in una nota Eve Van Cauter, coordinatrice della ricerca. L’effetto del sonno, tuttavia, è stato osservato soprattutto nei maschi, mentre nelle donne era più sfumato. La ragione di questa differenza di genere, spiegano i ricercatori, potrebbe essere legata agli ormoni. “Sappiamo dagli studi di immunologia che gli ormoni sessuali influenzano il sistema immunitario – ha aggiunto Van Cauter – Nelle donne, l’immunità è influenzata dallo stato del ciclo mestruale, dall’uso di contraccettivi, dalla menopausa e dallo stato post-menopausa, ma sfortunatamente nessuno degli studi che abbiamo riassunto aveva dati sui livelli di ormoni sessuali”.

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