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Ricerca del Ceinge, nel gene Rhes vulnerabilità ad effetti psicostimolanti della cocaina

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Il gene Rhes (denominato anche RASD2) esercita un ruolo di nevralgica rilevanza nella modulazione delle risposte comportamentali e molecolari indotte da cocaina. Il dato e’ emerso da uno studio condotto al Ceinge-Biotecnologie avanzate di Napoli, nel Laboratorio di Neuroscienze del Comportamento. A sviluppare la ricerca Alessandro Usiello, Principal investigator Ceinge, professore ordinario di Biochimica clinica dell’Universita’ della Campania Luigi Vanvitelli (Distabif), e il suo team , composto tra gli altri da Francesco Napolitano, ricercatore dell’Universita’ di Napoli Federico II. I ricercatori del Ceinge hanno caratterizzato da un punto di vista neurobiologico la proprieta’ di Rhes di esercitare un fisiologico “freno molecolare” capace di contrapporsi agli aumenti “tumultuosi” della trasmissione dopaminergica associati alla somministrazione della cocaina. Gli esperimenti condotti nel laboratorio di Usiello hanno dimostrato che la rimozione del gene Rhes dal Dna di modelli murini causa profonde alterazioni comportamentali e molecolari associate al trattamento con cocaina. Infatti, la cocaina nei topi mutanti (Rhes KO) induce un incremento sensazionale degli effetti psicoattivi fin da concentrazioni bassissime e a dosaggi di gran lunga inferiori a quelli biologicamente attivi nel gruppo di animali controllo. “La nostra ricerca – spiega Ausiello – identifica in Rhes una proteina capace di regolare profondamente la trasmissione dopaminergica all’interno di un’area cerebrale, denominata corpo striato, ben conosciuta nell’uomo essere implicata negli effetti psicotropi della cocaina ed in generale di tutti gli psicostimolanti”.

In particolare, il nuovo studio su Rhes”conferma ed estende nostre precedenti ricerche inerenti le proprieta’ di Rhes nella regolazione degli effetti psicotropi indotti da anfetamina e dall’allucinogeno PCP (polvere d’angelo), nonche’ degli effetti eccitanti evocati dalla caffeina. Di recente – continua Usiello -, grazie alla collaborazione con il team guidato da Micaela Morelli, professore ordinario di Farmacologia dell’Universita’ di Cagliari e presidente della Societa’ italiana di Neuroscienze, avevamo anche dimostrato che gli effetti di neuroinfiammazione e di neurotossicita’, indotte dal consumo di Mdma, noto come ecstasy, sono significativamente regolati dal gene Rhes”. Alla luce di questi studi preclinici e in considerazione del fatto che l’espressione del gene Rhes e’ strettamente controllata dai livelli degli ormoni tiroidei durante lo sviluppo del cervello dei mammiferi non si puo’ escludere che “varianti genetiche di Rhes o severe alterazioni tiroidee neonatali, che influenzino il livello di espressione cerebrale di questa proteina, potrebbero in ultima analisi rappresentare nell’uomo un fattore di vulnerabilita’ individuale agli effetti psicotropi indotti dalla cocaina e – conclude – piu’ in generale da tutti gli psicostimolanti”. Lo studio e’ stato condotto grazie alla stretta collaborazione scientifica con Nicola Mercuri, professore ordinario di Neurologia dell’Universita’ di Roma Tor Vergata, Massimo Pasqualetti, professore ordinario di Biologia dell’Universita’ di Pisa, Angela Chambery, professore associato di Biochimica dell’Universita’ della Campania Luigi Vanvitelli, e Tommaso Mazza, direttore dell’Unita’ di Biologia Computazionale all’Ospedale di Casa Sollievo della Sofferenza. Lo studio e’ stato pubblicato sulla rivista Scientific Report (Nature Publishing Groups).

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Cultura

Wanda Marasco premiata dalla Croce Rossa Italiana per “Di spalle a questo mondo”

La scrittrice napoletana Wanda Marasco riceve il Diploma di merito della Croce Rossa Italiana per il romanzo “Di spalle a questo mondo”, riconosciuto come opera capace di trasmettere i valori fondamentali di umanità, imparzialità e impegno verso il prossimo.

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La scrittrice Wanda Marasco ha ricevuto il Diploma di merito della Croce Rossa, conferito motu proprio dal presidente nazionale, in base allo Statuti, al regolamento e al decreto legislativo che regolano l’azione dell’ente .

Si tratta di un riconoscimento importante che lega il lavoro letterario di Marasco ai valori fondamentali del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Il romanzo “Di spalle a questo mondo” al centro della motivazione

Il premio viene attribuito in particolare per l’opera “Di spalle a questo mondo”, con la seguente motivazione ufficiale:
la scrittrice è stata insignita del Diploma di merito “in riconoscimento dell’opera letteraria Di spalle a questo mondo con la quale ha saputo trasmettere i valori fondamentali della Croce Rossa, rendendo con sobrietà e profondità la centralità dell’umanità, dell’imparzialità e dell’impegno verso il prossimo.
L’opera, con una narrazione attenta e rigorosa, contribuisce alla diffusione culturale e alla riflessione etica sul significato universale della solidarietà e della responsabilità civile, offrendo un esempio di impegno culturale pienamente coerente con i principi umanitari che ispirano la missione del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa”.

Una scrittura che unisce etica, umanità e rigore

Nel riconoscimento alla sua opera viene messo in luce non solo il valore letterario del romanzo, ma anche la capacità di tenere insieme profondità narrativa e impegno etico.
La scrittura di Wanda Marasco viene così letta come strumento di consapevolezza civile, capace di richiamare il lettore alla responsabilità verso l’altro e alla centralità dell’umanità nelle relazioni sociali.

Una voce già raccontata su Juorno

Su Juorno il lavoro di Wanda Marasco è stato già raccontato come una delle esperienze più significative della narrativa italiana contemporanea.
Questo nuovo riconoscimento della Croce Rossa Italiana conferma il valore della sua voce e la coerenza del suo percorso: una scrittura che non cerca solo la bellezza formale, ma che si misura con i temi della dignità, della fragilità umana e della solidarietà.

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Cronache

Cantone & Costabile firmano il Presepe di San Pietro: eccellenza artigianale napoletana nel cuore del Vaticano

Storico traguardo per l’artigianato napoletano: Cantone & Costabile realizzano il primo presepe mai affidato a una ditta esterna nella Basilica di San Pietro. Arte, fede e tradizione si incontrano nel cuore del Vaticano.

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Per la prima volta nella storia, il Presepe della Basilica di San Pietro è stato realizzato da una ditta esterna al Vaticano. E non poteva che essere napoletana: Cantone & Costabile, autentica eccellenza dell’artigianato partenopeo, già celebre nel mondo per i presepi monumentali di Piazza San Pietro del 2013, 2017 e 2023.

L’opera, che sarà collocata all’interno della Basilica a partire dal 1° dicembre, rappresenta un momento storico e simbolico, capace di unire arte, fede e tradizione in uno degli spazi più sacri della cristianità.


Un capolavoro di arte e tradizione

Ogni elemento del presepe porta la firma inconfondibile della scuola napoletana: materiali pregiati, cure minuziose nei dettagli, colori caldi e armonie luminose che raccontano la nascita di Cristo con l’autenticità e la poesia tipiche di Napoli.

Cantone & Costabile, noti per aver portato la tradizione partenopea nelle piazze e nei santuari più importanti del mondo, confermano con questa impresa la loro maestria artigianale di livello internazionale.

“Per noi è un onore e una profonda emozione poter portare la nostra arte all’interno della Basilica di San Pietro. È un riconoscimento al lavoro e alla passione di tutta la nostra squadra”,
dichiarano Antonio Cantone e Maria Costabile, fondatori dell’azienda.


Un riconoscimento al genio creativo di Napoli

Il nuovo presepe sarà visitabile per tutto il periodo natalizio e offrirà a fedeli e visitatori un’esperienza di spiritualità e bellezza, con il tratto distintivo di un’arte che ha reso Napoli capitale mondiale del presepe.

Con questa nuova creazione, Cantone & Costabile scrivono un’altra pagina straordinaria della loro storia, confermando che l’eccellenza artigianale napoletana è un patrimonio vivo, capace di unire il sacro e il popolare, la tradizione e l’innovazione, sotto la cupola più celebre del mondo.

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Esteri

Notte di terrore a Kiev: la Russia lancia un attacco su larga scala con missili e droni

La Russia ha colpito Kiev con centinaia di missili e droni. Un morto e 15 feriti il bilancio provvisorio. Colpiti edifici residenziali e blackout in diversi quartieri della capitale.

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La Russia ha lanciato nella notte un attacco su larga scala contro Kiev, con centinaia di missili e droni che hanno colpito la capitale e diverse regioni dell’Ucraina. L’allarme è scattato poco dopo mezzanotte e 45 locali, quando una serie di esplosioni ha squarciato il silenzio notturno.

Secondo i media ucraini e le autorità locali, si tratta di uno dei bombardamenti più intensi delle ultime settimane.


Un morto e quindici feriti: colpiti edifici residenziali

Il bilancio provvisorio fornito dai servizi di emergenza ucraini parla di un morto e quindici feriti. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha riferito che i detriti di un drone hanno colpito un edificio residenziale di cinque piani nel quartiere Dniprovskiy, provocando un incendio e il crollo parziale di alcuni piani.

Un altro incendio è stato segnalato nel quartiere di Podilskyi, mentre in diverse aree della città si registrano interruzioni di corrente e blackout a causa dei danni alla rete elettrica.


L’attacco coordinato: droni e missili su tutto il Paese

L’Aeronautica militare ucraina ha confermato che decine di droni stanno prendendo di mira le regioni centrali, meridionali ed orientali del Paese, mentre missili da crociera e balistici sono stati lanciati da più direzioni verso il territorio ucraino.

Le autorità di Kiev hanno emesso allarmi antiaerei per tutto il Paese, invitando la popolazione a rifugiarsi nei bunkere nei rifugi sotterranei.


La capitale ancora nel mirino del Cremlino

L’attacco di questa notte conferma come Kiev resti uno degli obiettivi strategici principali della campagna militare russa.
Le forze ucraine, pur riuscendo ad abbattere gran parte dei droni e dei missili in arrivo, continuano a fare i conti con la distruzione di infrastrutture civili e con la crescente pressione psicologica di una guerra che non accenna a fermarsi.

Secondo analisti militari, l’intensificazione dei raid potrebbe essere un tentativo di Mosca di logorare la popolazione ucraina e colpire il sistema energetico del Paese in vista dell’inverno.

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