Il 14 ottobre riprenderanno ufficialmente le attività al valico di Rafah, punto nevralgico di collegamento tra Egitto e Striscia di Gaza. A riattivare l’operazione sarà la missione Eubam, il programma dell’Unione Europea per la gestione integrata delle frontiere, che vedrà nuovamente in campo un contingente italiano composto da carabinieri.

Ad annunciarlo è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, dopo un confronto con la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Nel rispetto dell’accordo Trump, il valico verrà gestito in coordinamento tra Unione Europea e le parti interessate, con transiti alternati in uscita verso l’Egitto e in entrata verso Gaza”, ha spiegato Crosetto.

Carabinieri italiani in prima linea con la missione Eubam

Il contingente italiano sarà composto da 50 a 100 carabinieri, specializzati in attività di cooperazione e sicurezza internazionale. Attualmente sul posto operano già sette militari dell’Arma, impegnati nel monitoraggio del territorioe nel controllo dei flussi civili e umanitari.

Della missione fanno parte anche rappresentanti della Gendarmeria francese e della Guardia Civil spagnola, con un comando multinazionale incaricato di garantire la sicurezza del confine e di favorire il transito degli aiuti umanitari.

Dal ministero della Difesa è arrivato il via libera al capo di Stato Maggiore, Carmine Masiello Portolano, per predisporre la ripresa delle operazioni sulla base della valutazione di sicurezza effettuata dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI).

Israele ed Egitto al lavoro per ripristinare il valico

Gli israeliani stanno lavorando “per ripristinare in tempi brevissimi la funzionalità logistica del valico”, ha aggiunto Crosetto.
Il ministro ha inoltre chiarito che il transito delle persone “non sarà limitato ai soli casi clinici gravi, ma sarà esteso a chiunque lo desideri, previo accordo tra Israele ed Egitto”.

La riapertura del valico di Rafah rappresenta la prima decisione operativa che coinvolge personale italiano dopo la firma dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas.

L’Italia pronta a un ruolo di primo piano nella ricostruzione e nel peacekeeping

Il ritorno dei carabinieri a Rafah segna un passo importante anche in vista di una eventuale missione di peacekeeping internazionale a Gaza, in cui l’Italia punta ad avere un ruolo di primo piano.

Parallelamente, nella Cisgiordania, è pronta a ripartire la missione bilaterale Miadit Palestina, dedicata all’addestramento delle Forze di Sicurezza palestinesi da parte di istruttori dell’Arma.

Negli ultimi mesi l’Italia ha intensificato il proprio impegno umanitario verso Gaza:

• ad agosto ha partecipato al lancio aereo di circa 100 tonnellate di aiuti alimentari con i C-130 dell’Aeronautica;

• la nave ospedale “Vulcano” della Marina Militare ha prestato assistenza medica ai feriti;

• voli speciali hanno trasportato in Italia bambini malati e feriti con i loro familiari;

• elicotteri militari hanno distribuito medicinali nelle zone più colpite e inaccessibili via terra.

Con la riapertura del valico di Rafah, l’Italia consolida così la propria presenza diplomatica e operativa nel Mediterraneo, contribuendo attivamente alla stabilizzazione della regione e alla tutela dei civili in una delle aree più delicate del pianeta.