Esiste una relazione causale fra l’insorgenza di alcune patologie e la presenza di siti di rifiuti incontrollati sul territorio dei comuni delle province di Napoli e Caserta, ricompresi nella tristemente nota Terra dei Fuochi. Una verità a lungo negata o minimizzata dalla politica, che viene ora confermata dal rapporto conclusivo dei lavori dell’accordo che la Procura di Napoli Nord stipulò nel giugno 2016 con l’Istituto Superiore di Sanità. Fra gli scienziati che hanno sempre sostenuto la gravità del disastro ambientale causato dagli sversamenti illeciti di rifiuti e dai roghi tossici e l’impatto devastante per la salute umana, figura l’oncologo e ricercatore napoletano Antonio Giordano. Al professor Giordano, oggi direttore dello Sbarro Institute alla Temple University di Philadelphia, abbiamo chiesto un commento sul report che certifica un fatto da lui a lungo sostenuto e documentato con dati alla mano: nella Terra dei Fuochi ci si ammala di più.
Professor Giordano, ci aiuta a comprendere che cosa è emerso dal report della Procura di Napoli Nord e dell’ISS?
Il report stilato dall’Istituto Superiore di Sanità per la Procura di Napoli Nord conferma anni di denunce con le quali si evidenziava il legame tra smaltimento illecito di rifiuti e incidenza di svariate patologie, incluso il cancro. In particolare, del tumore al seno, dell’asma e delle varie forme di leucemie e malformazioni congenite, la cui incidenza e conseguente ospedalizzazione è maggiore nei 38 comuni analizzati nel report, perché marcati come aree a rischio. Le aree a rischio, in realtà, sono molte di più, ma quelle la cui responsabilità è della Procura di Napoli Nord coincidono con 38 Comuni. Ma la questione è ancor più seria e purtroppo estesa.
In questi anni s’è battuto contro tutto e tutti per provare il legame fra rifiuti tossici e insorgenza dei tumori nella Terra dei Fuochi. Che significato ha per lei questo report? La ripaga dei tanti sacrifici?
Il legame causale tra sviluppo tumorale ed esposizione a questi metalli è un fatto noto da tempo e le attuali notizie sicuramente ripagano i miei sacrifici. Il superamento costante dei limiti di legge che denuncio da anni è un fatto allarmante e spero che i dati ufficializzati dal report della Procura di Napoli Nord siano, a questo punto, supportati da ulteriori indagini e provvedimenti accurati. Mi inorgoglisce, comunque, il fatto che un mio lavoro pubblicato lo scorso anno su una rivista scientifica internazionale faccia parte dei riferimenti bibliografici utilizzati a supporto dei dati ottenuti in questo report.
Sergio Costa e Antonio Giordano. Il ministro dell’Ambiente e lo scienziato italiano in una foto di archivio scattata negli Usa qualche mese
Ci riassume il suo impegno per la Terra dei Fuochi? Da quanto si occupa del tema?
Ho ereditato questa passione da mio padre, il professor Giovan Giacomo Giordano. Mio padre ha scoperto i gravissimi danni derivanti dall’esposizione alle fibre di amianto: malattie dell’apparato respiratorio come l’asbestosi, il carcinoma polmonare, nonché il mesotelioma; anche grazie ai suoi studi l’amianto in Italia è stato dichiarato fuori legge nel 1992. Mi sono sempre impegnato nel contrastare il fenomeno definito come “Terra dei Fuochi” che da anni affligge la mia regione, la Campania. Un impegno che si estende a tutta la mia attività di ricerca, perché la contaminazione ambientale da agenti potenzialmente nocivi per la salute umana è ormai una problematica di rilievo mondiale. Anche per tali ragioni sono stato nominato membro del Comitato scientifico dell’ISS, in qualità di rappresentante del Ministero dell’Ambiente, con il preciso fine di studiare il rapporto fra ingiurie ambientali e patologie umane.
Che cosa ha dimostrato lo studio Veritas?
Il team di ricercatori che ho coordinato ha condotto uno screening, poi pubblicato sulla rivista internazionale “Journal Cellular Physiology”, atto a dosare i livelli ematici dei metalli pesanti cancerogeni e degli inquinanti organici persistenti (POP), su una coorte di 95 pazienti oncologici residenti in Campania. Sono stati osservati alti livelli di concentrazione ematica di metalli pesanti in alcune zone, fra cui il quartiere Pianura di Napoli, e i comuni di Giugliano, Qualiano e Castel Volturno. In particolare, un risultato staticamente significativo si è osservato per Giugliano, dove i pazienti oncologici presentano livelli ematici di Cadmio, Mercurio e Piombo più elevati rispetto ai controlli sani. Nonostante alcuni limiti di questo studio esplorativo, come le dimensioni ridotte del campione per alcuni comuni, le nostre osservazioni preliminari confermano alcuni studi precedenti: il livello di metalli tossici nel sangue dei pazienti oncologici in alcuni comuni della Terra dei Fuochi è del tutto fuori norma.
Sergio Costa e Antonio Giordano. Il ministro dell’Ambiente e lo scienziato italiano in una foto di archivio scattata negli Usa qualche mese
Che giudizio dà dell’operato del ministro dell’ambiente Costa per la Terra dei Fuochi? Si poteva fare di più?
Identificare l’ormai noto “nesso di causalità” non è certamente uno studio semplice. La caratterizzazione dello sviluppo di patologie multifattoriali, il cui sviluppo potrebbe anche essere correlato a fattori ambientali, è molto complesso; sono tantissimi i fattori confondenti che rendono ardua questa missione. A questo, si aggiungono problemi di natura economico-politica che rendono la situazione ancora più difficile da affrontare. Il Ministro Sergio Costa, da subito, si è reso parte attiva per fronteggiare questa situazione e stanziare fondi, per cui ne condivido l’operato contro gli ecoreati.
La sorprende la mancata istituzione della commissione d’inchiesta regionale sulla Terra dei Fuochi?
Sì. Ad oggi il problema è ancora presente e vivo nonostante l’interesse mostrato per la sua risoluzione. Mancati controlli e bonifiche non realizzate sono ancora una realtà campana.
Com’è possibile che un argomento così drammatico e urgente sia ormai praticamente sparito dal dibattito pubblico?
Eventi del genere andrebbero costantemente attenzionati. Lo sviluppo dell’attuale pandemia è stato favorito anche da un alterato rapporto fra uomo e ambiente. Dopo la diffusione del report, qualche scienziato ha affermato che probabilmente era il caso di non frammentare lo studio e di coinvolgere gli scienziati a cui sono stati destinati fondi per studiare la Terra dei Fuochi. Mi chiedo come mai non vi è stata partecipazione con gli enti che sono stati finanziati proprio per il biomonitoraggio della Campania.
Bonifica, sorveglianza efficace del territorio, gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti. Sono queste le priorità per salvare la Terra dei Fuochi?
Le soluzioni da attuare innanzitutto devono vedere la luce in tempi brevi; molte di esse sono note ormai da anni ma non sono mai state attuate dalla politica: bisognerebbe bloccare gli sversamenti illeciti, bonificare, organizzare un efficiente programma di sorveglianza dei rifiuti e della popolazione. Sarebbe necessario rendere parte attiva la popolazione attraverso programmi educativi affinché comprendano l’importanza dell’attività di prevenzione e screening.
Anoressia, bulimia, binge eating, cioè alimentazione incontrollata e molti altri: è un mondo complesso e delicato quello dei disturbi del comportamento alimentare (Dca), che colpiscono secondo le stime 3 milioni di persone in Italia, specie giovani. Negli ultimi anni, in particolare durante la pandemia, si è registrato un incremento di casi intorno a un terzo, un abbassamento dell’età di esordio e un aumento della gravità dei disturbi. Questo il quadro tracciato oggi dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, all’incontro ‘Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – Il punto sui percorsi di cura e sulle nuove opportunità’, organizzato dal ministero della Salute in occasione della giornata del Fiocchetto Lilla per la lotta a tali patologie. “Si tratta di una reale emergenza sociale e sanitaria – afferma il ministro – in cui il rapporto con il cibo, con il peso e con l’immagine corporea sono la punta dell’iceberg di un fenomeno le cui cause derivano da una molteplicità di fattori sociali, psicologici e biologici”. Secondo Schillaci, inoltre, “deve far riflettere il fatto che ci sono segnali di allarme anche in bambini prima degli 8 anni”.
E proprio la lotta ai Dca accende la polemica politica, con le opposizioni che accusano il governo di non investire abbastanza. “Servono più risorse – puntualizza la segretaria del Pd Elly Schlein – e bisogna anche che finalmente si finanzino i livelli essenziali di prestazioni in maniera autonoma e specifica per i disturbi del comportamento alimentare estraendoli dal più complesso tema della salute mentale”. Presa di posizione alla quale replica il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato: “Questo governo si sta impegnando fin dal primo giorno sul tema dei Dca. Lo ha dimostrato rifinanziando con 10 milioni di euro il fondo dedicato al contrasto dei disturbi alimentari, nell’attesa che entri in vigore il nuovo nomenclatore tariffario e l’ulteriore aggiornamento dei Lea. Con queste misure, infatti, sarà finalmente garantita una copertura finanziaria piena e strutturale alle prestazioni a carico del Ssn per i Dca, superando qualsiasi fondo straordinario a carattere temporaneo”.
Nella Giornata dedicata a questo tipo disturbi, i deputati Pd Malavasi e Furfaro hanno inoltre presentato un’interrogazione al ministro della Salute chiedendo che il governo “si impegni ad aumentare i centri sui disturbi alimentari”. Le disparità nell’erogazione di cure e assistenza appaiono comunque evidenti dalla mappa dei centri rilasciata dall’Istituto superiore di Sanità, che indica presenti 135 strutture su tutto il territorio nazionale, con una distribuzione dei servizi sul territorio non omogenea. Il maggior numero di centri (20) si registra in Emilia Romagna, seguita da Lombardia (16) e Campania (12), mentre in Molise non ve n’è nessuno. Sul fronte delle cure, Schillaci ricorda inoltre che “con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario, chi soffre di anoressia e bulimia può accedere a 16 nuove prestazioni di specialistica ambulatoriale appropriate per il monitoraggio della malattia”.
Altro aspetto è quello della componente mentale: i partiti di opposizione Pd, M5s, Avs puntano sulla necessità di un supporto psicologico ed annunciano in un punto stampa davanti al ministero della Salute di aver intenzione di presentare in Parlamento una proposta di legge, messa a punto dagli studenti, per garantire servizi di supporto psicologico gratuiti all’interno di scuole e università. Al punto stampa tenuto oggi davanti al dicastero ha partecipato anche Elly Schlein. “Siamo al fianco delle studentesse e degli studenti dell’Udu, della rete degli studenti medi spi e Cgil per questa mobilitazione. Io ci tenevo ad essere qui personalmente perché oggi non è una giornata a caso – ha affermato Schlein – è la giornata internazionale dedicata ai disturbi del comportamento alimentare e delle vere proprie malattie che bisogna affrontare come tali con strumenti e con percorsi”. Strumenti e percorsi, ha concluso, “che oggi non vediamo mettere in campo a sufficienza”.
E’ stabile il numero di casi di sindromi simil-influenzali (Ili) in Italia nella decima settimana del 2024, dal 4 al 10 marzo. L’incidenza è infatti pari a 6,3 casi per mille assistiti contro il 6,4 della settimana precedente. Particolarmente colpiti i bambini sotto i 5 anni di età in cui si osserva un livello di incidenza di 18,1 casi per mille assistiti contro il 19,4 precedente. Questo quanto emerge dal rapporto epidemiologico RespiVirNet, elaborato dal Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). La sorveglianza epidemiologica, coordinata dall’Iss in collaborazione con il ministero della Salute, si avvale del contributo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, dei referenti presso le Asl e le Regioni e dei laboratori di riferimento regionale per i virus respiratori.
L’obiettivo è descrivere i casi di sindrome simil-influenzale, stimarne l’incidenza settimanale durante la stagione invernale, in modo da determinare l’inizio, la durata e l’intensità dell’epidemia. Nella decima settimana del 2024 in tutte le Regioni/Province Autonome italiane, tra quelle che hanno attivato la sorveglianza, il livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali è sopra la soglia basale (3,99 casi per mille assistiti) tranne il Molise e la Basilicata che raggiungono il livello basale. L’incidenza osservata in alcune regioni, nota peraltro il rapporto, è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato, al momento, i loro dati. La popolazione degli assistiti in sorveglianza è mediamente pari a 2.064.738 assistiti per settimana, pari al 3,6% dell’intera popolazione italiana.
In occasione della Settimana Nazionale della Prevenzione Oncologica, l’IRCCS Neuromed mette in campo una serie di attività informative insieme alla LILT, con l’intento di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori.
Oltre ad un info point LILT-Neuromed, allestito in ospedale, sarà divulgata una collezione di video contributi realizzati dagli esperti del Neuromed, che verrà diffusa sulle pagine Facebook e Instagram dell’Istituto seguendo il programma allegato.
Questi interventi spazieranno dal ruolo della genetica nei tumori del seno, passando per l’essenzialità della diagnosi precoce in questa tipologia di cancro, fino ad arrivare alle novità nel campo della chirurgia mininvasiva per i tumori cerebrali. Non mancheranno approfondimenti sul melanoma, sull’utilizzo della PET-TC per diagnosi accurate e follow-up in oncologia, sulla prevenzione del tumore della prostata e sull’influenza dell’alimentazione nella prevenzione dei tumori.
Con questa iniziativa, l’IRCCS Neuromed si impegna a diffondere conoscenza e consapevolezza, attraverso l’apporto di specialisti nel campo, su temi chiave che riguardano la prevenzione e il trattamento dei tumori. L’obiettivo è quello di fornire al pubblico informazioni cruciali, che possano contribuire a una maggiore consapevolezza sull’importanza delle pratiche preventive e sulle opzioni disponibili per la diagnosi e il trattamento delle patologie oncologiche.
Dal 16 al 24 Marzo sarà possibile rivolgersi all’info point LILT-Neuromed nei seguenti orari:
• dalle ore 9:30 alle 10:30 – presso la Piattaforma Ambulatoriale
• dalle ore 10:30 alle 11:30 – presso il Cup Diagnostico piano –1
Collegandosi alle pagine Facebook ‘Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed’ e Instagram ‘fondazioneneuromed’ sarà possibile poi visualizzare un video contributo quotidiano.