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Record di Green pass emessi, ma crescono anche i certificati di malattia

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C’e’ chi si e’ messo in malattia (+23% rispetto al venerdi’ precedente), chi e’ risultato “assente ingiustificato”, ma la grande maggioranza dei lavoratori italiani ancora senza Green pass si e’ precipitata a fare il tampone per essere in regola nella giornata di esordio dell’obbligo. Ieri si e’ cosi’ registrato il record di certificazioni verdi emesse: sono state 867.039, superando il picco del giorno precedente (860.094). Il boom dei ‘lasciapassare’ e’ dovuto soprattutto alla corsa ai tamponi: ieri ben 653.827, quasi il doppio rispetto al venerdi’ precedente, quando furono 351.870. Dalla struttura del commissario all’emergenza Francesco Figliuolo segnalano poi la crescita delle prime dosi di vaccino: ieri 69mila, oltre diecimila in piu’ rispetto al venerdi’ precedente. La Cgia di Mestre lancia pero’ l’allarme: lunedi’ prossimo 2 milioni di lavoratori rimarranno a casa perche’ impossibilitati a farsi il tampone; la domanda supera infatti abbondantemente l’offerta. Intanto, come ogni sabato, ‘no pass’ a migliaia in piazza in tante citta’: tensione a Milano, dove il corteo – diretto verso il centro della citta’ – e’ stato bloccato dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Si delinea il bilancio del primo giorno di Green pass obbligatorio. L’Inps ha registrato un aumento di 17.340 lavoratori ammalati rispetto al venerdi’ precedente: 94.191 contro i 76.851. L’incremento e’ stato inferiore alla media, ma comunque alto, tra i lavoratori pubblici (+18,3%), superati dai lavoratori ‘privati tutelati’ (+21,1%). Malati ‘da pass’? I medici di famiglia invitano alla cautela, spiegando che “non si puo’ confrontare – dicono dal sindacato Fimmg – il venerdi’ di questa settimana con il venerdi’ scorso, quando ancora eravamo in estate. C’e’ stata una settimana di pioggia e freddo, un abbassamento delle temperature di dieci gradi e i primi casi di influenza”. Ci sono poi stati gli “assenti ingiustificati”, i dipendenti che cioe’ si sono recati al lavoro senza tuttavia essere in regola con la certificazione e sono stati quindi respinti. In polizia ce ne sono stati 172, numero residuale rispetto all’organico di 98mila poliziotti. Il sindacato Siulp ha scritto tuttavia al premier Mario Draghi per chiedere tamponi gratis per le forze dell’ordine e la non decurtazione dello stipendio se il dipendente dimostra di non essere riuscito a prenotare l’esame. Il dato piu’ evidente e’ tuttavia quello dell’impennata di certificazioni verdi emesse: oltre 1,6 milioni tra giovedi’ e venerdi’. La parte del leone l’hanno fatta i tamponi, responsabili del 75% dei pass. Si vedra’ se nei prossimi giorni il sistema riuscira’ a ‘tenere’ vista la sempre crescente richiesta. C’e’ comunque, evidenziano dallo staff del generale Figliuolo, anche un aumento delle somministrazioni di prime dosi di vaccino anti-Covid. Le iniezioni sono salite complessivamente a 87.398.989; in 43,7 milioni hanno concluso la campagna vaccinale, pari a circa l’81% della platea degli over 12. E non si ferma la protesta ‘no vax’. Anche oggi un migliaio di persone si sono radunate al porto di Trieste, davanti al varco 4. L’attivita’ dello scalo e’ proseguita, ma il presidente del Porto, Zeno D’Agostino, ha parlato di situazione che “non si puo’ piu’ tollerare. Io domani sento la Prefettura e con il Prefetto cerchero’ di capire”. A Milano in migliaia sono partiti in corteo da piazza Fontana e si sono diretti verso la sede Rai di corso Sempione. Registrati momenti di tensione con le forze dell’ordine che hanno bloccato il gruppo di manifestanti di testa quando hanno deviato dal percorso stabilito. A Roma in 40 hanno inscenato una manifestazione non autorizzata in una piazza del Popolo presidiata dai blindati delle forze dell’ordine dopo i disordini di sabato scorso. Nella Capitale c’e’ anche da segnalare la singolare protesta della deputata Sara Cunial (Misto) e del consigliere regionale del Lazio Davide Barillari che hanno chiesto asilo all’ambasciata svedese perche’ non si sentono “tutelati da uno Stato che si e’ dimostrato regime ostile ai cittadini e alla Costituzione”. A Napoli in 150 si sono ritrovati a piazza Dante con striscioni e slogan. A Torino tensione – ma solo verbale – a piazza Castello tra anarchici ed esponenti di destra che si sono ritrovati insieme contro il Green pass. (

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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