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Raid e morti anche a Pasqua, ancora bambini uccisi

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Il terzo mese della guerra di Vladimir Putin in Ucraina comincia con nuovi attacchi nel Donbass, dove sono stati uccisi altri due bambini, e bombardamenti senza sosta sull’acciaieria Azovstal, rifugio degli ultimi resistenti di Mariupol. Mentre milioni di fedeli celebravano la Pasqua ortodossa tra preghiere e suppliche di pace, intensi combattimenti sono proseguiti su diversi fronti nell’est e nel sud. E dopo il raid missilistico di ieri, cresce l’allarme anche a Odessa, che ora teme un attacco con armi chimiche. Le ultime piccole vittime dell’invasione russa sono due bambine di 14 e 5 anni, rimaste uccisi a Donetsk, nel villaggio di Ocheretny, dove la loro casa e’ stata distrutta in un attacco, secondo il governatore della regione Pavlo Kyrylenko. I bambini restano drammaticamente al centro delle cronache del conflitto. Come avvenuto a Odessa, che oggi piange insieme a tutto il Paese la morte della piccola Kira di soli 3 mesi, uccisa insieme alla madre Valeria e altre sei persone nel bombardamento di ieri. Secondo l’ultimo bollettino delle Nazioni Unite, le vittime tra i minori sono almeno 184, in un calcolo per difetto vista la difficolta’ delle verifiche sul terreno, mentre le autorita’ ucraine parlano di 213 vittime e 389 feriti accertati. A Odessa cresce anche il timore di un attacco con armi non convenzionali, dopo che Mosca ha accusato Kiev di pianificare un’operazione provocatoria con l’uso di ammoniaca nel distretto portuale di Yuzhny, per attribuirne la colpa alle forze russe e accusarle di aver preso di mira i civili: una denuncia che le autorita’ ucraine interpretano invece come una minaccia camuffata da avvertimento. L’offensiva per la conquista dell’intero territorio del Donbass continua intanto a suon di bombe negli oblasti di Donetsk e Lugansk. Nuovi raid si segnalano anche su Kharkiv, dove e’ stato ferito un 12enne, mentre i russi denunciano un contrattacco ucraino nel loro territorio, nella regione frontaliera di Belgorod. La situazione piu’ drammatica resta al momento quella di Mariupol, dove non si vedono spiragli per la fine dell’assedio. “Oggi, a Pasqua, gli invasori russi continuano a bombardare e tentare di assaltare l’impianto Azovstal nella citta’ assediata di Mariupol, lanciando attacchi aerei sulle teste dei bambini”, ha accusato in un videomessaggio il capitano Sviatoslav Palamar, vicecomandante del reggimento Azov, che resta asserragliato nell’impianto siderurgico con circa duemila combattenti, insieme ai marines dell’esercito ucraino, affermando che i russi continuano “a lanciare attacchi aerei, sparano con cannoni, carri armati e cannoni navali”. Nell’acciaieria rimangono bloccati centinaia di civili, tra cui molte donne e bambini anche neonati, mentre continuano gli appelli internazionali a Mosca a consentire un’evacuazione urgente. “Il luogo in cui si trovano i nostri civili e i soldati e’ bersagliato da pesanti bombardamenti aerei, fuoco di artiglieria e da un’intensa concentrazione di forze e attrezzature per l’assalto”, ha denunciato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. I corridoi umanitari da Mariupol in direzione Zaporizhzhia, pero’, sono falliti ancora una volta. Un nuovo tentativo e’ previsto nella giornata di lunedi’, ha spiegato la vicepremier di Kiev, Iryna Vereschuk, avvertendo i cittadini di “stare attenti e vigili” contro il rischio che venga organizzato un “corridoio parallelo che porti in territori russi”. E dai piani di evacuazione, al momento, restano tagliati fuori i civili all’interno dell’Azvostal.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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