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Economia

Quota 100, le domande di accesso arrivano soprattutto dal Sud, il presidente dell’Inps Boeri: 42% domande da Meridione, e molti sono disoccupati

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Arrivano soprattutto dal Sud le prime domande per l’accesso alla pensione anticipata con Quota 100: se nel Meridione risiede solo il 33,1% dei potenziali interessati nei primi giorni dall’avvio della misura le domande arrivate dalle Regioni del Sud sono quasi il 42%, 7.568 su 18.138. Il dato è stato presentato oggi dal presidente dell’Inps, Tito Boeri in un’audizione al Senato sul decreto che introduce la cosiddetta Quota 100 e il Reddito di cittadinanza sottolineando che questo si spiega con l’arrivo di molte domande da disoccupati e con il costo della vita piu’ basso al Sud che “rende piu’ appetibile” l’uscita anticipata anche con un assegno meno sostanzioso (da ricevere pero’ per un tempo più lungo). Boeri ha stigmatizzato la misura come un “trattamento privilegiato” che riguardera’ in tre anni circa 650.000 persone il cui costo gravera’ soprattutto sulle generazioni future con un aumento del debito implicito, se la misura sara’ sperimentale come previsto, di 38 miliardi. Boeri sottolinea che solo un decimo di questo beneficio sara’ pagato con la riduzione della spesa pensionistica (con la nuova indicizzazione per gli assegni piu’ alti) mentre il resto sara’ di fatto a carico dei giovani. Secondo i calcoli dell’Inps con l’anticipo di quattro anni del pensionamento rispetto alle regole previgenti l’importo della pensione si riduce di piu’ del 20%. Questo e’ il portato sia della correzione attuariale vigente sulla quota contributiva (prima esci e piu’ il coefficiente e’ basso) sia del mancato ulteriore versamento contributivo dato che la carriera si interrompe. Se si anticipa di quattro anni rispetto alla vecchiaia si potrebbe avere una pensione di 2.018 euro al mese a fronte di una di 2.433 euro che si avrebbe avuto quattro anni dopo.

Lavoro. Dati Inps parlano di molte domande dal Sud

Ma considerando che si percepisce l’assegno per piu’ tempo (52 mensilita’ in quattro anni) il pensionato con Quota 100 ha comunque un vantaggio (circa 12.000 euro rispetto all’uscita con l’eta’ di vecchiaia). La classe di eta’ coinvolta dalla misura del Governo e’ quella di chi e’ nato tra il 1953 (che quest’anno compie 66 anni e quindi dovrebbe attendere il 2020 per uscire con la vecchiaia) al 1959, ovvero coloro che compiono nel 2019 60 anni ma ne compiranno 62 nel 2021, l’ultimo anno della sperimentazione di Quota 100. Potranno usufruire dell’uscita con almeno 62 anni di eta’ e 38 di contributi soprattutto gli uomini (il 62,7% del totale), i lavoratori del Nord il 42,2% del totale e i dipendenti pubblici (il 34,1% del totale) mentre i dipendenti privati saranno il 47,8% (gli autonomi sono il 18,1%). La misura Quota 100 e’ stata analizzata anche dalla Corte dei Conti che ha affermato l’utilita’ di una correzione attuariale sulla parte retributiva della pensione di chi anticipa l’uscita rispetto all’eta’ di vecchiaia perche’ sia “piu’ neutra dal punto di vista dell’equita’ tra coorti di pensionati” rispetto alla misura Quota 100. “E’ essenziale – dice – “offrire una maggiore uniformita’ nelle regole sull’eta’ di uscita e, pur nella flessibilita’, preservare, gli equilibri e la sostenibilita’ di lungo termine del sistema”.

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Il quarto scudetto come un tesoro: il brand Napoli vale sempre di più

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Il quarto scudetto, se dovesse arrivare, sarebbe molto più di una conquista sportiva per il Napoli. Sarebbe un moltiplicatore di valore economico e d’immagine, un acceleratore del brand che negli ultimi anni ha già registrato una crescita straordinaria. Secondo la classifica 2024 di Brand Finance Football 50, il Napoli è il 18° brand calcistico al mondo, con una valutazione che sfiora i 240 milioni di euro. E il titolo tricolore potrebbe far impennare ulteriormente questa cifra.

La crescita del brand sotto la gestione De Laurentiis

Dal 2011 a oggi, il brand Napoli ha registrato una crescita del 275%. Un risultato che si inserisce nel quadro di quasi 3 miliardi di euro di ricavi complessivi nel ventennio di presidenza di Aurelio De Laurentiis. È il frutto di una gestione attenta al marketing, alla valorizzazione del marchio e alla penetrazione su nuovi mercati.

La voce più significativa nei ricavi continua a essere quella legata ai diritti televisivi, che rappresentano circa il 49% del totale aggregato. Ma l’arrivo in società di Tommaso Bianchini ha aperto una nuova fase, fatta di internazionalizzazione del brand e presenza capillare su nuovi mercati.

I bonus per la squadra e l’effetto sponsor

Non esiste un vero e proprio premio-scudetto cumulativo per la rosa, ma ci sono bonus individuali legati ai contratti dei singoli calciatori: si stima che, complessivamente, valgano circa 3 milioni di euro. Una cifra ampiamente compensata dall’aumento dei ricavi, in particolare grazie agli sponsor, molti dei quali – da MSC Crociere a Coca-Cola – hanno contratti con “corrispettivi variabili” legati al raggiungimento di traguardi sportivi.

La qualificazione alla Champions League garantirà invece una base fissa di circa 50 milioni di euro, indipendentemente dallo scudetto, secondo il nuovo sistema UEFA che premia ranking storico e peso dei mercati nazionali.

Valore simbolico e commerciale del tricolore

La conquista del titolo ha una ricaduta diretta sul valore del marchio: secondo alcune stime, l’impatto economico del trademark tricolore sul logo Napoli sarebbe di circa 180 milioni di euro. Una cifra lontana dai colossi come Manchester City o Real Madrid, ma un record assoluto nel panorama calcistico italiano.

Il brand Napoli è oggi una combinazione di prestazioni finanziarie, reputazione, influenza sui consumatori e ritorno economico. Ed è per questo che De Laurentiis parla sempre di 80 milioni di tifosi nel mondo, compresi i mercati orientali. L’operazione Kim-Min Jae ha portato il Napoli al centro dell’interesse in Corea del Sud, e nuovi orizzonti si aprirebbero con l’ingaggio di giocatori come Jonathan David, nato a Brooklyn e canadese d’adozione.

I nuovi prodotti e la riapertura agli sponsor del betting

Dietro le quinte, De Laurentiis e la figlia Valentina stanno lavorando in silenzio ai nuovi prodotti ufficiali per lo scudetto. Un ritorno alla memoria per i tifosi, come ai tempi della raccolta punti Buitoni, che consentiva di ottenere la maglia azzurra col tricolore.

In parallelo, presto il Napoli potrebbe beneficiare anche della riapertura alla pubblicità delle agenzie di scommesse, vietata dal 2018 con il decreto Dignità ma ora vicina alla revisione. La Commissione Cultura e Sport del Senato ha infatti approvato una risoluzione che allenta il divieto, creando un’ulteriore opportunità di monetizzazione per i club di Serie A.

Un progetto industriale che guarda al futuro

Il rafforzamento del brand Napoli non è solo una questione di marketing, ma una strategia industriale precisa: generare fatturato, valorizzare il prodotto, esportare il marchio. E se il quarto scudetto dovesse arrivare, la squadra di De Laurentiis non alzerebbe solo un trofeo: alzerebbe anche l’asticella della propria potenza economica nel calcio globale.

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Tod’s celebra i 40 anni del Gommino, Diego Della Valle: l’artigianato è la nostra intelligenza

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A raccontare la qualità spesso si rischia di esagerare. Ma qui, nella sede Tod’s immersa tra le colline marchigiane, il concetto prende forma tra mani esperte, odore di pelle e passaggi artigianali che trasformano ogni scarpa in un manifesto del made in Italy. Il Gommino, icona senza tempo, compie 40 anni. Per celebrarlo, il Corriere della Sera ha raccolto in una lunga intervista la visione e le riflessioni di Diego Della Valle (foto Imagoeconomica in evidenza), custode e promotore di un artigianato che, più che una strategia industriale, è una vera filosofia.

L’artigianato come religione quotidiana

«Il fatto a mano non è uno slogan ma una religione», dice Toni, storico selezionatore di pelli dell’azienda. Ha 78 anni e da quando era ragazzo lavora con la famiglia Della Valle. Tocca le pelli, le annusa, le “ascolta”: «Anche la pelle sbuffa, e va capita». È uno dei 100 passaggi che portano a un paio di Gommino.

Al suo fianco due generazioni: Fabrizio, che testa la resistenza dei materiali, e Michele, responsabile del taglio. Tutti con lo stesso orgoglio: «L’intelligenza artificiale non potrà mai scegliere la pelle giusta», affermano.

Della Valle: “Per noi la qualità è come una religione”

Diego Della Valle li ascolta e sorride. «Non è difficile mantenere l’entusiasmo se la qualità è una religione aziendale. Serve coerenza, rigore, uno stile inconfondibile. Ma è il nostro punto di partenza». La differenza con i colossi della moda francese? «Loro sono bravissimi in comunicazione. Ma la qualità, quella la comprano da noi».

Il libro Italian Hands e il racconto dell’eleganza italiana

«Ogni anno cerchiamo un’idea per raccontare l’artigianato», spiega Della Valle. Dopo Aria d’Italia, dedicato ai giovani cosmopoliti, ora arriva Italian Hands, un omaggio a chi lavora con le mani in ogni parte del Paese: dagli artigiani delle acciughe ai costruttori di pupi siciliani. «È il nostro modo per dare dignità all’Italia vera, quella silenziosa».

La bottega dei mestieri: giovani e futuro

La “Bottega dei Mestieri” all’interno di Tod’s è un laboratorio di formazione. «L’artigianato dà libertà, indipendenza, possibilità di scegliere dove vivere. È una risposta umanistica al digitale», dice il patron. Non a caso ha coniato il termine intelligenza artigianale, contrapposta a quella artificiale: «Non va temuta, ma governata. L’uomo deve restare al centro».

Il Gommino: da nicchia a simbolo italiano

«Per noi il Gommino è un fratello», racconta Della Valle. «All’inizio lo mettevano a Portofino o Saint Moritz. Poi è diventato un simbolo trasversale: elegante come una scarpa, comodo come una sneaker». Ogni paio ha 133 gommini: «Mai un incubo, è il cuore dell’azienda. Quest’anno lo celebriamo con un libro, eventi e nuove edizioni».

Dazi e instabilità: “Ma il desiderio rimetterà ordine”

Sui dazi Usa: «Creano incertezza, e quando c’è incertezza la gente aspetta». Ma Della Valle è ottimista: «La qualità e il desiderio torneranno a rimettere ordine. Serve equilibrio, come ragionerebbe un saggio contadino. Stiamo lavorando su soluzioni per non gravare sul consumatore».

Il prezzo del lusso: “I costi saliranno, ma con equilibrio”

«I prezzi saliranno, inevitabilmente. Dopo la pandemia i costi sono aumentati, ora ci si aggiungono i dazi. Ma un prodotto artigianale di qualità richiede un valore adeguato. Cercheremo di restare accessibili».

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Moody’s declassa il rating degli Usa ad Aa1

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L’agenzia di rating Moody’s (Foto Imagoeconomica) ha declassato il rating del credito degli Stati Uniti da Aaa ad Aa1, citando i crescenti livelli del debito pubblico e i costi di rimborso degli interessi. L’agenzia ha inoltre modificato l’outlook per gli Usa da negativo a stabile.

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