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Esteri

Putin agita il nucleare e sospende il trattato Start

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Una nuova corsa agli armamenti nucleari in pieno stile Guerra Fredda. E’ questo lo spettro che agita il mondo dopo l’annuncio fatto da Vladimir Putin durante il discorso sullo Stato della Nazione che la Russia sospenderà l’applicazione del New Start, l’unico trattato con gli Usa ancora in vigore sulla limitazione delle testate atomiche. Un annuncio deplorato con forza da Washington e dalla Nato. La decisione di Mosca è “molto deludente e irresponsabile”, ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken, aggiungendo che gli Usa “rimangono pronti a discutere di armi strategiche” con la Russia. “Deploro la sospensione” del New Start e “invito” Mosca a “riconsiderare questa decisione”, ha detto da parte sua il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo il quale “più armi nucleari e meno trattati rendono il mondo più pericoloso”. L’annuncio sul nucleare è stata l’unica novità di rilievo in un discorso durato quasi due ore – interrotto da 53 applausi e 4 standing ovation – pronunciato da Putin al palazzo Gostiny Dvor, vicino alla Piazza Rossa, davanti ai membri delle due camere del Parlamento e del governo, dei governatori delle regioni e di una rappresentanza di combattenti della cosiddetta ‘operazione militare speciale’ in Ucraina. Ma ha sorpreso anche che, contrariamente a tutte le aspettative, il presidente russo abbia totalmente ignorato la visita fatta ieri da Joe Biden a Kiev.

Nemmeno un accenno alle mosse dell’avversario in questo primo anniversario dall’inizio del conflitto. E il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha tenuto a sottolineare che Putin non avrebbe nemmeno seguito il discorso del presidente americano a Varsavia. Per il resto, il leader russo si è limitato a ribadire punto per punto le ragioni già addotte negli ultimi 12 mesi per motivare l’intervento, per poi affermare: “E’ impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia”. La Russia, ha detto Putin, avrebbe voluto risolvere pacificamente la questione ucraina, ma l’Occidente l’ha ingannata sostenendo il “regime neonazista” di Kiev che meditava di attaccare le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e la Crimea. Non solo: l’Ucraina voleva anche dotarsi di armi atomiche. A Mosca, dunque, non è rimasta altra scelta che intervenire militarmente. E ora è attaccata in una guerra ibrida dall’intero Occidente, il cui obiettivo è “eliminare per sempre” la Russia. Di qui anche la necessità di sospendere il New Start, perché la Russia non può permettere agli ispettori americani di avere accesso ai suoi siti nucleari proprio mentre Washington vuole infliggere a Mosca una “sconfitta strategica”.

Putin ha anche avvertito che la Russia è pronta a riprendere i test sulle armi nucleari, se gli Usa lo faranno per primi, e che la sua forza di deterrenza nucleare “è dotata al 90% di armi avanzate”. La Russia sa essere anche “amica e mantenere la parola data”, ha aggiunto Putin, ricordando in particolare l’aiuto fornito “ai Paesi europei, come l’Italia, durante il momento più difficile della pandemia da Covid”. Ma oggi, di fronte all’atteggiamento ostile di tutto l’Occidente, non ha altra scelta che adottare precauzioni per mantenere l’equilibrio strategico, mentre in Ucraina continuerà “sistematicamente” la sua campagna militare. Gran parte del discorso è stato dedicato all’economia, con varie promesse di futuri investimenti e sostegni alle famiglie, come era naturale aspettarsi quando manca poco più di un anno alle elezioni presidenziali alle quali Putin potrebbe presentarsi candidato per un quinto mandato. Ma soprattutto il presidente ha chiamato tutti a raccolta per costruire un nuovo modello di sviluppo basato sulle risorse interne, di fronte alla sfida delle sanzioni internazionali. E in questo ambito ha riservato una stilettata agli oligarchi che hanno visto le loro proprietà congelate in Occidente. “Nessuno dei comuni cittadini – ha affermato – è dispiaciuto per coloro che hanno perso i loro capitali, yacht e palazzi all’estero”. “Non supplicate l’Occidente per riavere i vostri soldi – ha insistito Putin – e non investite all’estero, ma in Russia. Lo Stato e la società vi sosterranno”.

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Esteri

Georgia, si schianta aereo militare turco: Ankara conferma la morte dei 20 soldati a bordo

Tragedia nei cieli della Georgia: Ankara conferma la morte dei 20 militari turchi a bordo del cargo C-130 precipitato. Indagini congiunte tra Turchia e Georgia sulle cause dell’incidente.

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Ankara ha confermato la morte dei venti soldati turchi che si trovavano a bordo dell’aereo cargo militare C-130precipitato ieri nell’est della Georgia.

Il Ministero della Difesa turco ha diffuso i nomi e le fotografie delle vittime, definendoli “eroici compagni d’armi diventati martiri l’11 novembre 2025”. Il comunicato, riportato dalla televisione statale TRT, non contiene riferimenti alle cause dell’incidente, sulle quali è stata aperta un’indagine congiunta tra Turchia e Georgia.


Le indagini sul disastro aereo

Secondo quanto riferito da Ankara, una squadra di esperti turchi ha iniziato i rilievi sui resti dell’aereo alle 6:30 ora locale (le 4:30 in Italia), in coordinamento con le autorità georgiane.

Le operazioni di recupero sono ancora in corso nell’area montuosa dove il velivolo si è schiantato, una zona di difficile accesso a causa delle condizioni meteorologiche avverse.


Il cordoglio della Turchia

Il governo turco ha proclamato lutto nazionale per le vittime, che saranno ricordate con cerimonie militari a Ankara e nelle rispettive città d’origine.
«Onoreremo per sempre la memoria dei nostri soldati caduti in servizio», ha dichiarato il Ministero della Difesa.

Le autorità georgiane hanno espresso cordoglio per l’incidente, offrendo piena collaborazione alle autorità turche per chiarire le cause della tragedia, che ha scosso profondamente entrambi i Paesi.

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Colombia, bombardamento dell’esercito contro le Farc dissidenti: almeno 19 morti nel Guaviare

L’esercito colombiano bombarda una fazione dissidente delle Farc nel dipartimento di Guaviare: almeno 19 morti. L’operazione è stata ordinata dal presidente Petro.

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Un bombardamento dell’esercito colombiano contro una fazione dissidente delle ex Farc ha causato almeno 19 mortinel dipartimento di Guaviare, nella zona amazzonica del Paese. Lo riferisce il quotidiano colombiano El Tiempo, secondo cui l’operazione è stata ordinata dal presidente Gustavo Petro.


L’offensiva militare contro il fronte di Iván Mordisco

L’attacco, condotto sia dal cielo che da terra, ha colpito il gruppo guidato da Iván Mordisco (nome di battaglia di Néstor Gregorio Vera), leader del cosiddetto Stato Maggiore Centrale, una delle principali fazioni ribelli rimaste attive dopo la firma dell’accordo di pace con le Farc.

Il blitz è avvenuto nella zona rurale del municipio di Calamar, dopo mesi di operazioni di intelligence che hanno permesso di individuare i campi dei ribelli. Oltre ai 19 morti, almeno cinque disertori si sono arresi alle forze di sicurezza.


“Operazione ancora in corso”

Il ministro della Difesa, Pedro Sánchez Suárez, ha confermato che l’operazione prosegue e mira a smantellare le strutture armate che “minacciano e ricattano le comunità e i contadini del Guaviare”.

Già l’11 novembre, il presidente Petro aveva annunciato su X l’avvio di una “offensiva militare per la dissoluzione del fronte di Iván Mordisco”, dopo la rottura del cessate il fuoco con le fazioni dissidenti delle Farc.


Escalation del conflitto interno

Le forze di Iván Mordisco operano in diverse regioni del Paese, tra cui Caquetá, Meta, Guaviare e Putumayo. L’offensiva ordinata dal governo segna una nuova escalation del conflitto interno colombiano, in un momento di forte tensione tra le autorità centrali e le formazioni armate che hanno scelto di non aderire al processo di pace firmato nel 2016.

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Morte di Ace Frehley, chitarrista dei Kiss: l’autopsia rivela che fu una caduta accidentale

L’autopsia chiarisce le cause della morte di Ace Frehley, storico chitarrista dei Kiss: è deceduto per le ferite alla testa riportate in una caduta accidentale.

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La morte di Ace Frehley, leggendario chitarrista solista e membro fondatore dei Kiss, è stata causata da ferite alla testa provocate da una caduta accidentale. Lo hanno reso noto i media statunitensi, citando i risultati ufficiali dell’autopsia condotta dall’ufficio del medico legale della contea di Morris, nel New Jersey.


Le cause del decesso

Secondo il referto, Frehley – 74 anni – è deceduto per traumi cranici da corpo contundente dopo una caduta che gli aveva provocato fratture facciali vicino agli occhi e all’orecchio sinistro, oltre a lividi sull’addome, sulla gamba e sull’anca destra.
La dinamica dell’incidente è stata definita puramente accidentale.


Il ricordo di una leggenda del rock

Ace Frehley è morto il 16 ottobre scorso a Morristown, nel New Jersey, circondato dai familiari, poche settimane dopo l’incidente. Il suo agente aveva già riferito che l’artista si era spento “serenamente”.

Frehley, chitarrista iconico dal sound inconfondibile e dal volto dipinto d’argento, aveva fondato i Kiss nel 1973 insieme a Paul Stanley, Gene Simmons e Peter Criss, contribuendo a creare una delle band più celebri e spettacolari della storia del rock.

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