L’emergenza coronavirus potrebbe fermare la Serie A e altri campionati, non solo di calcio. Quattro le partite della 25/a giornata rinviate: dopo le tre già annunciate in tarda serata, Atalanta-Sassuolo, Verona-Cagliari e Inter-Sampdoria, per lo stop del Governo alla competizioni in Lombardia e Veneto, è toccato al Piemonte fermare lo sport. E di conseguenza è slittata Torino-Parma, in programma all’Olimpico granata. ‘Salve’ invece Genoa-Lazio, regolarmente disputata all’ora di pranzo e Roma-Lecce.. “Con questo decreto ci siamo adeguati e convinti che la valutazione sia quella più giusta, al momento”, ha confermato il presidente del CONI Giovanni Malagò. Difficilmente, sembra di capire, l’emergenza si limiterà a questo weeekend. Complicato al momento fare previsioni, tutto dipenderà dall’evoluzione della situazione nelle zone considerate a rischio. Intanto c’è da capire quando verranno recuperate le gare saltate. La partita del Bentegodi inizialmente si è pensato di farla giocare già domani, ma in serata i sardi hanno deciso di far ritorno sull’isola. Segno che al momento è tutto fermo. Nell’individuazione delle date in un calendario già intasato occorre ricordare che non si può andare oltre domenica 24 maggio, ultima giornata del campionato che poi lascerà spazio ai preparativi per l’Europeo. Sul problema dei calendari intasati, il presidente del CONI ha ricordato: “Non sono regolati dal sottoscritto e si incastrano anche con quelli internazionali”.
Giovanni Malagò. Il capo del Coni, padrone dello Sport italiano
La situazione più complicata è quella legata all’Inter, formazione che oltre al campionato è in corsa in Coppa Italia e Europa League. Il che rende problematica la ricerca della prima finestra utile: se i ragazzi di Conte proseguissero in tutti i fronti, la prima data utile per il recupero cadrebbe mercoledì 20 maggio. Ovvero, pochi giorni prima dell’ultimo turno di campionato: non proprio il massimo, se si intende garantire la regolarità del torneo. “Fino a tarda sera ho sentito alcuni dei dirigenti coinvolti, l’ultima telefonata con Marotta è stata in piena notte. Il discorso delle porte chiuse è stato preso in considerazione ma ci sono delle problematiche”, ha detto ancora Malagò. Al di là dal nodo-recupero, le istituzioni del pallone si interrogano sulle prossime partite e sul modo di impedire altri rinvii nel caso l’emergenza persistesse nelle zone a rischio. I riflettori ovviamente sono puntati sul big match di Juventus-Inter di domenica 1° marzo, all’Allianz Stadium di Torino, mentre alle 12.30 il calendario prevede Milan-Genoa a San Siro. Ma una decisione dovrà essere presa anche per l’impegno che attende i nerazzurri in settimana, il ritorno dell’andata dei sedicesimi di Europa League con il Ludogorets a San Siro. L’Uefa propende per San Siro.
Simone Inzaghi. Il tecnico della Lazio dice no agli stadi chiusi
“C’è un interesse primario che è la salute, ma è chiaro che l’obiettivo è di ristabilire la normalità il prima possibile. Per ora si naviga a vista, altri interessi devono andare un attimo in secondo piano”, ha spiegato ancora Malagò presente all’Olimpico per Roma-Lecce. Escluso drasticamente il rinvio, la gara potrebbe disputarsi a porte chiuse o, come alternativa, in un campo neutro di una zona non considerata a rischio. A tale proposito il club bulgaro ha annunciato di aver “formalmente chiesto a Uefa e Inter” informazioni “sulla situazione nella regione Lombardia”, ricordando che “più di 600 sostenitori dovrebbero sostenere la squadra a San Siro, molti di loro hanno già acquistato biglietti aerei e ci sono viaggi organizzati in autobus dalla Bulgaria all’Italia”. La possibile chiusura degli impianti al pubblico, al vaglio in queste ore da Governo, ministero dello Sport, Lega A e Figc non solo per evitare contagio ma per salvare gli affari delle pay tv troverà la opposizione certa del tecnico della Lazio Simone Inzaghi. “La soluzione non sono le gare a porte chiuse, perché i tifosi sono il cuore del nostro sport”, ha spiegato il tecnico dopo la sfida vinta in casa del Genoa. “È giusto condividere il calcio con le tifoserie, bisognerà trovare un rimedio alternativo a questa problematica”. Chissà se la pensa allo stesso modo anche Claudio Lotito e gli altri presidenti delle squadre di calcio di serie A che in queste ore vengono pressati da Sky e Dazn, le pay tv che si dividono i profitti della torta del calcio.
Alla fine la fumata bianca per l’approvazione del piano strategico della Federcalcio è arrivata. Tutti favorevoli, o quasi, al nuovo pacchetto di norme economico-finanziarie che prevederanno obblighi più stringenti per i club. Perché a una Serie A che si inserisce tra i “sì”, c’è anche una Serie B che si astiene. “Un’astensione costruttiva”, l’ha definita il presidente della cadetteria, Mauro Balata. Una decisione che non sI spiega il presidente della Figc, Gabriele Gravina.
“Abbiamo ricevuto richieste di riforme, le facciamo, condividiamo i principi e poi ci si astiene…”, la replica del n.1 della Federcalcio. La B, intanto, dal canto suo solleva le criticità nella differenziazione di norme che il piano strategico adotta tra Serie A e B, mentre dalla Federcalcio continuano a ribadire come non vi sia alcuna disparità perché storicamente si sono sempre usati criteri differenti tra le due massime leghe. Nel pacchetto di principi e parametri economici deliberati oggi, infatti, gli indicatori di liquidità, indebitamento e del costo del lavoro allargato saranno ammissivi per la Serie B e C, mentre per la A la si è optato per un allineamento verso la disciplina Uefa. A questo la Figc, da piano strategico, ha aggiunto un’architettura di maggiori controlli durante l’anno per garantire una gestione sostenibile dei club con sanzioni (ancora da definire) previste nell’arco della stagione in caso di violazioni. Un risultato che Gravina definisce “un successo nell’ottica del risanamento economico-finanziario del calcio italiano”, parlando di “impegno mantenuto”.
Come detto a favore è stato anche il parere della Serie A che fa sapere come il suo voto sia stato mosso da un fattore di coerenza con le proposte portate alla Federcalcio sul tema delle norme economico-finanziarie e per senso di dovere istituzionale. Non arretra, però, sul tema di una richiesta di maggiore autonomia e l’aspettativa, ora, è che quando presenterà il progetto alla Figc ci sia condivisione. “Proseguiremo questo percorso e ci aspettiamo l’entusiasmo di tutti nel riceverlo e vederlo perché una Lega più forte avvantaggia tutto il calcio italiano”, ha sottolineato il presidente della Serie A, Lorenzo Casini.
In posizione d’attesa Gravina che aspetta di conoscere i contorni della richiesta nonostante definisca il percorso che la A vuole intraprendere “molto complesso”. “Saremmo felici di conoscere i contorni di questa autonomia – ha detto il presidente della Figc – Certo, il modello Premier tanto decantato non mi sembra che calzi sulle aspettative della Serie A ma probabilmente ci sfugge qualcosa. In consiglio federale ho detto che non c’è contrasto, nessuna contrapposizione”. A fare da sfondo il caso Acerbi-Jesus con Gravina “umanamente vicino” ai due calciatori, “ma quando vedrò Francesco lo abbraccerò”. “I verdetti della giustizia vanno accettati – conclude – e noi crediamo ad Acerbi perché chi indossa la maglia azzurra ha certi valori”.
Filippo Volandri, capitano di Davis azzurro, ha telefonato a Raul Brancaccio per esprimergli la vicinanza personale e di tutto il tennis italiano, in qualita’ di direttore del settore tecnico maschile della Federtennis. Ieri il giocatore napoletano aveva denunciato il tifo contro del pubblico di casa per scommesse live, nell’incontro perso al Napoli Cup Atp Challenger 125.
Il fenomeno, si sottolinea dalla federazione, è noto da tempo: il caso di scommettitori che ‘interferiscono’ col tifo sui giocatori per indirizzare le loro puntate non si è verificato solo a Napoli, e a Napoli non solo contro Brancaccio. Per questo il presidente della Fitp, Angelo Binaghi, ha sentito il presidente del tennis club di Napoli, Riccardo Villari, e l’Atp per attivare tutte le misure in grado arginare questi casi.
In particolare l’Atp attiva la sua task force dedicata, in caso di palese presenza di scommettitori live sugli spalti: il tennis club napoletano ha invece già contattato le forze dell’ordine per eventuali interventi, che in caso il “tifo” superino i limiti possono spettare anche all’arbitro e al supervisor del torneo, per fermare comportamenti considerati “intollerabili”
Nuovi problemi di giustizia sportiva per Sandro Tonali: il centrocampista italiano del Newscastle sarebbe di nuovo nei guai legati al caso scommesse. Attualmente sta scontando una squalifica di 10 mesi inflitta dalla Figc per aver puntato su partite di calcio, comprese quelle del Milan, ma adesso Tonali è stato “incriminato” dalla Football Association, la federazione calcistica inglese, per aver violato le regole di condotta scommettendo su partite avvenute tra il 12 agosto e il 12 ottobre del 2023, periodo coincidente con l’inizio dell’attuale Premier League. Tonali, trasferitosi al Milan per 55 milioni di sterline, era un tesserato del Newcastle a partire da quella data. La FA ha reso noto sul suo sito che Tonali ha tempo fino al 5 aprile per presentare la sua difesa. La federazione specifica che il centrocampista ha commesso la violazione delle regole con ben 50 puntate differenti. Il Newcastle, pur senza entrare nel merito della questione data l’indagine in corso, ha dichiarato di “riconoscere l’accusa di cattiva condotta ricevuta da Tonali” e ha aggiunto che il giocatore “continua a dare ampia collaborazione alle indagini e ha il pieno sostegno del club”.
Questo nuovo sviluppo getta ulteriori ombre sulla carriera del centrocampista italiano, la cui reputazione è stata compromessa dai suoi presunti comportamenti fuori dal campo. Resta ora da vedere quali saranno le conseguenze di questa accusa sulla sua carriera e sul suo futuro nel calcio professionistico. Tonali avrà la possibilità di difendersi e dimostrare la sua innocenza, ma il suo percorso nel mondo dello sport potrebbe essere gravemente compromesso da queste recenti controversie.