Un anno di inibizione per Claudio Lotito e 200 mila euro di multa per la Lazio. La nuova Corte federale d’appello a sezioni unite presieduta dal neo nominato Mario Luigi Torsello modifica la sentenza di primo grado del Tribunale federale nazionale che aveva comminato 7 mesi di inibizione al patron biancoceleste per la mancata applicazione dei protocolli, ma non nel senso del ricorso del presidente Lazio che chiedeva la piena assoluzione. Stando cosi’ le cose, Lotito rischia la decadenza da consigliere federale. “Ma la sentenza deve andare in giudicato”, assicura l’avvocato di Lotito, preannunciando ricorso al Colleggio di garanzia presso il Coni, La sentenza d’appello e’ stata varata nel pomeriggio qualche ora dopo la fine di un processo andato in scena in videoconferenza in mattinata e durato circa un’ora e mezzo. Rispetto al primo grado peggiora anche la multa per il club, da 150 a 200 mila euro, ritenuto dai giudici colpevole come il presidente e i due medici biancocelesti Ivo Pulcini e Fabio Rodia (per loro confermati 12 mesi di stop) di non aver comunicato a dovere alle autorita’ sanitarie di competenza le presunte positivita’ al Covid-19 di alcuni componenti del gruppo squadra (tra cui diversi giocatori, alcuni anche schierati in campo da Inzaghi) a cavallo delle due gare di Champions con Bruges e San Pietroburgo e quelle di campionato dell’1 novembre contro il Torino e dell’8 novembre contro la Juventus. Il processo-bis alla Lazio sul caso tamponi vede al momento un solo vincitore, il procuratore federale Giuseppe Chine’, fresco di riconferma a partire dal 1 luglio, che in primo grado chiese 13 mesi e che dopo la decisione del Tfn decise subito di ricorrere. Un ricorso che ora appare scontato da parte della Lazio e del suo presidente: “La sentenza ha causato un inasprimento ancora maggiore in Claudio Lotito nel ritenersi vittima di un’ingiustizia. Il presidente considera questa costruzione accusatoria nei suoi confronti assolutamente infondata”, afferma senza indugi l’avvocato della Lazio Gian Michele Gentile, rimasto sorpreso anch’esso della ‘reformatio in peius’ subita dal suo assistito e dal club. “Vogliamo l’assoluzione, andremo avanti ricorrendo al Collegio di Garanzia e se necessario abbiamo anche il Tar, non e’ una cosa semplice e che finisce qui”, prosegue l’avvocato. Un peggioramento di pena che rischia di comportare la decadenza di Lotito da ogni carica federale. Anche se su questo punto, Gentile chiarisce: “Non decadrebbe comunque oggi, in base allo statuto bisogna attendere una sentenza definitiva e qui siamo ancora al secondo grado. Quando ci sara’ una sentenza definitiva e nel caso dovessero confermare 12 mesi a quel punto bisognera’ vedere se l’ultima sentenza passata in giudicato a carico di Lotito risale agli ultimi dieci anni a cominciare il conteggio dalla data di pubblicazione della sentenza attuale”. Si decade con 12 mesi piu’ un giorno di inibizione negli ultimi dieci anni, a carico di Lotito ci sarebbero due sentenze al riguardo: due mesi di inibizione nel 2012 per il caso degli agenti sportivi e un mese e mezzo nell’agosto 2011 per questioni legate alla gestione dello stadio Olimpico. (ANSA)