Il committente, per conto del ministero delle Infrastrutture, è il Provveditorato.
L’ esecutore è il Consorzio, ormai orfano delle società Condotte, Mantovani e Fincosit, che lo gestirono all’epoca delle vacche grasse. Da tempo i commissari chiedono a Linetti i soldi necessari per la fase di avviamento del Mose. E fioccano le accuse di ostruzionismo. Adesso il provveditore ha risposto con una lettera di fuoco che mette in discussione le stesse ragioni del commissariamento da parte dell’Anticorruzione, definisce il Consorzio una “scatola vuota”, incapace di completare il Mose e lancia un ultimatum ai commissari ad “adempiere all’obbligazione contrattuale di presentazione del piano di avviamento”.
Linetti definisce “impresentabile e irricevibile” la richiesta di finanziamenti, sostenendo che la funzione primaria del commissariamento era la “completa realizzazione” dell’opera. Invece, cinque anni dopo il Consorzio avrebbe dimostrato “l’impossibilità di adempimento di dette obbligazioni”. Un verdetto di incapacità verso i commissari. Linetti ricorda che il Mose è stato finanziato per 5 milioni 493 milioni di euro e che sono stati stanziati 100 milioni per l’avviamento. Come andrà finire? Saranno stanziati altri soldi per il Mose? E chi li gestirà?