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Cronache

Producevano liquori dai prodotti per sanificare: l’inchiesta della Guardia di Finanza

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Utilizzavano grandi quantitativi di disinfettante ed alcool denaturato di origine estera per la produzione di bevande alcoliche. Gli Ispettori dell’Unità Investigativa Centrale dell’ICQRF e i militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, coadiuvati da personale degli Uffici e Reparti territoriali, hanno dato esecuzione a decreti di perquisizione emessi dalla Procura di Napoli Nord nell’ambito di un’articolata attività investigativa. Nel corso delle indagini  sono stati già effettuati sequestri in Campania ed in Puglia di prodotti e le analisi tecniche svolte dai laboratori specializzati dell’ICQRF hanno rilevato l’utilizzo del medesimo profilo chimico illegale, tipico dell’alcool denaturato destinato all’uso industriale ed alla sanificazione.

Ora al di là dell’uso delinquenziale di prodotti per la sanificazione ci si chiede ma come si può pensare di utilizzare per le bevande questa tipologia di alcol?

Questo tipo di attività illegale ha permesso anche di evadere il pagamento delle accise in quanto il prodotto disinfettante, che non è soggetto al pagamento dell’imposta, all’atto dell’introduzione in Italia, veniva successivamente utilizzato per la produzione di bevande alcoliche.


La Guardia di Finanza, oltre ad assicurare un apporto operativo nella realizzazione delle predette attività di indagine, ha provveduto ad acquisire documentazione contabile ed extracontabile riferibile a plurime società, che sarà passata al vaglio dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Napoli.
Le perquisizioni svolte nella giornata di ieri hanno consentito di ricostruire in maniera ancora più dettagliata le attività realizzate dal sodalizio criminale, che è risultato essere operativo anche nel settore della contraffazione di sigilli di Stato e di generi alimentari di prima necessità.
In particolare, le forze di polizia giudiziaria impegnate nell’operazione hanno sottoposto a sequestro circa 2.800 litri di alcool, un ingente quantitativo di confezioni di champagne e vini, oltre 9.000 bottiglie di liquori e 900 bottiglie di olio extravergine di oliva.


Inoltre, l’estensione delle perquisizioni a tipografie e depositi commerciali ha consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro 300.000 contrassegni di Stato contraffatti oltre a numerosi cliché per la stampa di false etichette che sarebbero state apposte ai prodotti di provenienza illecita.
Da ultimo, nei confronti degli indagati, si è proceduto al sequestro di ingenti somme di denaro e di numerosi assegni, verosimile provento dell’attività delittuosa posta in essere

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Messina Denaro è in coma irreversibile

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Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile e da stasera non verrà più alimentato. Scorrono i titoli di coda sulla storia del boss riuscito a sfuggire alla cattura per 30 anni, arrestato il 16 gennaio mentre andava in una delle cliniche più prestigiose di Palermo per sottoposti alla chemioterapia. Una malattia lunga tre anni, quella del boss che, secondo quanto sostengono i medici, ormai non gli lascia più speranze. Dopo l’arresto il capomafia di Castelvetrano è stato portato nel supercarcere de L’Aquila dove è stato sottoposto alle cure per il cancro al colon scoperto a fine 2020. Seguito costantemente dall’equipe dell’Oncologia dell’ospedale de L’Aquila, curato in cella, dove è stata allestita per lui una sorta di infermeria, il padrino è stato in discrete condizioni fino a un mese fa. Poi, dopo due interventi, la situazione è precipitata e ne è stato disposto il ricovero nel reparto detenuti del nosocomio. Negli ultimi giorni, visto il peggiorare delle condizioni il capomafia è stato prima sottoposto alla terapia del dolore, poi sedato.

Le visite dei pochi familiari ammessi le scorse settimane sono state sospese. Messina Denaro, però, ha potuto riconoscere la figlia Lorenza Alagna, avuta durante la latitanza e le ha dato il suo cognome. Non ci sono stati, però, incontri tra i due perché il boss avrebbe preferito non farsi vedere dalla figlia nelle gravi condizioni in cui era. Dall’arresto il padrino è stato interrogato più volte dai pm di Palermo precisando, fin dal primo incontro, che non avrebbe mai collaborato con la giustizia.

E così è stato. Anzi nel corso del primo interrogatorio, con aria sfottente, non ammettendo neppure di far parte di Cosa nostra, ha detto al procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e all’aggiunto Paolo Guido, che hanno coordinato le indagini per la sua cattura, che se non fosse stato malato e costretto a ricorrere alle cure della clinica, lo Stato non l’avrebbe mai preso. Il boss, autorizzato a incontrare i familiari stretti e il suo avvocato, la nipote Lorenza Guttadauro, non ha però mai potuto vedere la sorella a lui più affezionata, Rosalia Messina Denaro, arrestata nei mesi scorsi per mafia. E’ perquisendo la sua abitazione che i carabinieri del Ros hanno potuto ricostruire la sua malattia, l’alias usato per le cure riuscendo così a porre fine a 30 anni di latitanza.

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Cronache

Morto bimbo 10 anni ferito in esplosione ordigno bellico

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E’ morto il bambino di 10 anni rimasto gravemente ferito oggi pomeriggio, dopo essere stato colpito da un’esplosione avvenuta nella pertinenze della sua abitazione a Vivaro (Pordenone). Lo si apprende dalla stampa locale. Lo scoppio sarebbe stato determinato da un ordigno bellico, verosimilmente un residuato. Il bambino è stato portato in gravissime condizioni all’ospedale di Pordenone. Il nonno è ricoverato in gravi condizioni.

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Ancora scosse di terremoto nei Campi Flegrei, paura e scuole evacuate

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Paura nella zona dei Campi Flegrei a Napoli per un’altra scossa avvertita distintamente dalla popolazione. A differenza del terremoto del 7 settembre scorso quando il sisma si verificò di sera, questa volta alle 11,02 un evento di magnitudo 3 subito seguito da un altro di 2,5, con epicentro nella zona della Solfatara, a un chilometro di profondità, ha provocato momenti di preoccupazione tra i genitori degli alunni che erano a scuola. E due istituti, secondo quanto si è appreso, sono stati infatti evacuati a Pozzuoli per alcuni minuti. I docenti hanno fatto uscire gli studenti alla scuola media Giacinto Diano, in via Solfatara, come previsto dal protocollo predisposto per l’emergenza e li hanno trattenuti nel cortile.

Sono stati portati fuori dall’aula per un po’ di tempo anche i bimbi della scuola materna ed elementare San Giuseppe, anch’essa in via Solfatara. La scossa è stata avvertita non solo a Pozzuoli ma anche nei quartieri vicini della zona occidentale di Napoli come Agnano, Bagnoli e Fuorigrotta. Non sono stati segnalati danni. Il 12 settembre era stata avvertita una scossa di magnitudo 2.3 alle 4,28 mentre un evento che aveva preoccupato particolarmente la popolazione si era registrato il 7 settembre scorso con uno sciame sismico di magnitudo superiore a 3. “Non c’è al momento nessun dato precursore di un’eruzione imminente dei Campi Flegrei e si continua a rilevare un fenomeno di bradisismo in atto”, ha detto appena due giorni fa Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologi.

Secondo il sindaco della città metropolitana di Napoli, Gaetano Manfredi, “le tante scosse creano ovviamente preoccupazione fra le persone ma ricordo che la zona dei Campi flegrei è tra le più monitorate al mondo e gli indicatori non ci dicono che ci sono rischi nel breve-medio termine. Noi ci prepariamo sempre meglio e si sta lavorando su una revisione dei piani di evacuazione e dei piani di gestione”. Nei giorni scorsi il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, incontrando i sindaci flegrei, ha proposto obiettivi su cui lavorare: un Piano di analisi della vulnerabilità del territorio, finanziato dalla Protezione civile nazionale; un Piano della comunicazione alla popolazione; l’aggiornamento del Piano di emergenza e delle vie di fuga, anche con apposite esercitazioni periodiche, con una verifica della rete infrastrutturale. Intanto, è stato firmato dal presidente della Toscana Eugenio Giani lo stato di emergenza regionale in seguito al sisma che lo scorso 18 settembre ha interessato il territorio della Città Metropolitana di Firenze nella zona del Mugello, al confine con l’Emilia Romagna: epicentro della scossa di magnitudo 4.9 Marradi.

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