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Cronache

Procida, mazzetta di ventimila euro da un imprenditore: arrestato l’assessore Carannante

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Tentata estorsione aggravata e continuata,con questa accusa finisce agli arresti domiciliari l’assessore al Contenzioso e alle bellezze dell’isola di Procida, Antonio Carannante. L’arresto è stato eseguito all’alba dai carabinieri della compagnia di Ischia, agli ordini del capitano Angelo Pio Mitrione: è il compendio di un’inchiesta del pm napoletano Henry John Woodcock avallata dall’Ufficio Gip del Tribinale di Napoli che ha disposto la
misura degli arresti domiciliari. Secondo l’accusa il Carannante avrebbe preteso una tangente di 20 mila euro da un imprenditore a Procida. Tangente che quest’imprenditore avrebbe dovuto consegnare alla proprietaria di un fondo adiacente al luogo in cui quest’ultimo stava realizzando presunti abusi edilizi, mai provati e mai sanzionati. Quindi non ci sarebbe una dazione diretta della presunta tangente dall’imprenditore all’indagato. I Carabinieri dopo aver notificato all’assessore Carannante la misura cautelare in caserma lo hanno riaccompagnato a casa dove ora si trova ristretto ai domiciliari. Ovviamente l’assessore Carannante fino ad eventuale sentenza di condanna definitiva per tentata estorsione è da considerare un cittadino indagato, non un delinquente colpevole. È una dura mazzata anche per l’immagine della deliziosa e tranquilla isola di Procida che concorre alla nomina di capitale italiana della cultura.

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Cronache

Tragedia ad Acerra: bimba di 9 mesi sbranata dal pitbull di famiglia

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Una tragedia ha scosso la comunità di Acerra, nel Napoletano: una bimba di soli 9 mesi, Giulia, è morta dopo essere stata sbranata dal pitbull di famiglia. L’attacco è avvenuto nella notte, mentre la piccola si trovava a casa con il padre. Quest’ultimo, svegliatosi intorno alle 22.30, ha trovato la bambina a terra, in una pozza di sangue, gravemente ferita al viso e al capo. Disperato, ha trasportato la figlia al pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori di Acerra, ma i medici non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

L’indagine della polizia

Sul caso indaga la polizia del Commissariato di Acerra, che sta raccogliendo testimonianze e verificando le dinamiche dell’accaduto. L’appartamento in cui è avvenuta la tragedia è stato sottoposto a sequestro per consentire ulteriori accertamenti. Secondo le prime ricostruzioni, la madre della piccola si trovava al lavoro in una pizzeria al momento della tragedia, mentre il padre, barista, stava dormendo accanto alla figlia.

Un pericolo segnalato da tempo

I residenti del quartiere sono sconvolti e raccontano come la tragedia poteva essere evitata. Secondo quanto riportato, il pitbull della famiglia aveva già dato segni di aggressività in passato. La scorsa estate, infatti, l’animale sarebbe scappato dall’appartamento e aggredito un altro cane che passeggiava con una dog sitter nel rione. “Tutti dicevano che il padrone doveva farlo chiudere perché era pericoloso – raccontano alcuni abitanti – ma non hanno capito il rischio che correvano, soprattutto per la loro bambina”.

La comunità si interroga su come sia stato possibile tenere un cane di una razza considerata pericolosa libero in casa con una neonata. “I cani restano animali, anche se li trattiamo come esseri umani”, ha commentato una residente, scossa dalla tragedia.

Il dolore della comunità

L’intera popolazione di Acerra è sotto shock per l’accaduto. Il sindaco Tito d’Errico ha espresso il dolore della comunità con un messaggio di cordoglio: “A nome di tutta la comunità di Acerra rivolgo una preghiera per l’anima della piccola Giulia, tragicamente volata in cielo troppo presto”.

Ora gli inquirenti dovranno accertare eventuali responsabilità nella gestione del cane e stabilire se vi siano profili di negligenza nella vicenda che ha portato alla morte della piccola.

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Cronache

Svolta nel giallo del Rione Sanità: investitore identificato, si indaga su un inquietante retroscena

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Negli ultimi giorni, il Rione Sanità è stato teatro di una vicenda che ha scosso l’intera comunità. Tutto è iniziato con la protesta di 50 genitori davanti alla scuola dell’infanzia Angiulli, in piazza Mario Pagano, dopo la diffusione di voci su presunti abusi da parte di un collaboratore scolastico.

A rendere il caso ancora più complesso è stata la scoperta di un possibile collegamento tra questa protesta e un grave episodio avvenuto il giorno precedente: l’investimento del collaboratore scolastico da parte di un pirata della strada.

La svolta nelle indagini

Le indagini dei carabinieri della compagnia Stella hanno portato, nella giornata di ieri, all’identificazione e denuncia dell’investitore, che è risultato essere un 34enne napoletano, padre di una bimba di quattro anni iscritta alla scuola della Sanità.

Il primo intervento dei carabinieri era avvenuto mercoledì scorso, durante l’assalto dei genitori davanti all’istituto, necessario per mantenere l’ordine pubblico. Alcuni genitori, in preda alla rabbia, avevano ritirato i propri figli dalla scuola denunciando verbalmente gli abusi, senza però depositare alcuna querela formale. Nel frattempo, i militari hanno accertato che il collaboratore scolastico non era presente a scuola perché ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli, dopo essere stato travolto da una moto.

L’investitore si era presentato in caserma per autodenunciarsi, a distanza di alcune ore dall’incidente. Tuttavia, le immagini della videosorveglianza e le testimonianze raccolte nel Rione Stella hanno permesso ai carabinieri di confermare la sua responsabilità.

Le ipotesi investigative

L’uomo è stato denunciato a piede libero come presunto pirata della strada, ma il vero nodo dell’indagine è stabilire se l’investimento sia stato doloso. Le voci di quartiere e i post sui social ipotizzano un’azione premeditata: il padre della bambina avrebbe creato un profilo fake, fingendosi una dodicenne per attirare l’uomo in una trappola e poi investirlo con la moto.

Le indagini informatiche in corso mirano a verificare se l’uomo abbia realmente creato il falso profilo per adescare il collaboratore scolastico e attirarlo nel luogo dell’incidente.

Il ruolo dei social nella vicenda

Il racconto della vicenda si è diffuso rapidamente nel quartiere e sui social network, dove in molti hanno espresso solidarietà al padre della bimba, considerandolo autore di un atto di giustizia fai da te. L’episodio ha acceso un dibattito sull’utilizzo dei social per diffondere notizie e sulla pericolosità di processi sommari condotti al di fuori delle sedi giudiziarie.

Al momento, non risultano denunce formali nei confronti del collaboratore scolastico, mentre le forze dell’ordine proseguono gli accertamenti per fare piena luce sui fatti e stabilire l’attendibilità delle accuse diffuse online.

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Furto di energia elettrica a Chiaia: due noti locali nel mirino dei carabinieri

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I carabinieri del comando provinciale, insieme ai tecnici dell’Enel, hanno effettuato una serie di controlli a tappeto in diversi locali di Napoli. L’obiettivo: verificare eventuali manomissioni ai contatori per il furto di energia elettrica. A sorpresa, a finire nella rete delle verifiche non sono stati cittadini in difficoltà, ma due noti esercizi commerciali nel cuore della movida di Chiaia.

Le irregolarità riscontrate

Durante i controlli, avvenuti alla vigilia di San Valentino, le forze dell’ordine hanno visitato vari locali tra Mergellina e piazza del Plebiscito. Tra questi, il ristorante Terrazza Calabritto, dove i tecnici hanno scoperto una manomissione del contatore con un errore di fatturazione del 72% rispetto ai consumi reali. Il contatore è stato immediatamente sostituito con uno nuovo.

Stessa situazione è stata riscontrata nel Caffè la Nuit, in via Nazario Sauro, dove il consumo risultava alterato per un 67% in meno rispetto ai dati reali. Anche in questo caso, è scattata la contestazione del reato di furto di energia elettrica, punito con da due a sei anni di reclusione e una multa che può variare da 927 a 1.500 euro. In presenza di aggravanti, la pena può salire fino a dieci anni.

Le reazioni

Abbiamo tentato di contattare i titolari dei due locali coinvolti. Il proprietario del Caffè la Nuit non è stato reperibile. Ha invece risposto Vincenzo Politelli, titolare di Terrazza Calabritto, che ha espresso il suo rammarico: «Ci siamo resi conto solo dopo il controllo che c’era un problema al contatore. Il nostro locale ha sempre superato tutte le verifiche e non ha certo bisogno di lucrare sull’energia elettrica». Politelli ha aggiunto che la vicenda è ora nelle mani della magistratura e che la difesa è stata affidata all’avvocato Lelio Della Pietra.

I controlli sulla movida

La movida napoletana resta sotto il controllo serrato delle forze dell’ordine. I carabinieri della compagnia Napoli Centrohanno intensificato i controlli nella zona dei baretti, dichiarata “zona rossa” dal prefetto di Napoli, Michele di Bari. Particolare attenzione è stata rivolta ai parcheggiatori abusivi, con sei persone denunciate per aver occupato illegalmente le aree più affollate, tra cui largo Vasto a Chiaia e via Imbriani.

Nel corso della serata, i carabinieri hanno:

  • Identificato 138 giovani;
  • Controllato 39 veicoli;
  • Elevato 23 sanzioni al codice della strada;
  • Sequestrato 2 scooter;
  • Segnalato sei ragazzi alla Prefettura per possesso di modiche quantità di droga.

I controlli continueranno anche nei prossimi giorni, con l’obiettivo di garantire sicurezza e legalità nel cuore della movida partenopea.

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