
Sarà Procida, la piccola isola del golfo di Napoli, la Capitale italiana della cultura per il 2022. Un’occasione importante per rilanciare l’economia nel segno del turismo e della cultura. “Con noi vince l’Italia minore, quella dei piccoli comuni dalle bellezze inesplorate che aspettano solo di essere scoperti e valorizzati”, ha commentato il sindaco di Procida Dino Ambrosino. “La cultura non isola” è il tema del dossier che ha conquistato la giuria del Mibact. “Durante tutti questi mesi in cui l’emergenza sanitaria ha separato le nostre comunità, la cultura ci ha tenuto uniti”, spiega il sindaco, che a Juorno ha delineato i tratti che caratterizzeranno Procida Capitale della cultura 2022: un turismo lento, a misura d’uomo, in grado di valorizzare il patrimonio dell’isola senza stravolgere la sua identità culturale.

Ph. Enzo Rando/KONTROLAB
Sindaco, che cosa rappresenta questa vittoria per un’isola piccola come Procida?
Questa vittoria è dedicata ai “paesi dell’Italia minore”: il nostro è un Paese straordinario che include tanti piccoli comuni con enormi bellezze che aspettano solo di essere conosciuti e valorizzati. Procida non aveva il blasone di altre realtà, non tutti la conoscevano. Per questo nel corso del tempo abbiamo fatto tanto per promuoverla. Per la prima volta la giuria ha premiato un piccolo comune. Questa nomina rappresenta un’occasione importante per valorizzare l’isola e creare un volano economico per le realtà minori del nostro Paese.

Procida Ph Roberta Basile / KONTROLAB
Desidera ringraziare qualcuno per questo successo?
Certo, dobbiamo ringraziare la Regione Campania e la Città Metropolitana di Napoli, le scuole del territorio, la realtà dei Campi Flegrei con cui abbiamo presentato il progetto. Dietro questa nomina c’è stato un importante gioco di squadra, il lavoro sinergico di tante istituzioni e siamo davvero contenti di aver raggiunto questo traguardo.

Ph. Enzo Rando/KONTROLAB
Come è nata l’idea di candidare Procida a Capitale della Cultura?
Un anno fa ragionavamo sulla necessità di orientare un turismo che a Procida stava crescendo di anno in anno. Era importante per noi valorizzare questi numeri senza compromettere l’identità culturale dell’isola. La candidatura è stato quindi uno strumento che ci ha permesso di ragionare insieme alla comunità su quale potesse essere il nostro futuro. La nostra idea è quella di un turismo lento, a misura d’uomo, che non stravolga le nostre caratteristiche. Da questa visione condivisa con la comunità è nato il progetto, che ha preso forma grazie al supporto di professionisti competenti. Siamo stati bravi a costruire un dossier competitivo e pieno di contenuti interessanti.

La processione dei Misteri del Venerdi Santo a Procida (ph. Mario Laporta)
Coniugare numeri importanti e tutela del patrimonio paesaggistico e culturale non sarà facile.
È vero, è la sfida più importante che ci attende. Dobbiamo essere attenti a tutelare un ecosistema che è comunque molto fragile; dobbiamo sfruttare questa nomina per recuperare quella parte del nostro patrimonio che è a rischio. Penso ai costoni che sono molto fragili e di cui ogni anno perdiamo un pezzettino, oppure penso alla valorizzazione di Palazzo D’Avalos, l’ex carcere. Sono strutture che non possiamo lasciare degradare.

La processione dei Misteri del Venerdi Santo a Procida (ph. Mario Laporta)
Su che cosa ha puntato il progetto premiato dalla giuria del Mibact?
Il nostro progetto si fondava su un messaggio forte: “la cultura non isola”. Giocando sulle caratteristiche del nostro territorio, abbiamo voluto sottolineare che, soprattutto nell’epoca dell’emergenza coronavirus che ha separato fisicamente le nostre comunità, la cultura e l’identità ci hanno tenuto uniti. Credo che il nostro messaggio sia stato apprezzato dalla commissione che ha voluto premiarlo.

La processione dei Misteri del Venerdi Santo a Procida
ph. Mario Laporta
Quali aspetti dell’isola saranno valorizzati?
Proporremo tanti eventi culturali e valorizzeremo un’idea di turismo lento, a misura d’uomo, cercando di non stravolgere i connotati dell’isola. Procida può rappresentare l’Italia che valorizza le sue ricchezze preservandole da impatti troppo violenti. Questa è la nostra sfida: sfruttare questa opportunità per creare occasioni economiche senza rinunciare alla nostra identità.

Isola di Procida PH MARIO LAPORTA
Quanto sarà importante lavorare in sinergia con le altre isole e il territorio campano limitrofo?
Noi siamo una rete di amministratori, fra le isole e i Campi Flegrei c’è una buona classe dirigente. Abbiamo compreso subito che questa opportunità deve valere per tutti e deve essere un’occasione per far conoscere le nostre ricchezze. L’isola a volte può sembrare lontana, tenuta a distanza dal mare. Al mare noi invece dobbiamo guardare come elemento di unione, perché questa è la storia di Procida: naviganti che hanno girato il mondo grazie al mare. Il mare non isola ma è un elemento attraverso il quale si creano legami importanti.
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