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Primo Maggio dei gilet gialli, scontri e feriti a Parigi

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Scontri, feriti, ma non l’apocalisse prevista su Facebook e in qualche modo temuta dalle autorita’ per questo primo maggio parigino che ha visto sfilare insieme gilet gialli e gilet rossi, i manifestanti tradizionali del sindacato. A Parigi i manifestanti sono stati 40.000, il doppio circa rispetto all’anno scorso, stando ai conteggi piu’ credibili, quelli del consorzio di media Occurrence (molti di meno per la polizia, molti di piu’ per il sindacato). C’erano, soprattutto, fra i 1.000 e i 2.000 black bloc e la loro presenza era temutissima dalle autorita’. Il presidente Emmanuel Macron aveva chiesto “massima fermezza”, il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, ha schierato nella capitale quasi 8.000 fra poliziotti e gendarmi. Tutto per evitare le scene di devastazione che fino a qualche settimana fa facevano ogni settimana il giro del mondo.

Oggi, con gli Champs-Elysees, i palazzi del potere e Notre-Dame vietati all’accesso, si e’ assistito alle scene di guerriglia degli ultimi cinque mesi, pioggia di oggetti e sassi sulla polizia, risposta con lancio massiccio e a tratti impressionante di lacrimogeni. Sono stati 25 i feriti, non gravi. Un poliziotto e’ stato colpito da un sasso alla testa, una donna ferita all’occhio. A differenza dei 24 appuntamenti con i gilet gialli, si e’ assistito oggi a due scenari distinti: la manifestazione dei sindacati da un lato, pacifica e quasi festosa – pur se con qualche preoccupazione – e in coda i black bloc vestiti di nero, a volte con gilet giallo, che si scontravano con la polizia. Da Montparnasse a Place d’Italie e’ successo un po’ di tutto, a cominciare dal coinvolgimento del segretario del sindacato piu’ di gauche, la CGT, negli scontri pre-corteo: Philippe Martinez, vicino al quale e’ piovuto un lacrimogeno, ha dovuto rinunciare a un punto stampa, i sindacalisti della formazione unitaria FSU (insegnanti) hanno abbandonato il corteo. Qualche scontro ha macchiato la manifestazione, qui e la’ qualche cassonetto e’ stato bruciato, le agenzie di banca sono state danneggiate, motorini incendiati, ma niente a che vedere con le giornate peggiori. Parigi non e’ stata “la capitale della sommossa” come prevedevano i piu’ facinorosi.

I momenti di maggior tensione si sono registrati quando una cinquantina di black bloc hanno invaso l’ospedale della Pitie’-Salpetriere e la polizia ha dovuto sloggiarli, poi quando un drappello ha sfondato le recinzioni tentando di invadere un commissariato. Alle 19 la manifestazione si e’ dispersa, per una volta il centro di Parigi e’ stato risparmiato: una parte blindata, fra la Concorde e l’Arco di Trionfo, l’altra – da Republique a Bastille al quartiere latino – frequentata tranquillamente dai tanti turisti, in buona parte italiani in vacanza.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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