Il premio Nobel per la Fisica del 2021 è stato assegnato all’italiano Giorgio Parisi, a Syukuro Manabe e a Klaus Hasselmann “per i contributi innovativi alla nostra comprensione dei sistemi fisici complessi”. I risultati che hanno reso noto a livello internazionale Parisi riguardano principalmente la fisica statistica, la teoria dei campi, i sistemi dinamici, la fisica matematica e la fisica della materia condensata dove ha introdotto i cosiddetti vetri di spin (anche noti come spin glass), una classe di modelli della meccanica statistica di cui lo stesso Parisi ha fornito numerose applicazioni in teoria dell’ottimizzazione, biologia e medicina (immunologia, in particolare).
Inoltre, insieme a Ying-Sheung Wu, ha formulato la cosiddetta quantizzazione stocastica, ovvero un metodo funzionale di quantizzazione basato sulla teoria delle fluttuazioni di Edward Nelson, attraverso cui un sistema fisico classico, in dimensione n+1, soggetto a fluttuazioni, è reso formalmente equivalente ad un ben preciso sistema fisico quantistico in dimensione n.
Notevoli anche i suoi contributi nel campo della fisica delle particelle elementari, in particolare in cromodinamica quantistica e teoria delle stringhe. Ha introdotto, insieme a Guido Altarelli, le cosiddette equazioni di Dokshitzer–Gribov–Lipatov–Altarelli–Parisi che, tra l’altro, forniscono delle correzioni di ordine superiore alla libertà asintotica. Nell’ambito della biologia matematica, a lui si deve l’elaborazione di un’equazione differenziale stocastica per i modelli di crescita per la random aggregation, che ha portato al cosiddetto modello Kardar-Parisi-Zhang. Indirettamente, i suoi studi hanno avuto un impatto rilevante in molti altri campi del sapere, quali l’antropologia, le scienze cognitive, la finanza, la biologia e le scienze sociali in genere, la qual cosa lo rende di fatto una delle personalità più influenti del panorama scientifico internazionale.
E’ stata una carriera scientifica ricca di successo, quella del fisico teorico Giorgio Parisi, 73 anni, ha dedicato la sua carriera scientifica a temi di frontiera: dal bosone di Higgs al comportamento dei sistemi complessi, come le reti neurali, il sistema immunitario o il movimento di gruppi di animali, con i meccanismi alla base delle perfette formazioni degli uccelli in volo e le cui regole potrebbero spiegare anche comportamenti umani complessi, come gli andamenti elettorali o le turbolenze dei mercati azionari. Il suo lavoro si e’ svolto in massima parte in Italia, come docente di Fisica Teorica nell’Universita’ Sapienza di Roma, come ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) ed e’ stato presidente dell’Accademia dei Lincei dal 2018 al 2021. Sono stati numerosi i contributi determinanti e ampiamente riconosciuti dalla comunita’ scientifica internazionale che ha dato nei campi della fisica delle particelle e della meccanica statistica, della fluidodinamica e della materia condensata, fino ai supercomputer. Nato a Roma il 4 agosto 1948, Parisi si e’ laureato in fisica alla Sapienza nel 1970 sotto la guida di un altro grande fisico italiano, Nicola Cabibbo, con una tesi sul bosone di Higgs. Ha iniziato la sua carriera scientifica ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn, dal 1971 al 1973 come membro del Consiglio Nazionale delel Ricerche (Cnr) e dal 1973 al 1981 ricercatore dell’Infn. In quegli anni ha lavorato molto anche all’estero, prima negli Stati Uniti, nella Columbia University di New York (1973-1974), poi in Francia, nell’Institut des Hautes E’tudes Scientifiques a Bures-sur-Yvettes (1976-1977) e all’Ecole Normale Supe’rieure di Parigi (1977-1978). Al rientro in Italia ha lavorato per l’Infn e nel 1981 ha avuto la cattedra di Fisica teoria nell’Universita’ di Roma Tor Vergata e 12 anni piu’ tardi, nel 1992, e’ passato all’Universita’ Sapienza, dove ha tenuto diversi insegnamenti, fra cui fisica teorica, teorie quantistiche, fisica statistica, probabilita’. Con Nicola Cabibbo ed altri fisici italiani ha partecipato al progetto del supercomputer APE100. Nel 2018 e’ stato eletto presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della quale era socio dal 1988. Numerosi i riconoscimenti del suo lavoro a livello internazionale, come la Medaglia Boltzmann (1992), la Medaglia Dirac per la fisica teorica (1999, la Medaglia Max Planck (2011), il premio Wolf (2021). E’ del settembre 2021 era La citazione nella Clarivate Citation Laureate.
Da un lato le istituzioni, che con l’IA Act hanno regolamentato il settore dell’intelligenza artificiale a livello europeo, dall’altro le aziende, che continuano a rendere disponibili applicazioni e software di Intelligenza Artificiale generativa per gli utenti. Il rischio? Quello di bruciare i tempi e di creare un’autostrada a due velocità, che rende confuso un panorama già di per sé complesso e in continuo divenire. Nonostante la disponibilità da mesi di app come ChatGpt e Copilot, il grande pubblico si è approcciato all’IA generativa grazie agli smartphone, soprattutto la serie dei Galaxy S24 presentata da Samsung a gennaio.
Nelle ultime ore, il pubblico di riferimento di Galaxy AI è aumentato ulteriormente, con l’approdo delle funzionalità di intelligenza artificiale generativa anche sui “vecchi” Galaxy S23, Galaxy Z Fold 5 e Galaxy Z Flip. Tradotto in numeri, secondo le stime degli analisti di Counterpoint Research, vuol dire poco meno di 40 milioni di dispositivi al mondo capaci di tradurre telefonate e testi con l’IA, scrivere messaggi supportati da un chatbot, persino modificare le foto, scambiando persone e oggetti, per risultati nuovi e, teoricamente, fuorvianti. “Visto l’ampliamento, serve maggiore consapevolezza da parte delle persone. L’IA è oramai ovunque”, osserva Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano.
“Anche perché – prosegue – applicazioni del genere, destinate alla massa, sono del tutto legittime e non in conflitto con l’IA Act dell’Unione Europea che è in prima linea sull’argomento. La norma prevede quattro livelli di rischio da tener presente nell’adozione su larga scala della tecnologia, e la stragrande maggioranza dei sistemi attualmente in uso rientra nella categoria a ‘rischio minimo’, che include videogiochi e app di libero utilizzo”. Non vuol dire abbassare la guardia, soprattutto quando in gioco c’è la veridicità di un contenuto. Galaxy AI permette di cambiare il modo di usare molte app, tra cui le chiamate e la scrittura di messaggi. Con “traduzione live”, ad esempio, è possibile tradurre una telefonata audio in tempo reale, visualizzando sullo schermo il testo di un interlocutore, già nella propria lingua. Funzionamento simile per la traduzione di chat e file di testo.
La possibilità di cambiare senso a una foto, spostando soggetti da una parte all’altra, persino inserendone di nuovi prima assenti, potrebbe spingere la creazione di fake. Samsung, nei metadati delle singole immagini, inserisce l’indicazione del contenuto generato da Galaxy AI ma non è detto che basti. “In Italia abbiamo un Garante che è molto attento a questi temi, forse più che altrove. Seguendo l’approccio dell’Unione Europea sull’IA Act, che ha richiesto mesi di approvazioni e dibattiti, qualsiasi perplessità dovuta dall’apertura di una piattaforma di IA al grande pubblico non passerà inosservata – rileva ancora Piva – e sarà oggetto di valutazione e analisi. Resta la sfida delle tempistiche: si fa prima a usare una tecnologia che a regolarla ma c’è molta più proattività oggi che in passato. Si sta discutendo proprio in questi giorni, con associazioni di categoria e istituzioni, di copyright e generazione di contenuti digitali. Aspettiamoci una regolamentazione anche in tal senso, che sappia bilanciare creatività e trasparenza”.
Una rete di centinaia di satelliti spia per gli Stati Uniti. E’ il progetto a cui SpaceX, tramite la sua poco nota divisione Starshield, sta lavorando nell’ambito di un contratto da 1,8 miliardi di dollari firmato nel 2021 con una delle agenzie di intelligence americane. L’indiscrezione della Reuters mostra i legami sempre più stretti fra Elon Musk e il governo americano, ma anche i significativi investimenti del Pentagono in sistemi satellitari a bassa orbita terrestre per aiutare e sostenere le attività delle forze sul terreno. Se il programma a cui SpaceX sta lavorando avrà successo, il dipartimento della Difesa vedrà aumentare notevolmente le sue capacità, arrivando a individuare rapidamente potenziali target pressoché ovunque nel mondo. La costellazione di satelliti spia infatti sarà in grado di offrire la copertura più persistente, pervasiva e rapida delle attività sulla Terra.
“Nessuno può sfuggirle”, ha detto una fonte a Reuters descrivendo le capacità del nuovo sistema. Dopo mesi di tensioni e scontri alla luce del sole, l’intelligence americana sembra aver acquisito una maggiore fiducia in Musk, l’eccentrico miliardario convinto sostenitore della libertà di parola che si è ripetutamente scontrato con il governo americano su Starlink all’Ucraina. Capace in un batter d’occhio di decidere da solo lo stop dell’accesso a internet attraverso i suoi satelliti per un cliente o un intero Paese, Musk è ormai un tassello sempre più importante per l’intelligence americana. Le sue società sono infatti le uniche a garantire un servizio capillare e affidabile e neanche l’offensiva spaziale del miliardario rivale Jeff Bezos con Blue Origin ha avuto successo nel fermare il suo dominio nello spazio.
Il boom della domanda energetica sta spingendo al limite la rete elettrica americana. Complici l’intelligenza artificiale, i centri per i dati e il mining di criptovalute, la richiesta di energia elettrica è balzata negli ultimi anni mettendo a dura prova la rete di trasmissione elettrica e minacciando anche la transizione verso l’energia pulita. Il rischio, riporta il Washington Post, è quello di una crisi di sistema che possa mettere in pericolo le forniture energetiche. Le stime per l’energia necessaria nei prossimi cinque anni sono state raddoppiate fra la fame di elettricità dell’IA e la spinta dell’amministrazione Biden a riportare negli Stati Uniti la produzione manifatturiera. Un mix che sta causando un’esplosione della domanda proprio mentre sempre più energia elettrica è necessaria per caricare le auto elettriche e alimentare gli elettrodomestici.