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Premier e numeri, ecco tutte le incognite di un possibile governo M5S-Pd

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Mai più con la Lega. È questo il punto di partenza da cui ripartono Giuseppe Conte e il M5S dopo il voltafaccia di Salvini e la mozione di sfiducia presentata al Senato. Ed è lì, al Senato, che sentiremo il discorso del premier martedì. Sarà una puntuale contestazione delle ossessioni, della scaltrezza, della slealtà e della rincorsa del consenso ad ogni costo di Salvini.

Ma è sul dopo che si annidano contraddizioni e problemi. Un governo M5S-Pd pone una serie di nodi alle due forze politiche sia sul programma che sui nomi da mettere a capo dei ministeri e, soprattutto, di Palazzo Chigi. Ammesso che nasca un governo che abbia una qualche speranza di durare l’intera legislatura. Chi sarà premier di questa nuova squadra sarà’ l’elemento centrale della partita che si potrebbe aprire, con i dem pronti e decisi a rivendicare un nome forte e autorevole, anche e soprattutto a livello internazionale. Il secondo aspetto e’ quello della tenuta dei numeri, in particolare al Senato. Con il Pd, e questa sarebbe una delle preoccupazioni di Nicola Zingaretti, che rischierebbe di essere imprigionato dalle scelte dei renziani, che rappresentano al momento una buona fetta della squadra parlamentare Dem. Da qui anche l’ipotesi di coinvolgere Fi o una parte del gruppo azzurro. A monte il discorso che fara’ il capo del governo a palazzo Madama. Conte provera’ innanzitutto a fare un quadro degli ultimi giorni mettendo nero su bianco che il caos di questo surreale Ferragosto della politica ha un solo padre: Matteo Salvini. E’ a lui che Conte dovrebbe indirizzare il suo “j’accuse”. Poi, stando alle indiscrezioni delle ultime ore, dovrebbe dimettersi, salendo quindi al Colle. A quel punto, il presidente Sergio Mattarella, prendendo atto delle dimissioni del premier, sara’ chiamato a indire le consultazioni. E, al Quirinale, si aspettano di avere un quadro piuttosto chiaro sulle possibili nuove maggioranze. M5S e Pd, dovranno quindi trovarsi all’appuntamento con il presidente della Repubblica con uno schema ben chiaro. Anche qui diversi sono i nodi ancora da sciogliere. Il M5S, posto che Di Maio convinca tutti i suoi parlamentari dell’opportunita’ dell’alleanza con il Pd, non ha alcuna intenzione di sedersi al tavolo con Renzi o con i renziani. Nella strategia del Movimento l’unico interlocutore e’ Nicola Zingaretti e, al governo, non dovrebbe comparire nessun nome riconducibile a Renzi. Zingaretti persegue nella sua linea attendista. Il padre nobile dell’Ulivo e del Pd, Romano Prodi, che secondo alcune fonti parlamentari avrebbe dato la disponibilita’ a un incarico da premier, spinge per l’accordo, che una voce fuori dal coro come Carlo Calenda da’ gia’ per fatto. L’incognita, per Zingaretti, e’ proprio nelle strategie di Renzi: su quali provvedimenti e fino a quando gli uomini dell’ex premier daranno il loro assenso?, e’ la domanda che circola tra gli esponenti piu’ vicini al segretario Dem. Sul premier la trattativa non e’ ancora iniziata. Fermo restando la disponibilita’ di Prodi (non totalmente inviso al M5S, che lo introdusse nella rosa dei papabili per il Quirinale nel 2013) restano in lizza i nomi di Raffaele Cantone – gradito ai pentastellati – o di un esponente di area Dem come Enrico Letta. Un esponente europeista, di certo, che inneschi nel governo italiano una svolta in chiave dialogante con l’Ue su temi come l’immigrazione e l’economia. In questo schema, il dimissionario Conte non resterebbe, di certo, fuori dai giochi (si parla della Farnesina o dell’incarico di Commissario con deleghe forti). E anche Di Maio avrebbe un suo dicastero, con la suggestione del Viminale all’orizzonte. Sui temi il nuovo contratto di governo ha diversi punti di potenziale rottura. Sul reddito di cittadinanza il M5S non ammette deroghe mentre sul salario minimo, tra i pentastellati, l’apertura a un ripensamento ci potrebbe essere. Mentre sull’impianto della manovra l’impressione e’ che i punti di contatto tra M5S e Pd siano maggiori rispetto a quelli tra Movimento e Lega.

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Cronache

Napoli, sequestrata nave turca con grano ucraino: conteneva sigarette di contrabbando

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Nave carica di mais e grano ucraino e sigarette di contrabbando. Carabinieri arrestano 4 persone, anche il comandante del cargo

Si tratta di una nave turca, battente bandiera panamense, dove i carabinieri della sezione operativa e radiomobile di Castellammare di Stabia hanno trovato migliaia di pacchetti di sigarette di contrabbando. Proveniente dall’Ucraina con un carico di mais e grano e attraccata nel porto di Torre Annunziata, l’imbarcazione nascondeva nella stiva circa 7000 pacchetti di sigarette di origini serbe ma destinate verosimilmente al mercato nero napoletano.

In manette il comandante della nave, un 39enne siriano di Tartus e 3 oplontini di 68, 57 e 58 anni. Questi ultimi avevano appena prelevato 500 stecche del carico (5000 pacchetti) e li avevano stipati in un’auto. Sono stati arrestati per contrabbando di tabacchi esteri.

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Esteri

Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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La morte di Mattia Giani sul campo di calcio, l’accusa del giudice sportivo: l’ambulanza arrivò dopo 17 minuti

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Una tragedia ha colpito il mondo del calcio toscano con la morte del calciatore Mattia Giani durante una partita tra Lanciotto e Castelfiorentino. Il giudice sportivo della Figc – Lega Dilettanti toscana ha ora fornito una ricostruzione dettagliata degli eventi che hanno portato alla tragedia e delle decisioni conseguenti.

Secondo il giudice sportivo, l’ambulanza è arrivata allo stadio di Campi solo 17 minuti dopo che i soccorsi sono stati richiesti per Mattia Giani. Durante questo periodo, i soccorsi sono stati forniti da un massaggiatore ospite e da un medico presente in tribuna, che sembra che abbiano utilizzato un defibrillatore per tentare di rianimare il giocatore. Successivamente, una prima ambulanza è giunta sul posto e ha continuato le operazioni di soccorso con l’aiuto di altri volontari che sono arrivati con un’altra ambulanza pochi minuti dopo. Nonostante gli sforzi dei sanitari, il calciatore è stato dichiarato morto dopo il suo trasferimento in ospedale.

Il giudice sportivo ha ritenuto giustificata la sospensione della partita, che è stata interrotta al 14′ del primo tempo, a causa dell’inevitabile turbamento di giocatori e dirigenti causato dall’evento tragico. Inoltre, ha deciso che la parte restante della partita dovrà essere recuperata in un secondo momento.

La squadra Lanciotto è stata multata di 400 euro “per mancanza di ambulanza e/o medico”,  sanzione prevista per questa mancanza.

“Giova sottolineare – scrive ancora il giudice sportivo – come il rispetto del grave evento anche da parte della società Lanciotto Campi Bisenzio e dei componenti la terna arbitrale sia sintomo di grande osservanza dei valori della solidarietà e della correttezza sportiva”.

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