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Cronache

Precipita un ascensore a Palermo, cinque feriti

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In una palazzina a due piani di Palermo si sono spezzate le corde dell’ascensore e le persone che si trovavano dentro sono precipitati giù. Il bilancio è di cinque feriti, due donne e tre bambini. L’incidente è avvenuto la notte scorsa in via Mura di San Vito nel rione Capo, accanto al comando provinciale dei carabinieri.

Una donna è stata portata in codice rosso all’ospedale Civico, l’altra ferita e i tre bimbi, le cui condizioni sono meno gravi, all’ospedale Cervello. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e numerose ambulanze per soccorrere i feriti. Sono in corso indagini da parte della polizia di Stato per accertare le cause e il rispetto delle norme di sicurezza per la realizzazione dell’ascensore.

L’ascensore, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato costruito artigianalmente da un componente della famiglia che di professione fa il fabbro. Serviva per salire e scendere da casa, visto che la palazzina è sprovvista di scala interna. Forse a causa del peso che superava il massimo consentito, le corde che sostenevano la pedana non hanno retto e si sono spezzate. I feriti sono una mamma di 32 anni con tre bambini e un’altra donna di 71 anni. Ad avere le conseguenze più gravi è la madre dei tre bimbi che ha riportato traumi e ferite profonde alle gambe.

Le due donne sono state trasportate d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Civico. I tre fratellini, invece, al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Cervello. Non sarebbero in gravi condizioni. Un altro uomo è stato aiutato a scendere dai vigili del fuoco con l’ausilio di una scala poiché era rimasto bloccato al primo piano a causa del montacarichi rotto. Sarebbe lui, come ha raccontato alla polizia, il fabbro che ha costruito l’ascensore.

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Vive 17 anni da fantasma, mai a scuola o dal medico

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Nata in Italia ma passata da un laboratorio clandestino all’altro senza mai interagire con le istituzioni e restando, incredibilmente, come una sorta di fantasma dal punto di vista anagrafico. E’ la storia di una bambina cinese, oggi maggiorenne, che è passata dal Veneto alla Lombardia sempre all’ombra della madre. Unico dato certo: l’atto di nascita registrato a Rovigo.

Dopo quell’unico documento cartaceo si susseguono 17 anni da fantasma per lo Stato italiano. Fino a quando non è stata trovata dalla Polizia locale di un paese in provincia di Brescia, un anno fa, durante un blitz delle forze dell’ordine in uno scantinato trasformato in laboratorio tessile. E fino a quel giorno la ragazza non avrebbe mai avuto una vita fuori dagli spazi illegali delle sartorie clandestine. Mai andata dal medico, mai iscritta a scuola e mai finita, anche solo per degli esami, in ospedale.

Il laboratorio tessile clandestino dove è stata trovata sarebbe stata l’ultima tappa del girovagare della madre nell’Italia del nord. La donna sempre piegata sulle macchine da cucire mentre la bambina sarebbe cresciuta e diventata adolescente nella clandestinità e nel silenzio più totale. La giovane farebbe parte di un nucleo familiare inizialmente composto da madre, padre, da lei e da un fratello. Poi le strade si sarebbero divise: i maschi con i maschi e le femmine con le femmine. In questo percorso la madre sceglie, per lavorare, i laboratori di calze gestiti da connazionali. Negli stessi spazi donne e uomini cinesi lavorano, mangiano, dormono, vivono. Un anno fa, in primavera, quando le forze dell’ordine entrano in uno scantinato dell’hinterland di Brescia, trovano brandine in fila, una dietro l’altra, e poi tavoli da lavoro.

Ogni postazione una luce, perché il lavoro non ha orario. Di giorno e di notte. E la ragazza al centro della storia che arriva dal nord Italia è cresciuta in questi contesti. Ma sicuramente non è la sola ad essere diventata adulta nell’ombra, senza che nessuno, a parte i genitori e i lavoratori instancabili dei laboratori clandestini, sapessero dell’esistenza. Proprio per fare luce sul lavoro sommerso la Procura della Repubblica di Brescia da un anno sta lavorando per ricostruire gli spostamenti e le storie delle vite di quegli operai cinesi trovati nell’operazione congiunta di Polizia locale e Guardia di Finanza che ha portato alla scoperta.

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Mercato: Juve idea Kelly per la difesa, Milan su Walker, al Napoli piace anche Camacho ma…

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Ultime settimane di calciomercato con il dopo-Kvara a Napoli e la ricerca di un difensore centrale per Thiago Motta alla Juventus a catalizzare le attenzioni di procuratori e tifosi. Il Napoli, rassicurato anche dalla vittoria con l’Atalanta, dopo aver ceduto il georgiano al Paris Saint Germain non intende fare passi avventati per sostituirlo: “Che giocatore mi aspetto? Lascio la decisione al club. Se dovessero chiedermi un parere, dirò il mio pensiero. Comunque non si parla di giocatori di prospettiva. Se le cose vengono fatte, vanno fatte bene! Altrimenti rimango con i ragazzi che ho”, ha spiegato Antonio Conte. Il ds Manna è così alla ricerca di un giocatore già pronto.

Piace CAMACHO ma il Manchester United non scende dalla valutazione di 70 milioni di sterline che De Laurentiis non ha alcuna intenzione di investire. “Non dobbiamo farci prendere dalla frenesia”, ha detto Manna. Sul taccuino del ds c’è anche KARIM ADEYEMI del Borussia Dortmund, appena rientrato da un infortunio che ha limitato il suo inizio di stagione. In casa Juventus si studia un difensore da affiancare al portoghese ALBERTO COSTA, appena prelevato dal Vitoria Guaimaraes: ai nomi di ARAUJO e TOMORI si aggiunge quello dell’inglese LLOYD KELLY.

Il difensore, classe 1998 di origine giamaicana, è di proprietà del Newcastle che lo valuta intorno ai 25 milioni di euro. In ascesa anche le quotazioni di Kevin DANSO del Lens: il difensore l’estate scorsa era stato preso dalla Roma ma l’accordo era saltato all’ultimo momento dopo le visite mediche. Quanto a Tomori, invece, l’arrivo di Conceicao sulla panchina del Milan sembra aver ridotto le possibilità di un suo trasferimento. A sciogliere l’impasse potrebbe essere l’acquisto da parte dei rossoneri di KYLE WALKER. Il difensore inglese potrebbe lasciare il Manchester City ed occupare l’ultimo slot da extracomunitario che finora era stato riservato per RASHFORD. La Roma ha quasi chiuso per la cessione del portiere Mathew RYAN al Lens per 800mila euro. A Trigoria potrebbe arrivare GOLLINI a fare da vice a Svilar. Il Como, intanto, ha sciolto le riserve: dopo un mese di prova agli ordini di coach Fabregas, il centrocampista inglese DELE ALLI firma un contratto di 1 anno e mezzo con i lariani. L’ex Tottenham, 28 anni, proverà a rilanciare la propria carriera in riva al lago.

Caldo l’asse Torino-Firenze sul quale si prospetta uno scambio SANABRIA-KOUAME’ che il dt granata Vagnati non smentisce: “Se ne parla, il mercato è ancora lungo. Vediamo cosa accadrà nei prossimi giorni. La perdita di Zapata non è stata semplice da digerire. In questo momento non è facile trovare chi può sostituirlo dal punto di vista tecnico e del valore. Con il mister abbiamo parlato anche di una possibile diversa situazione tattica”.

I viola potrebbe perdere anche un altro giocatore: il difensore 20enne MICHAEL KAYODE potrebbe andare in Premier League. Promettono di intervenire sul mercato Cagliari e Venezia dove è in uscita CANDELA. IL patron dei sardi, Tommaso Giulini, ha svelato le strategie del club: “Dovremo fare ancora qualcosa, un giocatore con caratteristiche offensive. Non sappiamo chi, al momento. Intanto è stato un ottimo innesto Caprile”. Chiede rinforzi l’allenatore dei lagunari Eusebio Di Francesco: “Stiamo lavorando con il direttore Antonelli, vogliamo metter giocatori nel reparto arretrato dove è rimasto solo Idzes. Serve qualcosa in quella zona, abbiamo perso anche Sverko”.

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Veterinario morto in casa, ipotesi azzannato da suoi 5 alani

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Patrizio Donati, un veterinario di 72 anni, è stato trovato morto nel pomeriggio di domenica nel giardino della sua abitazione di Cerro Maggiore (Milano). L’uomo aveva profonde ferite al collo e alla testa compatibili con dei morsi di animale. A dare l’allarme è stata la moglie che rincasando ha trovato il coniuge esanime. L’ipotesi al vaglio degli inquirenti è che il 72enne sia stato aggredito e sbranato dai suoi cinque alani. Non è escluso che il veterinario possa aver accusato un malore prima di essere azzannato dai cani, ma secondo una prima valutazione (che dovrà però essere confermato dall’autopsia) il decesso potrebbe essere imputabile alle ferite inferte dagli alani. I carabinieri della compagnia di Legnano (Milano) sono al lavoro per ricostruire l’accaduto. La ricostruzione è particolarmente complessa perché non ci sono testimoni dell’accaduto. Sul posto anche i veterinari di Ats. Secondo le prime informazioni i cani si sarebbero mai mostrati aggressivi in precedenza.

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