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Povera Unione Europea, ecco perchè non ha capito nulla delle smodate ambizioni di Boris Johnson

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Il Governo del Regno Unito ha dichiarato di essere pronto ad abbandonare i colloqui per gestire Brexit con l’Unione Europea se non saranno stati compiuti abbastanza progressi. Bruxelles ha avvertito la Gran Bretagna delle difficoltà in arrivo. L’Unione europea ha affermato che a causa della vicinanza geografica del Regno Unito al vecchio continente, un accordo commerciale non può assomigliare a quello raggiunto col Canadese con il modello di libero scambio che Johnson vorrebbe. Ovviamente Bruxelles deve garantire che non vi siano vantaggi competitivi sleali verso i membri dell’Unione. Quello che Bruxelles forse ancora ingenuamente non considera è che Boris Johnson ha come traguardo principale il suo successo personale e sa di essere in grado di fare danni all’Europa.

I Johnson sono una famiglia altamente competitiva, ad iniziare dal papà Stanley Patrick Johnson, un autore britannico ed ex politico. È stato deputato conservatore per Wight e Hampshire East dal 1979 al 1984 ed è un ex dipendente della Banca mondiale e della Commissione europea. Stanley ha sempre incoraggiato i figli a vincere premi e borse di studio nelle famose scuole private che questi frequentavano. Spesso essi si remano contro come il caso recente della sorella Rachel, una giornalista britannica, conduttrice televisiva su Sky News  del programma – The Pledge. Rachel Johnson che appare frequentemente nelle discussioni politiche, ha fatto a Boris una forte campagna elettorale contro perchè lei europeista.

Jo Johnson. Ha lasciato i Tories perchè in disaccordo col fratello Boris

La sorella del primo ministro ha rivelato le ambizioni di Boris sin da piccolo. Voleva diventare il ‘Re del Mondo’, ha raccontato la sorella. Rachel voleva rimanere nell’Unione Europea ed ha fatto di tutto per contrastare suo fratello. Anche il papa’ Stanley era inizialmente contro Boris. Insomma ogni componente della famiglia sembra portare avanti una propria agenda. Mancava solo il Coronavirus che in queste settimane occupa le pagine dei giornali, a dare Boris tranquillità di esecuzione politica dei suoi piani. Boris licenzia pure i componenti del suo partito se non sono in linea con la sua visione politica. Come una volta iniziò a fare il Movimento 5 stelle in Italia anche Boris usa la rete bypassando BBC, ITV, Channel 4 e SKY. Insomma come a dire: non mi frega piu dei media tradizionali, ormai i suoi canali mediatici sono l’unica fonte ufficiale del suo pensiero. È attraverso i social che  Johnson e la sua compagna Carrie Symonds hanno annunciato di aspettare un bambino all’inizio dell’estate. E attraverso Instagram che Carrie Symonds ha scritto di sentirsi “incredibilmente benedetta” per questa gravidanza. Ed è sempre via social che Boris ha per la prima volta fatto sapere che intende abolire il canone per la BBC. Così, tanto per distruggerla totalmente.

Brexit. Una foto dei primi incontri tra Juncker e May per favorire l’uscita non traumatica del UK dall’Ue

Boris è anche un po’ il Marchese Del Grillo capace di dire bugie apertamentente e di cavarsela. Qui quindi siamo tutti rimbabibiti ad aspettare che le sue promesse si avverino. Ma il punto politico che ovviamente può interessare ai ragazzi italiani ed europei che dopo il periodo di transizione vorrebbero ancora trasferirsi nel Regno Unito è che non potranno più farlo facilmente come hanno fatto finora. Il nuovo piano di immigrazione basato su alcuni punti è già disponibile sul sito governativo britannico.

Secondo le regole post Brexit, la libera circolazione sarà sostituita da una soglia minima di stipendio di  25.600 euro per la maggior parte dei lavoratori – inferiore ai  30.000 euro proposti sotto Theresa May. Toccherà sperare che con queste cifri il sistema attiri “lavoratori altamente qualificati” per creare un’economia di “alta retribuzione, alta competenza, alta produttività”. Qui in Inghilterra lo sperano, almeno così dicono. Mentre mia figlia infermiera all’ospedale di Brighton si sente scoraggiata perche dice mancherà il personale europeo a far funzionare il NHS (National Health Service – servizio sanitario nazionale).

I Tories hanno promesso di dare la priorità alle persone in base alle loro capacità piuttosto che da dove provengono ma dimenticano una cosa importante. In tutti questi anni li ho visti bene gli inglesi che dovrebbero fare lavori cosiddetti sottopagati e la mia conclusione è che questi non si alzerebbero dal letto neanche con le bombe visto che vogliono tutti un lavoro in banca o su quel livello remunerativo.

Mercoledi scorso osservavo durante ‘Prime Minister question time’ alla Casa dei Comuni, il viso di Priti Patel – Segretario di Stato per il Ministero degli Interni – mentre Boris parlava. Sembrava godesse immensamente ed a quel punto ho capito tutto e cioe che non abbiamo capito nulla. Forse ci aspettano cambiamenti senza precendenti. Uno scossone politico-culturale e finanziario in una terra che neanche gli inglesi sanno dove si stia allontanando.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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