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Cronache

Ponte Genova: Comitato vittime non sarà parte civile

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Non sara’ parte civile il Comitato ricordo vittime del ponte Morandi. La decisione arriva a meta’ mattinata nel corso dell’udienza preliminare che dovra’ decidere se rinviare a giudizio le 59 persone, oltre alle due societa’, indagate per la tragedia del 14 agosto 2018 quando il viadotto della A10 collasso’, causando la morte di 43 persone. Il giudice ha escluso il comitato, che racchiude la maggior parte dei familiari delle vittime, per “carenza di legittimazione visto che e’ stato costituito dopo i fatti”. “Ovviamente siamo molto dispiaciuti per questa decisione, speravamo nell’accettazione anche alla luce delle precedenti sentenze. Questo non rallenta di una virgola la nostra azione collegiale”, ha detto Egle Possetti presidente del Comitato: “Agiremo nell’interesse comune anche come singoli parenti”. “Pensiamo – ha pero’ sottolineato – che questa norma di legge nel caso della costituzione di comitati dei parenti costituiti ovviamente ‘post’ debba essere modificata perche’ non ha nessuna logica. E’ impossibile che uno si costituisca come comitato prima del reato”. Il giudice ha escluso la maggior parte delle persone e associazioni, circa 500, che avevano chiesto di essere ammesse. Tra queste tutte le sigle sindacali e le associazioni di consumatori. Ammesse, tra le altre, oltre ai parenti delle vittime singolarmente, anche il Codacons e Assoutenti, Filse e la palestra di via Porro, oltre al Comune di Genova, la Regione, la presidenza del Consiglio e il ministero delle Infrastrutture e mobilita’ sostenibili. Gli ultimi due si erano costituiti contro tutti tranne che contro Autostrade. All’udienza di oggi il gup ha anche ammesso la citazione come responsabili civili (coloro che pagheranno in caso di condanne) di Aspi, Spea, Anas e Mims. Si continuera’ il 15 dicembre e poi si proseguira’ fino a primavera inoltrata quando il giudice dovra’ decidere se rinviare a giudizio o meno. Intanto pende in Cassazione l’istanza di ricusazione del gup presentata dai difensori di alcuni imputati, tra cui l’ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci. Secondo i legali il magistrato non sarebbe imparziale perche’ aveva gia’ emesso una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto persone nell’indagine sulle barriere fonoassorbenti pericolose. Oltre alle 59 persone, tra ex dirigenti di Autostrade e Spea, la controllata che si occupava delle manutenzioni e monitoraggi, ex e attuali tecnici e dirigenti del ministero delle Infrastrutture, sono imputate le due societa’ per responsabilita’ amministrativa dell’ente. Secondo la procura, che ha coordinato il lavoro del primo gruppo della guardia di finanza, gli imputati sapevano delle condizioni in cui versava il ponte ma non e’ stato fatto nulla. Anzi, secondo i pm Massimo Terrile e Walter Cotugno insieme all’aggiunto Paolo D’Ovidio, le manutenzioni vennero ritardate per consentire il massimo guadagno e maggiori dividendi ai soci. Stanno per essere chiusi i tre filoni di inchiesta nati dopo il crollo e cioe’ quello sui falsi report sui viadotti, quello sulle barriere pericolose e quello sulle manutenzioni delle gallerie.

 

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Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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Cronache

Per i Ponti 16 milioni di partenze e 5,5 miliardi di spesa

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Quasi 16 milioni di partenze e una complessivamente circa 5,5 miliardi di euro: è il bilancio sui ponti di primavera fatto dall’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg. Un 1 milione di turisti faranno un viaggio di 6 pernottamenti o più a destinazione, unendo quindi le due festività. Se poi il meteo si stabilizzasse, in particolare per quel 30% circa che punta alle località balneari, questi valori potrebbero crescere ulteriormente, sfiorando i 20 milioni di partenze per circa 6 miliardi in termini di spesa.

Resta assolutamente maggioritaria, nel panorama complessivo dei due ponti, la scelta di strutture turistico ricettive per i pernottamenti a destinazione: tra il 55% e il 60% a seconda del periodo preso in considerazione, anche se, per quello del 1 maggio, raddoppia la percentuale di coloro che optano per affitti brevi (dal 6% al 12%).

La Festa della liberazione – che cade di giovedì e quindi configura un ponte particolarmente allettante – vedrà oltre 9 milioni di italiani in viaggio, circa un milione in più dello scorso anno, confermando quindi la buona performance della domanda interna di turismo che, da febbraio, sembra avere superato la fase di “stanca” che l’aveva contraddistinta per buona parte del secondo semestre dello scorso anno. Abbastanza concentrata la scelta delle destinazioni, con il 31% che opta per località della costa e un ulteriore 31% che punta invece a borghi, città e città d’arte, mentre 1 italiano su 10 preferisce la montagna.

Ma soprattutto, nel confronto con lo stesso periodo del 2023, aumenta di ben 6 punti percentuali la schiera di coloro che si spingono al di fuori della propria regione, restando comunque in Italia (il 47%) o andando all’estero (17%). Positive anche le previsioni per il ponte del primo maggio con quasi 7,5 milioni di italiani in viaggio, un milione dei quali però, come detto, in vacanza già dal 25 aprile.

Qui pesa di più, almeno per il momento, la variabile delle condizioni metereologiche: un’incertezza che si riversa sulla scelta delle destinazioni, con quelle balneari che scendono lievemente, passando al 26%, mentre borghi, città e città d’arte totalizzano complessivamente un 22%, 9 punti in meno del ponte della liberazione; terza tipologia di destinazione, le località di campagna, con una componente rilevante di seconde case, che realizza il 14% delle preferenze.

Stabile la montagna. Anche in questo caso aumenta, rispetto all’anno scorso, il raggio di spostamento degli italiani in viaggio: si riduce infatti di 12 punti percentuali (dal 51% al 39%) la quota di chi resterà vicino a casa o, comunque, nella propria regione, e aumenta di 14% quella di chi si recherà all’estero.

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Campi Flegrei, la terra trema ancora, epicentro a Bacoli

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Continuo a tremare la terra nei campi Flegrei: magnitudo 2.1, epicentro a Bacoli alla profondità di poco più di 2 km. Anche ieri erano state registrate delle scosse a Pozzuoli, poco più che strumentali ma pure avvertite dalla popolazione. Paura ma nessun danno. Pochi hanno deciso di scendere in strada anche a causa del maltempo che ha imperversato per tutta la notte con piogge forti e temporali.

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