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Pocho Lavezzi commenta il Napoli in Champions per conto di Amazon Prime

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Il Pocho Lavezzi torna al calcio, non quello giocato lasciato forse anzitempo ma come commentatore per Amazon Prima per la Champions. Con lui anche Nesta ad implementare la squadra di commentatori.

 

Lavezzi con Nesta

Al Pocho toccheranno le partite del Napoli di sicuro, di quel Napoli che forse non riconosce più con tanti nomi nuovi e poco conosciuti. Quello dl Pocho è un gradito ritorno per i tifosi del Napoli, di certo ha lasciato il segno in città : in tanti ancora lo seguono sui social, un legame con il calciatore difficile da spezzare. E lo  stesso Ezequiel Lavezzi è rimasto legatissimo a Napoli e ai Napoletani e chissà se la curiosità per gli interventi dell’ amatissimo Lavezzi basteranno ai tifosi azzurri a far superare il momento difficile e a riavvicinarli alla loro squadra.

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Meloni difende norma Corte dei Conti, fatto come Draghi

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Giorgia Meloni difende la stretta sulla sulla Corte dei Conti inserita nel decreto sulla pubblica amministrazione all’esame della Camera. In un’intervista a Quarta Repubblica ci tiene anche a precisare che la paternità delle norme non è del suo esecutivo ma di Mario Draghi: “Sommessamente osservo che facciamo quello che ha fatto il precedente governo”, scandisce la premier che poi non esita a definire la sinistra “molto in difficoltà. Loro – sottolinea – dicono che c’è una deriva autoritaria sulla Corte dei Conti che invece continua a fare i controlli, fa la relazione semestrale e nessuno le ha messo un bavaglio”.

Parole smentite da Debora Serracchiani, capogruppo Pd ai tempi del governo Draghi: l’ex governatore “non ha eliminato il controllo concomitante della Corte dei Conti.Anzi, è il contrario, l’introduzione di quel controllo è stato uno dei punti più alti dell’attività parlamentare”. Il tono netto di Giorgia Meloni non cambia quando parla più nel dettaglio della segretaria del Pd, “quello che mi ha colpito – osserva parlando di Schlein – è che abbia detto che abbiamo un problema col dissenso: se il segretario del Pd, del secondo partito italiano non distingue tra dissenso e censura allora abbiamo sì un problema”.

E mentre “la sinistra parla di deriva autoritaria”, prosegue nell’intervista, “l’Italia è la nazione che cresce di più in Europa, ha raggiunto il suo record storico di numero di occupati. Tutto questo deriva da molte cose, certo, ma dopo 7 mesi di governo dimostra che c’è una solidità che libera le energie”. Ed è proprio il governo il secondo macrotema affrontato dalla premier. L’intenzione è ovviamente quella di arrivare alla fine della legislatura: “Penso di avere un vantaggio, che è il tempo: io sono a capo di una maggioranza solida, mi do 5 anni di orizzonte”.

Questo non vuol dire però scendere a patti con “i diavoletti” (come li chiama Nicola Porro, il conduttore della trasmissione) “certo – è la premessa – devi cercare soluzioni praticabili, ma non ho cambiato idea rispetto a quello che dissi qui in trasmissione due anni fa: se per privilegiare me stessa devo svendere me o la nazione, io non sono disposta a farlo”. Meloni rivendica poi quanto fatto fino ad ora dal suo esecutivo.

“Perchè faccio il giro del mondo? Cosa vado a fare? Vado a difendere l’interesse nazionale italiano”, sottolinea aggiungendo “faccio un accordo, dico una cosa e la faccio: non sono l’Italia spaghetti e mandolino che dice di sì e sorride nelle foto e poi si fa fregare tutto o prova a fregarti. Voglio un’Italia che cammini a testa alta nella storia e credo che con questa capacità di stringere rapporti si portano i risultati”. La presidente del Consiglio annuncia quindi la visita in Tunisia: “è in difficoltà. Vive una situazione molto delicata perchè rischia un default finanziario e chiaramente se va giù il governo tunisino vivremo uno scenario assolutamente preoccupante. Ed è questo lo scenario su cui lavoriamo”, dice Nessun tentennamento poi sul sostegno all’Ucraina su cui la premier è disposta anche a perdere un pezzo della “popolarità. La mia coscienza mi dice che sull’Ucraina il modo migliore è fare esattamente quello che stiamo facendo”. In un sistema multilaterale e globalizzato” si “lavora innanzitutto sul piano internazionale perchè nessuno può pensare di fermare il vento da solo con le mani.

Quindi le relazioni sono importanti e la collaborazione richiede credibilità, affidabilità e serietà. E io se faccio un accordo, dico una cosa e la faccio: io non sono l’Italia spaghetti e mandolino che dice di sì e sorride nelle foto e poi si fa fregare tutto o prova a fregarti. Io voglio un’Italia che cammini a testa alta nella storia e credo che con questa capacità di stringere rapporti si portino i risultati”,conclude la premier.

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Arriva Vision Pro, il visore di realtà mista di Apple

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‘One more thing’. Con lo slogan che ha reso famoso Steve Jobs, co-fondatore di Apple, Tim Cook, l’attuale amministratore delegato dell’azienda americana, ha svelato Vision Pro, il primo visore di realtà mista della Mela. Il prezzo parte da 3.499 dollari, con disponibilità a inizio 2024 negli Stati Uniti e altri Paesi che si aggiungeranno nel corso del prossimo anno. “Pensiamolo come un nuovo computer, un modo per guardare film, serie televisive e giocare, come mai prima d’ora. Se l’iPhone ha aperto al mercato degli smartphone, Vision Pro avvia quello dello ‘spatial computing’. Niente più sarà come prima” ha spiegato Cook. A lungo atteso, il visore ha forme e design futuristici, con un sistema di fotocamere che permette, all’istante, di passare dalla visione dei contenuti virtuali alla comprensione dell’ambiente circostante, che si tratti della propria stanza o di un luogo condiviso. In tale modalità, a cui si accede girando una corona sulla plancia del dispositivo, i contenuti vengono sovrapposti al mondo reale, unendo così la realtà virtuale a quella aumentata.

“Questa è per noi la realtà mista” ha spiegato Alan Dye, vice presidente della divisione Human Interface. A differenza di visori concorrenti, Apple ha pensato ad una funzionalità particolare: Eyesight. Con questa, il visore mostra gli occhi di chi lo indossa, per un senso maggiore di presenza e di condivisione. Le telecamere a infrarossi e i led sono quasi invisibili sulla parte frontale. Questi sensori tracciano i movimenti degli occhi, mentre le telecamere riprendono ciò che l’utente ha intorno per restituirlo in alta risoluzione sullo schermo di Vision Pro. Il device è, come tutto l’ecosistema Apple, sincronizzato con i dispositivi del marchio che già si possiede. In questo modo, può visualizzare foto, video, musica e i file sul cloud creati e salvati da iPhone, iPad o computer. L’idea è anche quella di permettere di avviare una navigazione web, con Safari, da un Mac e continuarla, in maniera immersiva, su Vision Pro.

Non a caso, il visore supporta l’uso di mouse e tastiera via Bluetooth, per replicare in digitale il proprio computer e consentire di lavorare in modalità futuristica, anche su app famose come Microsoft Teams e Zoom. L’autonomia è di due ore con la batteria integrata ed è possibile usare l’accessorio da collegato alla presa di corrente, proprio come se fosse un Pc. Sul fronte audio, Vision Pro è dotato di un nuovo sistema audio spaziale, in grado di personalizzare il suono in base all’utente e di adattarlo all’ambiente in cui si trova. Apple chiama questa funzione “audio ray tracing”. Alla base del funzionamento c’è visionOs, il primo sistema operativo della Mela per la realtà mista che introduce anche Optic Id, un modo per autenticare l’utente tramite la lettura degli occhi e impedire ad altri di usare il visore e accedere ai dati personali.

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Esteri

Governo Giappone vuole il 30% di donne in ruoli dirigenziali

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Il governo giapponese punta ad avere almeno il 30% delle donne in ruoli dirigenziali nelle principali aziende del Paese entro il 2030, nel tentativo di allinearsi alle nazioni più avanzate nella promozione dell’uguaglianza di genere. Il progetto annunciato dall’esecutivo mira a garantire almeno una donna nel consiglio di amministrazione delle principali aziende quotate in Borsa entro il 2025, sollecitando tali imprese a introdurre nuove regole già da quest’anno. Il piano prevede inoltre di garantire che i dipendenti maschi abbiano diritto al congedo di paternità, e un sistema per mantenere inalterato il reddito per la famiglia anche quando si lavora a orario ridotto almeno fino al compimento dei due anni di età per il figlio.

Tra le nuove proposte, inoltre, c’è il rafforzamento delle misure di protezione delle donne da aggressioni sessuali e altre forme di violenza da parte dei partner, nonché la prevenzione del mobbing sul luogo di lavoro. Nell’ultimo studio pubblicato a marzo dalla Banca mondiale sulle opportunità economiche per le donne, il Giappone si è classificato al 104esimo posto su 190 nazioni, ed è invece al 116esimo posto su 146 paesi nella classifica sul divario di genere compilata dal Forum economico mondiale nel 2022. Il censimento più recente sulla popolazione ha mostrato che il numero di nascite nel 2022 in Giappone è diminuito per il settimo anno consecutivo, scendendo al di sotto delle 800.000 per la prima volta dall’inizio delle statistiche, nel 1899.

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