Collegati con noi

Cronache

Pochi e sottopagati, in Italia mancano 65mila infermieri

Pubblicato

del

Apprezzati dai cittadini e sempre più spesso laureati, gli infermieri chiedono buste paga adeguate e ruoli dirigenziali. Ma la realtà del loro lavoro è fatta ancora di turni massacranti, bassi stipendi ed episodi di aggressioni. Dalle cure palliative a quelle pediatriche, dai pronto soccorso alle Rsa, sono circa 400.000 gli infermieri attivi in Italia. Un numero insufficiente rispetto al fabbisogno: la carenza è stimata in almeno 65.000 unità, con situazioni critiche in Sicilia e Lombardia. E se, da un lato, l’Italia continua a esportare neolaureati, dall’altro registra l’impennata di quelli stranieri. Mentre i sindacati protestano e il ministro della Salute Orazio Schillaci sottolinea la “necessità di valorizzare il ruolo degli infermieri nell’organizzazione dei servizi sanitari”, il tema entra nel dibattito politico, con le opposizioni che chiedono “meno parole e più fatti”.

A fornire il quadro è il rapporto elaborato dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), in collaborazione la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, presentato in occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere, che si celebra ogni anno il 12 maggio, giorno di nascita di Florence Nightingale, considerata la ‘madre’ di questa professione. Il report mostra un’Italia “in coda alla classifica Ocse” per il numero di infermieri rispetto agli abitanti. I dati del Conto Annuale pubblicati dalla Ragioneria dello Stato mostrano una media nazionale di 4,79, superata principalmente da Regioni del Centro-Nord come Liguria (6,3), Emilia-Romagna (6,2) e Friuli-Venezia Giulia (6,1). Al contrario, Lombardia (3,5), Sicilia (3,5) e Campania (3,6) sono agli ultimi posti. Tra le cause della carenza anche gli stipendi, che vedono l’Italia indietro rispetto ai Paesi europei e con una netta differenza tra Nord e Sud: il Trentino-Alto Adige è al vertice con uno stipendio medio annuo lordo di 37.204 euro, seguito da Emilia-Romagna (35.857) e Toscana (35.612).

Mentre in Molise si ferma a 26.186, in a Campania a 27.534 e in Calabria a 29.810. Per il sindacato Nursind, “oltre due anni e mezzo di legislatura e ancora nulla di concreto è stato portato a termine per gli infermieri”. “L’elenco delle cose che non vanno è lungo”, afferma il segretario Andrea Bottega. “Poveri, umiliati e stremati”, lamenta Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up. E questo, aggiunge, “ha portato a oltre 20mila dimissioni volontarie dalla sanità pubblica in soli 9 mesi del 2024”. Di contro, a colmare in parte quei buchi ci arrivano dall’estero: “Sono 43.600 gli infermieri stranieri che lavorano qui, pari a un aumento del 47% dal 2020”, secondo l’ultima indagine dell’Associazione medici stranieri in Italia. E il tema scatena l’opposizione: “I ringraziamenti senza i fatti – accusa la segretaria Pd Elly Schlein – sono una presa in giro. Noi chiediamo che venga adeguata la spesa per la sanità pubblica al 7,5% del Pil, in linea con la media europea, che si superi il tetto al personale con un piano straordinario di assunzioni”. Sullo stesso tono le parole del leader M5s Giuseppe Conte: “Stipendi troppo bassi, aggressioni in aumento, turni massacranti, molti che finiscono in burnout.

È così che tanti scelgono di gettare la spugna per andare a lavorare nel privato o all’estero”. La carenza degli infermieri, sottolinea il ministro Schillaci, “non è solo un problema di retribuzione economica. Dobbiamo portare i giovani a scegliere questa professione” e “per ridare attrattività alla professione dobbiamo anche prevedere percorsi che rendano agevoli le prospettive di carriera”. Per Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, “bisogna capire che la questione riguarda l’Italia intera, e va affrontata da una cabina di regia interministeriale”. Ma il problema riguarda anche altri Paesi: “Negli ultimi 5 anni nel mondo il numero di infermieri è cresciuto di circa il 7% passando da 27,9 milioni del 2018 ai 29,8 del 2023. Tuttavia, si stima che manchino ancora 5,8 milioni di professionisti per rispondere al bisogno di salute della popolazione globale”, avverte l’Organizzazione mondiale della sanità.

Advertisement

Cronache

Cresco8, il supercomputer italiano tra i più potenti e “green” al mondo

Il supercomputer Cresco8 dell’Enea a Portici entra nella Top500 mondiale e nella Green Top500 per efficienza energetica.

Pubblicato

del

Cresco8, l’ultima evoluzione della famiglia di supercomputer sviluppata dall’Enea, ha conquistato un posto di rilievo nella classifica dei 500 calcolatori più potenti al mondo, piazzandosi alla posizione numero 228. Il supercomputer, inaugurato lo scorso aprile presso il Centro Ricerche Enea di Portici, vicino Napoli, è stato realizzato in collaborazione con Intel e rappresenta un’eccellenza italiana nel campo del calcolo scientifico avanzato.

Tra i più potenti e tra i più efficienti

Ancora più prestigiosa è la 134esima posizione nella Green Top 500, la classifica che valuta l’efficienza energetica dei supercomputer. «Un risultato di grande valenza», sottolinea Giovanni Ponti, responsabile della divisione ICT dell’Enea. Il merito va anche all’avanzato sistema di raffreddamento ad acqua, capace di dissipare fino al 98% del calore generato e di abbattere i consumi del 40% rispetto ai sistemi tradizionali.

Motore della ricerca scientifica e tecnologica

Cresco8 è uno strumento chiave per la ricerca in ambiti strategici: dalla fusione nucleare al progetto Divertor Tokamak Test Facility (DTT), in costruzione presso il centro Enea di Frascati, fino allo studio dei cambiamenti climatici, allo sviluppo di nuovi materiali e all’Intelligenza Artificiale applicata all’energia.

«L’Enea ha avuto una visione da pioniere nel calcolo scientifico», afferma il direttore generale Giorgio Graditi. Aggiunge Giulia Monteleone, direttrice del dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili: «Grazie a questa infrastruttura, è nata in Enea una comunità di ricercatori con competenze oggi riconosciute a livello internazionale».

L’Italia nella mappa mondiale del calcolo

Insieme a Cresco8, anche altri due supercomputer italiani sono entrati nella classifica: Pitagora-CPU del Cineca, installato a Casalecchio di Reno, e SpaceHPC dell’Agenzia Spaziale Europea, con sede a Frascati. Un segnale della crescente centralità dell’Italia nell’ambito del calcolo ad alte prestazioni.

Continua a leggere

Cronache

Hostess palermitana a Vienna precipita dal terzo piano e muore: con lei c’era il fidanzato

Pubblicato

del

E’ giallo sulla morte di Aurora Maniscalco, l’hostess palermitana di 24 anni, precipitata a Vienna dal terzo piano di un palazzo, nella notte tra sabato e domenica, intorno all’una, e morta ieri in ospedale per le gravi ferite riportate. La ragazza, palermitana, da tre anni, dopo una esperienza nella Repubblica Ceca, si era trasferita nella capitale austriaca e lavorava per la compagnia aerea Lauda Air. La polizia locale, che sta indagando, sospetta che possa non essersi trattato di un incidente. Dubbi che hanno anche i familiari della vittima che chiedono venga accertata la verità.
La 24enne si trovava in compagnia del fidanzato, un 27enne anche lui palermitano, anche lui in servizio in una compagnia aerea come assistente di volo e già ascoltato dagli investigatori. I genitori di Aurora- il padre vive a Rimini, la madre in Sicilia- hanno subito raggiunto la figlia e sono stati ricevuti dall’ambasciata italiana. “Nei giorni scorsi c’era stata una lite tra loro. Nessuno di noi crede che si sia trattato di un suicidio”, dicono alcuni familiari della giovane. “Era stata per un periodo a Praga da un amico – raccontano i parenti – Poi era tornata a Vienna, dove abitava con il fidanzato, ma con lui c’erano stati dei problemi”. Agli inquirenti, che l’hanno sentito, il ragazzo, che oltre a lavorare per una compagnia aerea, è un musicista jazz, ha confermato che avrebbe avuto una alterco con Aurora e che lei improvvisamente si sarebbe lanciata nel vuoto.
Ma tanti sarebbero ancora i punti da chiarire. Ad esempio perchè il 27enne abbia avvertito subito la sua famiglia, che infatti l’ha immediatamente raggiunto, e solo dopo 7 ore i genitori della hostess. “Noi non accusiamo nessuno, ma ci sono molte cose da chiarire su quanto è successo – spiegano i parenti- Ad esempio: ‘perchè nel profilo whatsapp di Aurora non c’è più la sua foto, perchè non si vede più l’ultimo accesso?”. Il fidanzato della vittima, inoltre, avrebbe dormito con i suoi genitori nell’alloggio della coppia. “Perchè – si chiedono i parenti di Aurora- la casa non era stata sequestrata?”.
E ancora: “perchè non è stata disposta l’autopsia?” L’esame autoptico è stato chiesto ora dal legale della famiglia, che ha presentato una denuncia a Vienna e una a Palermo, insieme a una istanza di sequestro dell’alloggio e dell’analisi dei cellulari e di tutti i dispositivi che usava la vittima. “Le autorità austriache volevano consegnare il corpo alla famiglia. Forse avevano già chiuso il caso come suicidio, ma noi chiediamo si faccia chiarezza”, dice l’avvocato Alberto Raffadale che assiste la famiglia della giovane hostess. Intanto sono risultati negativi gli esami tossicologici fatti su Aurora. “Non crediamo affatto al suicidio -dicono i familiari- Era venuta a Palermo a maggio e non era affatto depressa. Voleva iscriversi a un corso di tedesco e aveva progetti”. “Non ci fermeremo mai. Noi ti faremo giustizia, non ci fermeremo di fronte a niente”, ha scritto sui social la cugina Federica Bevilacqua.

Continua a leggere

Cronache

Recuperati reperti archeologici sommersi nel Porto di Miseno

Pubblicato

del

Un’importante operazione di recupero archeologico è stata condotta nei fondali marini antistanti il porto di Miseno a Bacoli, vicino a Napoli, in particolare nei pressi dell’imboccatura del porto romano dell’antica colonia di Misenum, base navale della Classis Misenensis, la più importante flotta dell’impero Romano nel Mar Tirreno, portando alla luce reperti ritenuti di “eccezionale valore storico e culturale”, risalenti all’epoca imperiale.

Ha rivisto la luce dai fondali un’architrave di 2000 anni fa. L’intervento s’inserisce all’interno di un più ampio progetto di tutela e valorizzazione del patrimonio sommerso dei Campi Flegrei, uno dei poli archeologici subacquei più rilevanti del Mediterraneo. Si tratta di un contesto archeologico di materiali eterogenei, che si estende per circa 90 metri di lunghezza nel tratto di mare che va da Punta Terone a Punta Pennata, largo mediamente 22-23 metri, alto circa 2, e che si trova ad una profondità variabile da 5 a 9 metri sotto il livello del mare.

Ad esso si riferiscono, a partire dagli inizi degli anni ’80 del secolo scorso, numerosi quanto sorprendenti rinvenimenti occasionali, mentre uno scavo sistematico condotto nel 1996, portò alla luce una messe di reperti di pregio e dati storico-archeologici di grande rilevanza (statue, basi iscritte, frammenti di architravi, basi di colonne), ora conservati nel Museo archeologico dei Campi Flegrei. Si tratta evidentemente, spiega la Sovrintendenza, di elementi scultorei e decorativi appartenenti agli edifici pubblici della colonia romana che costellavano l’insenatura, prima che il bradisismo li sommergesse. I reperti recuperati saranno sottoposti ad un accurato lavoro di restauro e conservazione dopo le operazioni di desalinizzazione in vasche, predisposte presso il Parco Borbonico del Fusaro, con l’obiettivo di essere a breve esposti al pubblico, nelle sale del Palazzo dell’Ostrichina, voluto da Ferdinando IV di Borbone, messe a disposizione dal Comune di Bacoli, in una mostra permanente.

“Il recupero di questi reperti rappresenta un risultato di straordinaria rilevanza storica e scientifica – sottolinea il soprintendente Mariano Nuzzo. – I frammenti marmorei rinvenuti testimoniano la ricchezza e l’importanza anche simbolica di complessi pubblici che caratterizzavano l’intera colonia”. “È una giornata storica per Bacoli ed i Campi Flegrei – ha aggiunto il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione -. Recuperare meraviglie d’epoca romana dal nostro fondale, significa ridare luce a tesori che arricchiranno l’offerta turistica della città. E qualifica il mare flegreo come scrigno di tesori ancora da scoprire”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto