Le riforme sono un campo minato per il governo, con la maggioranza che va avanti fra altola’ e attacchi incrociati. I toni restano altissimi, malgrado i richiami del presidente del Consiglio Mario Draghi e di Bruxelles, che ha sollecitato l’Italia a tenere il passo con gli interventi necessari a ottenere i fondi del Pnrr, come quelli su fisco e concorrenza. Quindi anche su catasto e concessioni balneari. Materie su cui la Lega e FI hanno piantato piu’ di un paletto. “L’opposizione che Salvini sta facendo – ha accusato il segretario del Pd, Enrico Letta – ha superato il limite. Salvini che mette a rischio le risorse del Pnrr e’ incompatibile con il lavoro efficace e positivo dell’azione di Governo”. Se l’Esecutivo e’ a rischio, gli ha risposto il leader della Lega, e’ “per i capricci del Pd sullo ius soli e il ddl Zan e del M5s che non vuole i termovalorizzatori”. Il leader della Lega ha frenato anche su un altro tema che si si sta facendo largo nel Pd: “Se porta in Aula la legge elettorale proporzionale vien fuori il casino”, ha detto. In ballo c’e’ anche il Recovery, coi miliardi stanziati dall’Europa per rilanciare il Paese. Palazzo Chigi ha messo in guardia: “Il Pnrr non e’ solo investimenti – e’ stato il richiamo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli – ma prevede anche una profonda tensione riformistica con un grande ruolo del Parlamento. Bisogna evitare passi falsi, battute d’arresto, momenti di distrazione”. I giochi si faranno nelle Aule di Camera e Senato. Sul catasto c’e’ un accordo di massima, ma che non pare blindato, anzi. Sui balneari la discussione e’ accesa, con Lega e Forza Italia che spingono per il rinvio delle gare oltre il 2023 e per indennizzi piu’ corposi ai titolari delle concessioni che dovessero perderle. Sulla giustizia Lega e Italia Viva hanno piu’ di una perplessita’. Il primo test di tenuta e’ atteso nelle prossime ore, con la riforma sulla concorrenza che riparte in commissione al Senato. La settimana scorsa Draghi aveva convocato un consiglio dei ministri ad hoc per mettere in chiaro che e’ necessario approvarla in prima lettura entro la fine di maggio. E ha messo in conto la possibilita’ di porre la fiducia. “Il Pnrr e’ l’antidoto a rischi recessivi – ha ricordato il sottosegretario Garofoli – per consentire gia’ efficacemente di resistere alla crisi attuale. Sono pur possibili aggiustamenti, ma ogni sforzo viene speso per l’attuazione del Piano, che resta il punto chiave per l’azione del governo”. Salvini ha provato a rassicurare: “Sul catasto abbiamo risolto, sulla riforma Cartabia abbiamo risolto”, ha detto, prima di ripartire all’attacco di Letta: “Se c’e’ qualcuno che rallenta l’operato del governo e’ lui”. Il calendario e’ stringente: l’Italia ha 100 obiettivi del Pnrr da raggiungere entro fine 2022, 45 dei quali entro il 30 giugno, traguardo parziale per sbloccare la seconda rata dei fondi europei, pari a circa 24 miliardi, a cui si aggiungera’ un’ulteriore tranche a fine anno di 22 miliardi. E non infonde troppa tranquillita’ la pur (nelle intenzioni) rassicurante precisazione dell’Ue, che ha spiegato come le riforme del sistema fiscale e del catasto, “molto importanti per incentivare l’offerta di lavoro e l’equita’”, non siano comunque “una condizione per l’esborso dei fondi del Recovery fund”. Non a caso, parlando delle richieste di Bruxelles, Salvini ha usato un’immagine colorita: “L’Europa ci chiede di aumentare le tasse sulla casa. Se ce lo chiedono noi rispondiamo con un’espressione milanese: ‘taches al tram’, si attacchino al tram”. Nel percorso parlamentare, che e’ stato e che si annuncia insidioso, il governo potra’ contare su una nuova componente al Senato, Italia al centro, con 10 parlamentari, annunciata dal govenatore ligure Giovanni Toti.