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Pizzerie nel mirino della camorra, dopo la bomba a Sorbillo i colpi di pistola contro la “Pizzeria Di Matteo”

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A meno di 200 metri, nella stessa strada, c’è la pizzeria di Gino Sorbillo. Quella che tentarono di far saltare in aria con un ordigno rudimentale, tre settimane fa. A 100 metri c’è sempre un’altra pizzeria, quella di Mario Granieri, ‘Terra Mia’. Il giovane titolare fu vittima di un raid intimidatorio sempre ad inizio anno. Siamo in via  Tribunali, la strada del centro antico. Ed è qui che  un altro locale simbolo di Napoli è stato oggetto di un attentato. I soliti ragazzini, i soliti camorristi della cosiddetta paranza dei bambini che hanno esploso colpi d’arma da fuoco contro la pizzeria Di Matteo. Le indagini dei carabinieri dovranno stabilire se c’è un filo rosso che lega questi attentati, se c’è una unica matrice malavitosa o, come ipotizzano i titolari della pizzeria, non si tratti dell’ennesima “stesa” con colpi sparati all’impazzata e che accidentalmente avrebbero colpito lo storico locale.

I militari hanno riscontrato durante i rilievi fatti in mattinata 4 fori nella serranda del locale e rinvenuto sul selciato 9 bossoli. La pizzeria Di Matteo è un locale storico della città, conosciuta da residenti e turisti soprattutto per la specialità della pizza fritta e a “libretto”, mangiata con le mani in piedi davanti al bancone, come fece anche l’ex presidente Usa Bill Clinton, nel luglio del ’94, in occasione del G7 di Napoli, durante un fuoriprogramma nel corso di una passeggiata nel centro storico della città. Gli investigatori spiegano che nella zona del centro storico, dopo che sono venuti meno i ‘riferimenti’ criminali di alcuni boss storici, usciti di scena perchè morti, in galera o perchè hanno avviato una collaborazione con la giustizia, si fanno avanti bande di giovanissimi che intendono esprimere il loro predominio sul territorio.

“Non è un atto intimidatorio anche perchè, se lo fosse, lo avrei già denunciato. Più che altro rappresenta un segnale che impone una risposta all’insegna della maggiore sicurezza”, dice Salvatore Di Matteo, uno dei quattro eredi che gestisce la storica pizzeria di via Tribunali, che occupa 30 persone. “Quando si colpisce un luogo noto la cosa fa clamore ma l’attenzione va tenuta comunque alta a prescindere da chi venga colpito. Una volta noi, una volta una signora affacciata al balcone, una volta un passante: credo che non ci sia più bisogno di altri episodi perchè la politica intervenga”, aggiunge scosso. Mentre i carabinieri sono impegnati nei rilievi c’è qualche gruppo di turisti che incuriosito scatta foto. Ed è questo che non fa bene a Napoli. Dover considerare quella zona bellissima, una zona non sicura. Anzi, una zona off limits in certe ore della notta.

 

“È questa la cosa che ci fa più male – dice uno dei gestori della pizzeria – tanti anni a lavorare per migliorare il giudizio su questa città; poi capitano queste cose e tutto il castello cade giù”. ”Non vogliamo chiudere e non scappiamo – continua critico Di Matteo – ma qualcuno ci deve aiutare a rimanere”. Arriva invece una svolta per un episodio di tutt’altro tipo che ha riguardato sempre una storica pizzeria di Napoli, la Brandi di Salita Sant’Anna di Palazzo, dove, secondo la leggenda, alla fine del 1800 nacque la Margherita. I Carabinieri hanno infatti arrestato l’uomo di 58 anni che nella notte del 4 settembre scorso fece irruzione nel locale e portò via 600 euro e una macchina fotografica. E’ stato identificato grazie alle telecamere di video sorveglianza nonostante avesse un cappellino in testa.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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