La notizia è che a Napoli l’amministrazione comunale spenderà 5,6 milioni di euro “per la ripiantumazione di alberi e la cura del verde cittadino”. Sembra una cosa normale in una metropoli dove non c’è un solo parco pubblico che sia degno di questo nome, dove i giardini sono abbandonati e la cura degli spazi verdi sono tutti affidati alle cure dei privati che se ne accollano l’onere spesso senza averne né le capacità né la professionalità che occorre in quel delicato campo che si chiama anche decoro cittadino.
Comunque sia, l’arrivo di queste risorse, annunciate dall’assessore Ciro Borriello sul suo profilo Facebook, dovrebbero essere impiegate entro quattro tipologie di intervento: la piantumazione sostitutiva di alberi crollati o abbattuti; la sostituzione degli alberi in pericolo di schianto; la piantumazione di alberi nelle fossette vuote lungo le principali strade cittadine e in aiuole di arredo urbano; la piantumazione aggiuntiva e/o sostitutiva nei parchi cittadini. L’altra notizia è che questa somma, i 5,6 milioni di euro, sarà messa a disposizione del comune di Napoli dalla Città Metropolitana di Napoli. In pratica il sindaco metropolitano Luigi de Magistris prova a dare una mano al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che sulla cura del verde e sul decoro degli spazi pubblici e comuni messi a verde, diciamo che non ha dato prova di grandi capacità.
L’assessore. Ciro Borriello annuncia l’arrivo di fondi per 5,6 milioni dalla Città Metropolitana di Napoli
Oggi però c’è questa buona notizia. E a darla è proprio l’assessore al Comune di Napoli con delega al verde, Ciro Borriello. “Ci siamo”, scrive l’assessore, lasciando trapelare non poca soddisfazione per l’importante traguardo. “Si tratta di un rapporto di collaborazione tra la città Metropolitana e il Comune di Napoli, che hanno messo in campo una straordinaria iniziativa nella misura ma soprattutto nella quantità di danaro messo a disposizione. Un intervento unico che non si é mai verificato, probabilmente solo 40 anni fa con la giunta Valenzi. Una iniziativa che resterà negli anni. E se ne parlerà per decenni. Siamo contenti per questo e andiamo avanti in questo rapporto tra enti che porterà sicuramente ad un miglioramento della qualità e della fruizione del verde della città di Napoli”. Per ora tocca registrare la soddisfazione.
Per i fatti, cioè per vedere l’erogazione dei soldi, gli appalti, la messa a dimora degli alberi, la piantumazione e la cura, se tutto andrà bene ci vorrà un po’ di tempo. Speriamo quello strettamente indispensabile. Pure per la sistemazione e l’ammodernamento di via Marina o la realizzazione del parco della Marinella a ridosso del porto di Napoli abbiamo registrato illo tempore la grande soddisfazione per i fondi reperiti. Quanto alla realizzazione delle opere, come sapete, siamo ancora in attesa: e sono passati sette anni.
Alberi sradicati dal vento forte in città (foto Salvatore Laporta Kontrolab)
Via Marina è ancora quella che è. Del Parco ancora manco c’è l’ombra. Sulla questione verde pubblico napoletano, al momento, quello che si sa e si vede è sotto gli occhi di chi risiede a Napoli o la visita, godendo della sua bellezza. Per ora a occuparsi del verde e degli alberi di Napoli sono soprattutto i vigili del fuoco chiamati ad intervenire per la caduta di rami, quando va bene, e quando le condizioni meteo non sono avverse. Poco più di due mesi fa il vento forte e il maltempo a Fuorigrotta, quartiere della zona occidentale della città, un giovane rimase ucciso sotto un albero caduto per il vento forte. Davide Natale, 21enne della provincia di Caserta fu schiacciato da pino sradicato dal forte vento di scirocco. Simile tragico destino era toccato già nel 2013 alla povera Cristina Alongi, 41 anni, che si trovava all’interno della sua auto in via Aniello Falcone, quando fu schiacciata sempre da un grosso pino.
Poi c’è la tragedia ambientale del taglio di tutti gli alberi secolari presenti nel Parco della Rimembranza a Posillipo, spogliando così la celebre via degli innamorati e suscitando anche l’ira di molti cittadini che non erano d’accordo con l’iniziativa del Comune.
Una tempesta geomagnetica di classe G2 è attualmente in corso e potrebbe proseguire anche nella giornata del 14 giugno, pur con intensità minore rispetto alle ore precedenti. A riferirlo è il Centro di Previsione Meteorologica Spaziale dell’agenzia statunitense NOAA, che sta monitorando l’evento iniziato nella notte tra il 12 e il 13 giugno. Sebbene in un primo momento si ipotizzasse un’intensificazione fino alla classe G3, la previsione è stata successivamente rivista al ribasso.
Gli effetti del fenomeno: da G1 a G2 nella notte
Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste, ha spiegato all’ANSA che «la tempesta è iniziata con intensità G1 e dopo mezzanotte è salita alla classe G2». A generarla sarebbe stata «l’azione combinata del vento solare veloce emesso da un buco coronale e di una CME, cioè un’emissione di massa coronale».
Cosa sono vento solare e CME
Il vento solare proviene da aree della corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, dette “buchi coronali”, dove il campo magnetico si apre verso l’esterno consentendo il rilascio di particelle ad altissima velocità. Le CME (Coronal Mass Ejection) invece sono vere e proprie espulsioni di plasma che amplificano l’impatto delle particelle solari sulla magnetosfera terrestre.
Possibili conseguenze
Le tempeste geomagnetiche di classe G2, considerate moderate su una scala che va da G1 a G5, possono causare:
Disturbi ai sistemi energetici alle alte latitudini
Interferenze nelle comunicazioni radio in zone polari
Manovre correttive sui satelliti in orbita terrestre bassa, per contrastare i cambiamenti di traiettoria dovuti all’attrito atmosferico alterato
Un evento simile, anch’esso innescato da un buco coronale, è stato osservato alla fine di maggio e ha generato una tempesta geomagnetica considerata anomala per l’intensità e la durata.
(Immagine in evidenza realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)
Maggio 2025 è stato il secondo maggio più caldo a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 15,79 gradi centigradi, 0,53 in più rispetto alla media di maggio del periodo 1991-2020, mentre è stato stato di 0,12 gradi più freddo rispetto record del 2024. E’ quanto rileva il sistema meteorologico europeo Copernicus. Il periodo di 12 mesi da giugno 2024 a maggio 2025 è stato di 0,69 gradi superiore alla media 1991-2020 e di 1,57 gradi superiore al livello preindustriale. Secondo Carlo Buontempo, direttore del C3S presso l’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts: “maggio 2025 interrompe una sequenza senza precedenti di mesi con temperature superiori a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.
Sebbene questo possa offrire una breve tregua per il pianeta, prevediamo che la soglia di 1,5 °C verrà nuovamente superata nel prossimo futuro a causa del continuo riscaldamento del sistema climatico”. Si è registrato un notevole contrasto nelle temperature dell’aria superficiale in tutta Europa a maggio 2025, con temperature inferiori alla media nell’Europa orientale, dall’Italia orientale e dai Balcani alla Finlandia, e temperature superiori alla media nell’Europa occidentale. Al di fuori dell’Europa, le temperature sono state più elevate della media nell’Antartide occidentale, in un’ampia area del Medio Oriente e dell’Asia occidentale, nella Russia nord-orientale e nel Canada settentrionale.
Le temperature sono state più basse della media in India, Alaska, Africa meridionale e Antartide orientale. Punti salienti stagionali La temperatura media della superficie del mare (SST) per maggio 2025 tra i 60 gradi S e i 60 N è stata di 20,79 gradi centigradi il secondo valore più alto mai registrato per il mese, 0,14 in meno rispetto al record di maggio 2024. Le temperature sono rimaste insolitamente elevate in molti bacini oceanici e mari. Tra questi, vaste aree nel nord-est dell’Atlantico settentrionale, colpite da un’ondata di calore marino, hanno registrato temperature record per il mese. Gran parte del Mar Mediterraneo è stata molto più calda della media. (
La città eterna è la migliore al mondo da scoprire a piedi. A decretarlo è la classifica “Top 100 Best Walking Cities”stilata dalla piattaforma GuruWalk, che mette in contatto guide locali e viaggiatori appassionati di turismo lento e sostenibile. Roma conquista il primo posto grazie alla straordinaria concentrazione di monumenti, scorci e itinerari pedonali che permettono di esplorarla passo dopo passo come un autentico museo a cielo aperto.
Dai Fori Imperiali al Pantheon, passando per piazze barocche e vicoli senza tempo, Roma è un incanto continuo. È proprio questa la forza riconosciuta alla Capitale: un’eredità storica e culturale senza pari che si svela meglio camminando.
Le prime dieci posizioni della classifica
Dopo Roma, al secondo posto si piazza Budapest, affascinante per la sua doppia anima e l’architettura imperiale. Madridè terza, con la sua miscela perfetta di arte, parchi e vita notturna. Seguono Praga (quarta), Barcellona (quinta) e Lisbona(sesta), amata per le sue colline e i miradouros spettacolari.
Londra è settima, con itinerari che vanno da Buckingham Palace a Camden. All’ottavo posto brilla Firenze, la culla del Rinascimento: un gioiello da attraversare a piedi tra Uffizi, Duomo e Ponte Vecchio. Chiudono la top ten Amsterdam, con i suoi canali, e Berlino, che offre itinerari pieni di contrasti storici e culturali.
Italia protagonista con 8 città
L’Italia si conferma meta prediletta del turismo pedonale con otto città in classifica: oltre a Roma e Firenze, compaiono anche Venezia, Milano, Napoli, Catania, Bologna e Verona. Il nostro Paese si colloca così secondo solo alla Spagnaper numero di località premiate.
Perché camminare è il modo migliore di viaggiare
Secondo GuruWalk, esplorare una città a piedi è la forma più autentica di turismo: consente di osservare dettagli nascosti, porre domande a guide locali e immergersi nella cultura quotidiana. I walking tour sono spesso gratuiti, e spaziano dai circuiti storici a quelli gastronomici, dai tour tematici ai percorsi nei quartieri emergenti.
Una tendenza in crescita globale
Nel 2024, 36 capitali rientrano nella classifica, di cui 27 europee. Tra quelle extraeuropee ci sono Città del Messico, Tokyo, Hanoi, Buenos Aires, Santiago del Cile, Lima, Bogotá e Kuala Lumpur, a dimostrazione del carattere ormai globale dell’interesse verso il turismo sostenibile e consapevole.
(Immagine realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)