Vladimir Putin tenta di stringere l’Ucraina in una tenaglia. A nord le forze russe continuano a bombardare Kharkiv e Chernihiv, provocando decine di vittime civili, a sud assediano Mariupol e puntano a Odessa, via mare e via terra. E mentre Kiev continua a resistere, si teme per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la piu’ grande d’Europa, stretta d’assedio dai russi e protetta dagli abitanti della vicina Enerhodar. L’Aiea ha lanciato l’allarme: la “situazione e’ molto delicata” al momento e “tutto puo’ accadere”. E nell’ennesima giornata di guerra a Chernihiv, a 150 km da Kiev, i raid russi hanno colpito anche due scuole, un ospedale ed edifici residenziali. E’ una strage: almeno 33 persone sono morte, ma il conto non e’ ancora finito. Resta sotto il fuoco russo anche Kharkiv, martellata ormai da giorni: anche qui non sono state risparmiate le vite dei piu’ piccoli e l’Osce ha annunciato la morte di una dei suoi osservatori nei bombardamenti sulla citta’ nordorientale dell’Ucraina. La tensione intanto e’ alle stelle nel mar Nero: l’imbarcazione Helt, un cargo battente bandiera panamense ma di proprieta’ estone, e’ stato affondato a sud di Odessa, dove sono state avvistate quattro grandi navi da guerra russe e tre motoscafi armati di missili. Non e’ chiaro se abbia urtato una mina o sia stato colpito da due siluri, ma i 6 membri dell’equipaggio sono tutti salvi, hanno fatto sapere i ministeri degli Esteri di Kiev e Tallin. L’Estonia ha confermato che nessuno dei marinai e’ di nazionalita’ estone: si tratterebbe di quattro ucraini, un russo e un bielorusso. Ma l’eurodeputato ed ex capo della Difesa del Paese baltico, Riho Terras, ha denunciato su Twitter “una provocazione, un messaggio molto chiaro di Putin, una sfida diretta alla Nato”. In sostanza, uno di quegli “incidenti” che Mosca ha evocato come possibile miccia di una Terza guerra mondiale. Un altro cargo, battente bandiera del Bangladesh, e’ stato colpito – non e’ chiaro da cosa ne’ da chi – anche nel porto ucraino di Olvia, sempre sul Mar Nero, a ovest della penisola di Crimea, causando la morte di un membro dell’equipaggio. Secondo il dipartimento militare ucraino, dunque, la Russia e’ pronta a lanciare un attacco e a sbarcare a Odessa. L’evidente obiettivo di Mosca e’ di guadagnarsi un corridoio terrestre a sud dell’Ucraina che, partendo da est e passando per la Crimea (annessa nel 2014), arrivi a Odessa per poi spingersi fino alla Transnistria, l’enclave separatista moldova dove gia’ stazionano le truppe russe. In mezzo ci sono Mariupol, stretta in una morsa, e Kherson gia’ caduta in mano russa: la gente qui e’ terrorizzata e non esce di casa. Fonti locali raccontano anche di “militari russi impasticcati fino agli occhi”. La capitale invece continua a resistere, tra continue sirene d’allarme e raid russi. Il Pentagono ritiene che il lungo convoglio militare russo diretto verso Kiev proceda lentamente e che l’azione della difesa ucraina abbia “contribuito” allo “stallo”. Il centro resta protetto dal fiume Dnepr, dove “sono stati minati tre grandi ponti che conducono alla riva destra, cuore amministrativo e storico della citta’, custoditi da cecchini pronti a sparare a chiunque vi si avvicini”, spiega un italiano rimasto in citta’. Le forze ucraine rivendicano intanto di aver ucciso 9.000 soldati russi, distrutto 217 tank, 90 pezzi di artiglieria, 900 blindati e 42 lanciarazzi e di aver abbattuto 30 aerei. Il ministero della Difesa ha annunciato anche di aver “cacciato il nemico” da Bucha, a pochi chilometri dalla capitale, dove da stamani risventola la bandiera gialla e blu dell’Ucraina.