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Cronache

Pilota Freccia senza pace, penso solo alla piccola Laura

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Un impatto inevitabile, con l’aereo posizionato in modo da evitare le case, ma la manovra non è bastata e l’auto su cui viaggiava la famiglia Origliasso è stata colpita. “Sono profondamente addolorato per quello che è successo, sto solo pensando alla piccola Laura”. È ancora molto scosso il maggiore Oscar Del Do’, il pilota della Freccia Tricolore che ieri si è schiantata al suolo nei pressi dell’aeroporto Torino-Caselle e che ha portato alla morte di Laura Ogliasso, di cinque anni mentre il fratellino di 12 anni è rimasto ferito assieme ai genitori. L’ipotesi che l’incidente sia stato provocato da un bird strike – l’impatto con uno stormo di uccelli – sembra ormai certa. Così come ipotizzato anche dal generale Luigi Del Bene, comandante delle forze di combattimento di Milano. “La fase – spiega – era quella di decollo. Sulle cause non si può escludere nulla.

Anche il birdstrike. Di certo c’è stata una avaria al motore che ha smesso di funzionare: è stato il motivo per cui ha perso velocità in quota”. Tutto è accaduto nell’ordine di pochi secondi: “è questo il tempo a disposizione per prendere delle decisioni. Lui si è concentrato sullo spostare l’aereo lontano da zone abitate”, ha aggiunto il generale. Intanto emerge più nel dettaglio quanto è accaduto negli istanti prima dell’impatto. L’aereo era appena decollato dall’aeroporto e dopo circa trenta secondi era già precipitato prendendo fuoco: appena in volo ha incontrato uno stormo di uccelli, almeno uno di questi è entrato nella presa d’aria e ha impattato il motore.

L’ ‘intruso’ ha attivato un sensore di pressione che porta allo spegnimento del motore e la Freccia ha avuto un calo di potenza. Il tentativo del pilota di poter recuperare la situazione è proseguito: Del Do’ ha applicato una procedura di emergenza ma la quota e la velocità basse non gli hanno consentito di avere il tempo necessario per provare un ciclo completo di riaccensione. Con ogni probabilità Il nome del pilota dell’aereo sarà iscritto nel registro degli indagati della procura di Ivrea. Il passaggio è infatti imposto dalla procedura perché è necessario disporre una serie di accertamenti tecnici irripetibili. L’atto non comporta accuse specifiche o attribuzioni di responsabilità. “Sulla vicenda un’inchiesta interna è stata già avviata, si apre istantaneamente in questi casi”, dice il generale di Brigata aerea Urbano Floreani, capo ufficio della comunicazione dell’Aeronautica ed ex pilota della Frecce Tricolori, spiegando che “al momento della richiesta di rullaggio la torre di controllo rilascia informazioni ai velivoli che gli consentono di comprendere bene le situazioni metereologiche, il vento, il Qnh (dati sulla pressione atmosferica – ndr), lo stato della base, i numero di sequenza al decollo e se ci sono degli impedimenti”. Insomma, dato anche il bird status (la situazione dei volatili) che sarebbe stato indicato come ‘moderato’, quanto successo pare fosse praticamente inevitabile.

“Se ci fossero state condizioni ambientali che raggiungevano parametri di incompatibilità col decollo, la torre stessa non avrebbe dato l’autorizzazione”, sottolinea Floreani. Intanto oltre alle analisi della scatola nera, le indagini disporranno anche il recupero di tutte le registrazioni della comunicazioni della torre e alcuni accertamenti sono già stati fatti come da protocollo anche sul pilota, dai rilievi sul suo sonno all’alcol e drug test. Il maggiore Oscar Del Do’, di 35 anni, di Torreano di Martignacco (Udine), è entrato nelle Frecce tricolori il 19 dicembre 2019, faceva il terzo gregario sinistro (pony 7). Oggi Del Do’ è il secondo gregario sinistro della formazione (Pony 4). È un pilota esperto, con oltre 2.000 ore di attività alle spalle e proviene dal 132esimo Gruppo del 51esimo Stormo di Istrana. Il professore Mauro Fasano, coordinatore della sezione aeronautica dell’istituto udinese Malignani e insegnante della futura Freccia, lo ricorda come “un ragazzo in gamba, serio, preparato, preciso e molto meticoloso” che “si era impegnato tanto per riuscire a realizzare il suo sogno di entrare nelle Frecce”.

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Cronache

Caso Grillo jr, teste: mi disse mi hanno violentata tutti

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

La notte del 16 e 17 luglio 2019 è stata scandagliata in tutti i momenti. Dettagli importanti, come anche quelli della mattina e dei giorni successivi, che sono stati oggetto di domande a una testimone ritenuta chiave, perché una delle due presunte vittime, durante l’udienza a porte chiuse al Tribunale di Tempio Pausania nel processo per violenza sessuale di gruppo dove sono imputati Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Non la principale accusatrice – che, invece sarà sentita in quattro udienze fissate tra due mesi – ma l’amica (all’epoca dei fatti), che secondo l’accusa sarebbe stata oggetto di foto oscene mentre dormiva nella villetta a schiera a Porto Cervo, di proprietà della famiglia Grillo. E che fosse addormentata lo avrebbe ribadito lei stessa nella testimonianza in aula, ricostruendo quegli istanti.

“Ha detto che non ha subito alcuna violenza e non ha sentito alcunché, nessuno che urlasse e che chiedesse aiuto”, ha spiegato l’avvocata Antonella Cuccureddu del pool di difesa dei quattro imputati. Ma la ragazza ha anche confermato il racconto, già fatto in sede di istruttoria, come ricorda il legale della testimone Vinicio Nardo: si è svegliata a fine mattinata, ha trovato l’amica italo-norvegese sconvolta in un’altra stanza, “mi disse che era stata violentata da tutti”. Gli avvocati difensori dei quattro ragazzi hanno anche insistito su alcune circostanze, in particolare soffermandosi sul consumo di bevande alcoliche da parte del gruppo dall’arrivo nella discoteca Bilionaire ai drink al bar nella Promenade di Porto Cervo e nella villetta al Cala di Volpe. “Non eravamo né sobri né ubriachi o incapaci di controllarci”, avrebbe detto la testimone incalzata dai legali nella stessa aula nella quale ieri, ha avuto un attimo di commozione (un sussulto, piuttosto che un pianto) quando ha dovuto ricordare le settimane e i mesi successivi. “Non vivevo più perché ero terrorizzata dall’idea che mi chiamassero i giornalisti da un momento all’altro vivevo con l’incubo perché addirittura hanno contattato un mio amico”.

E sarebbe stata proprio questa situazione e le notizie di stampa sulla vicenda ad incrinare il rapporto tra le due amiche nella primavera del 2020 e non un messaggio su whatsapp che la studentessa milanese, 10 giorni dopo, ha inviato all’amica e nel quale si è scusata per non avere compreso la situazione e di non esserle stata più vicina. Due anni dopo la rottura dell’amicizia le due ragazze si sono incrociate ieri in tribunale ma a distanza: la studentessa italo-norvegese era arrivata con l’avvocata Giulia Bongiorno per assistere all’udienza ma le difese si sono opposte e le due sono state divise, una a raccontare in aula quanto accaduto quella notte, la seconda in un’altra stanza del palazzo di giustizia. Il 7 novembre, e non più il 13 ottobre, sarà, invece proprio lei, la principale accusatrice dei quattro giovani, a salire sul banco dei testimoni per la prima delle quattro giornate dedicate alla sua deposizione. Le altre date sono già state fissate per l’8 novembre, il 13 e 14 dicembre.

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Auto di carabiniere a fuoco, indagini a tutto campo in Irpinia

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Indagini a 360 gradi per risalire ai responsabili che la notte scorsa a Lioni, in provincia di Avellino, hanno dato fuoco all’auto di un carabiniere. L’auto, era parcheggiata nei pressi dell’abitazione dove il militare vive con la famiglia. L’incendio che ha distrutto l’auto, si è verificato poco dopo le tre. Il carabiniere presta servizio presso la Compagnia di Sant’Angelo dei Lombardi, a pochi chilometri da Lioni. Le indagini vedono impegnati i carabinieri di Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi e del Reparto operativo del Comando provinciale di Avellino.

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Arbitro dà rigore, botte ai giocatori dai tifosi entrati in campo

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“Rigore è quando arbitro fischia” diceva Vujadin Boskov, allenatore famoso per le sue massime. Non erano d’accordo alcuni spettatori del match fra Fc Garlasco 1976 e Cesano Boscone Idrostar dello scorso 1 aprile che, quando l’arbitro ha assegnato un rigore sono entrati in campo e hanno picchiato tre giocatori della squadra ospite. Aggressione che ha innescato la risposta dei tifosi della squadra milanese di Cesano Boscone. La gara del campionato Juniores in corso a Garlasco, nel Pavese, trasformata in rissa, è stata quindi sospesa. Ora i carabinieri di Vigevano hanno denunciato a piede libero due ventenni per lesioni aggravate in concorso. Sono entrambi residenti a Vigevano, disoccupati e incensurati.

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