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Economia

Piaggio Aero, scelto il commissario: è l’avvocato Vincenzo Nicastro

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Vincenzo Nicastro, avvocato, è  il commissario scelto dal ministero dello Sviluppo economico per guidare l’azienda aeronautica Piaggio Aero durante l’amministrazione straordinaria. Il nome è stato estratto a sorte tra una rosa di cinque proposta da una commissione di esperti. Sarà sua responsabilità sia il pagamento degli stipendi di novembre per i 1200 lavoratori sia l’anticipazione dell’ orario della riunione al Mise, al momento in programma alle 17.30 del 7 dicembre, orario considerato dai sindacati “troppo da happy hour” per consentire lo sviluppo approfondito dei temi all’ordine del giorno.

Ieri mattina Regione e sindacati si sono incontrati nella sede della giunta ligure per stilare un documento condiviso: “Oltre all’immediato pagamento degli stipendi – ha detto il segretario Fim Cisl di Genova, Alessandro Vella – chiediamo un piano credibile di sviluppo industriale con lo sblocco del finanziamento di 766 milioni per il programma previsto del P2HH “. Critico il segretario genovese della Fiom, Bruno Manganaro: “Serviva un commissario per la questione industriale e occupazionale, ma il governo ha scelto un avvocato con esperienza in Unicredit. Non è un buon segnale”. A Piaggio Aero ballano oltre mille posti di lavoro. E il salvataggio dell’azienda significa anche salvare il lavoro di questi lavoratori.

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Economia

Fisco, inviate 3,8 milioni di lettere per la rottamazione

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L’attesa è finita: i contribuenti che hanno fatto richiesta per la rottamazione quater hanno già ricevuto o riceveranno a breve la lettera con i bollettini per pagare. L’agenzia della Riscossione fa sapere di avere completato l’invio delle lettere in risposta alle 3,8 milioni di domande di adesione. La copia della comunicazione con i moduli di pagamento si può richiedere anche online, un servizio utile per chi, per qualsiasi motivo, non sia in possesso dell’originale. Agenzia delle Entrate-Riscossione, spiega l’amministrazione, ha completato l’invio delle comunicazioni delle somme dovute a chi ha aderito alla rottamazione-quater delle cartelle. Le lettere, che contengono l’esito della richiesta, l’elenco dei debiti rottamati e l’importo dovuto, sono state inviate in risposta alle circa 3,8 milioni di domande di adesione alla definizione agevolata presentate entro il termine di legge del 30 giugno 2023.

Per gestire i prossimi adempimenti in vista del 31 ottobre, termine di pagamento della prima (o unica) rata, i contribuenti possono utilizzare i servizi online disponibili sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it. In particolare, è disponibile la funzionalità che consente di chiedere la copia della comunicazione delle somme dovute con i primi 10 moduli di pagamento, utile per coloro che, per qualsiasi motivo, non siano in possesso della comunicazione inviata. È attivo anche il servizio per richiedere online l’addebito sul conto corrente delle rate previste dal proprio piano di definizione agevolata, grazie al quale l’importo di ogni rata sarà corrisposto direttamente entro il termine previsto, evitando eventuali dimenticanze. È inoltre attivo ContiTu, il servizio web per chi vuole scegliere di pagare solo alcuni degli avvisi/cartelle rottamabili indicati nella Comunicazione, con la possibilità di ricalcolare l’importo dovuto e ricevere i nuovi moduli di pagamento.

Agenzia delle Entrate-Riscossione ha provveduto all’invio delle comunicazioni delle somme dovute tramite Pec (posta elettronica certificata) o posta raccomandata. I contribuenti possono comunque scaricarne una copia direttamente dall’area riservata del sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it accedendo con le credenziali Spid, Cie e Cns, oppure dall’area pubblica, senza necessità quindi di pin e password, allegando un documento di riconoscimento. La comunicazione fornisce l’esito di accoglimento o eventuale rigetto della domanda, l’importo, le scadenze e i moduli di pagamento in base alla scelta effettuata in fase di adesione (fino a un massimo di 18 rate).

Se il piano di dilazione prevede più di 10 rate, con la lettera sono stati inviati i primi 10 moduli di pagamento, mentre i rimanenti saranno spediti successivamente, prima della scadenza dell’undicesima rata. Le comunicazioni sono identificate in base all’esito della richiesta: AT per l’accoglimento totale; AP in caso di accoglimento parziale (in presenza anche di debiti non rientranti nella rottamazione); AD per le adesioni con debiti rottamabili ma nessun importo da pagare; AX per adesioni con debiti rottamabili per i quali non si deve pagare nulla e con un importo residuo da pagare per debiti non definibili. RI, infine, riguarda le adesioni rigettate in quanto i debiti indicati nella domanda non sono rottamabili e quindi l’importo deve essere pagato senza agevolazioni. Si ricorda che per i soggetti residenti nelle zone interessate dall’alluvione dello scorso mese di maggio i termini e le scadenze riferiti alla definizione agevolata sono stati prorogati di tre mesi. L’invio della comunicazione delle somme dovute sarà pertanto completato entro il prossimo 31 dicembre.

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Economia

Aeroporti in sciopero, voli cancellati ma pochi disagi

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Venerdì difficile negli aeroporti italiani, per lo sciopero nazionale di 4 ore dei servizi aeroportuali, dalle 13 alle 17. Molti i voli cancellati, ma i disagi per i viaggiatori sono stati limitati: le compagnie avevano avvertito in tempo i clienti, e questi hanno potuto spostarsi su altri orari. Lo sciopero inizialmente era di 24 ore, ma è stato ridotto a 4 ore una ordinanza firmata dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. E questo ha provocato le proteste dei sindacati. Lo sciopero ha riguardato gli addetti al carico e scarico bagagli e ai servizi in pista. E’ stato proclamato dai sindacati dei trasporti Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo e dai sindacati di base Usb e Cub per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto a fine 2017. Anche gli assistenti di volo di Easyjet hanno incrociato le braccia, sempre per 4 ore e dalle 13 alle 17, per chiedere migliori condizioni di lavoro.

E ancora sciopero di 4 ore, a fine di ogni turno di lavoro, degli appalti ferroviari: si tratta dei servizi di pulizia di treni e stazioni, ristorazione a bordo, accompagnamento sui treni notte e piccola manutenzione. I sindacati confederali chiedono l’adeguamento economico del buono pasto. Pochi i voli cancellati oggi a Roma Fiumicino, mentre a Napoli Capodichino l’80% dei voli è stato fermato dalla protesta. A Milano Linate e Malpensa sono stati cancellati 150 voli, tra arrivi e partenze, su un totale previsto di circa 850. All’aeroporto di Torino Caselle sono spariti 37 voli, ma ne sono rimasti 65. Solo 5 i voli cancellati a Genova, mentre a Bologna ne sono stati cancellati una cinquantina, quasi tutti quelli nella fascia dello sciopero. All’aeroporto di Firenze sono stati fermati 22 voli in partenza e 18 in arrivo (quattro già da ieri sera).

Nei tre aeroporti sardi sono stati cancellati in tutto 17 voli. Stesso discorso per Bari (12 fermati), per Brindisi (11) e per Lamezia Terme (5). Allo scalo di Palermo voli regolari e nessuna cancellazione, come pure a Pescara, Perugia e Pisa. “Grave come sempre l’ingerenza del ministro dei Trasporti, che invece di ridurre lo sciopero, avrebbe fatto bene a capire le ragioni dello stesso – ha commentato il segretario generale Filt Cgil Campania e Napoli, Angelo Lustro -. Precarietà, frammentazione delle aziende e continuo ricorso agli ammortizzatori sociali, scaricano sui lavoratori e sul servizio di pulizie tutte le difficoltà delle gare sempre più a ribasso. Una situazione insostenibile quella che sta avvenendo nel mondo del lavoro, e la politica, invece di intervenire, non sa fare altro che precettare”.

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Visco: nessuna speculazione, serve impegno sui conti

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Nessun attacco speculativo contro l’Italia. E’ solo attenzione alla stabilità dei nostri conti. Dopo le fibrillazioni con cui i mercati hanno accolto l’approvazione della Nadef, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco allontana i fantasmi e lancia un monito al governo alle prese con la messa a terra della prossima manovra di bilancio. Che si preannuncia in salita: con un tesoretto in deficit di 14 miliardi già interamente appaltato per il taglio del cuneo e la nuova Irpef a tre aliquote, tutto il resto dipende dall’esito della caccia alle risorse. Mentre ancora si attende la pubblicazione del quadro completo della Nadef, a far parlare sono i timori scatenati dal balzo dello spread a 200 punti. Il governatore Visco sgombra il capo da ipotetici attacchi.

“Gli interessi” sul debito pubblico “non sono il risultato di speculazione contro l’Italia – dice – sono il risultato di un’attenzione sul fatto di tenere i nostri conti il più possibile in ordine”. Questo, insiste, “è un impegno politico rilevante che va sottolineato continuamente”. Visco rassicura quindi sul sistema bancario, che dopo anni di declino “ha tenuto”, e anche sul debito: è “sostenibile”, ma perché sia tale, osserva, “occorre che ci sia una risposta sul piano infrastrutturale e un piano su come vengono spesi i soldi tale che convinca chi compra i nostri titoli”. L’esecutivo da parte sua sdrammatizza e ribadisce la linea della serietà. “Lo spread ha ricominciato a scendere oggi e la Nadef terrà conto dei numeri seri, in previsione di una legge di bilancio estremamente seria”, assicura la premier Giorgia Meloni. E il viceministro dell’Economia Federico Freni professa tranquillità.

“Personalmente la reazione dei mercati non la vedo né preoccupante, né scomposta. Mi preoccuperò – aggiunge – quando lo spread dovesse salire, ma non credo che avverrà, sopra una soglia di guardia”, ovvero il 340/350 che è il massimo dal 2018 ad oggi”. I partiti di maggioranza intanto fanno quadrato intorno al governo, tacciando di ipocrisia le opposizioni che non dissero niente quando lo spread con Draghi era a 250 punti. Ma la situazione “preoccupa molto” Confindustria, ammette il presidente Carlo Bonomi, che avverte: “in Italia il vero tema è che bisogna rivedere seriamente la spesa corrente”.

Intanto c’è attesa per vedere nero su bianco il quadro completo della Nota di aggiornamento al Def approvata mercoledì sera dal cdm. Al momento è stata diffusa solo una tabella che certifica che il deficit tornerà entro il 3% solo nel 2026, ma a costo di una politica di bilancio che al momento appare restrittiva: tra tre anni il deficit programmatico è fissato infatti al 2,9%, ma con un tendenziale al 3,1%. Si alza il velo anche sulla dinamica del debito, che secondo le stime del governo scenderà sotto il 140% del Pil nel 2025, al 139,9%. Migliora infine il saldo primario, cioè la differenza tra entrate e spese al netto di quelle per interessi sul debito pubblico, che tornerà positivo nel 2025 (0,7% del Pil).

Confermati gli altri numeri diffusi subito dopo il cdm, a partire dallo scostamento di 0,7 punti tra il deficit programmatico e il tendenziale del 2024 (rispettivamente 4,3% e 3,6%) da cui il governo ha ricavato i 14 miliardi in deficit che sono la base di partenza della manovra. Prende forma anche per quest’anno, anche se non è ancora chiara la destinazione: un decimale (tra il 5,3% programmatico e il 5,2% tendenziale) che equivale a due miliardi di euro. Resta invece qualche incertezza per la crescita dell’economia, che il governo ha fissato al +0,8% quest’anno e al +1,2% il prossimo.

“La fase espansiva dell’economia italiana potrebbe aver concluso la sua corsa”, avverte Prometeia, che ha rivisto al ribasso le stime sul 2023 (+0,7%) e stima un anemico +0,4% nel 2024. In questo quadro il governo prosegue il lavoro sulla manovra. Le prossime 3 settimane saranno cruciali: ci sono da trovare un’altra decina di miliardi e definire l’elenco delle misure. Sicuri, oltre al cuneo, gli aiuti per la famiglia e la natalità. Garantito anche l’avvio del Ponte sullo Stretto: i fondi, assicura Freni, ci sono e ammontano a 2 miliardi di euro.

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