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Cronache

Pg della Cassazione: confermare ergastolo per Sestito. È il killer evaso

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Per la procura generale della Cassazione va confermata la condanna all’ergastolo per Massimiliano Sestito, accusato di omicidio e fuggito dai domiciliari proprio nell’imminenza dell’udienza. La Corte oggi ha deciso di rinviare la sentenza al 28 febbraio. Sestito, ritenuto un killer della ‘ndrangheta, è imputato per l’omicidio del boss Vincenzo Femia, freddato il 24 gennaio 2013 lungo l’Ardeatina, a Roma mentre era in auto.

Secondo l’accusa il delitto sarebbe maturato in ambiente malavitoso e il movente legato a contrasti insorti nella spartizione del mercato della droga tra la Calabria e Roma. L’uomo, 52 anni, non nuovo alle evasioni, tre giorni prima del processo in Cassazione ha manomesso il braccialetto elettronico e ha lasciato l’abitazione a Pero, in provincia di Milano, dove viveva con il padre. Ora le ricerche sono estese in tutta Italia e affidate ai carabinieri. Secondo gli investigatori la fuga non è stata improvvisata, ma preparata da tempo e probabilmente dopo aver attivato solidi ‘agganci’. Sestito era già fuggito nell’agosto del 2013, quando non era rientrato dalla semilibertà nel carcere romano di Rebibbia, e fu riarrestato mentre si trovava in spiaggia a Palinuro, nel Salernitano.

E’ ritenuto esponente della cosca ‘Iozzo-Chiefari-Procopio’ e fu condannato per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio a un posto di blocco a Soverato il 20 agosto 1991, delitto per il quale ha già scontato una condanna a 30 anni. Questo secondo procedimento a suo carico è lungo e ha vissuto fasi alterne: la Corte di Cassazione ha già esaminato due volte il caso, una prima annullando una sentenza di condanna e disponendo un nuovo appello, poi annullando un’assoluzione. A seguito del rinvio, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’appello di Roma nell’ottobre del 2021.

Ora la prima sezione penale della Cassazione dovrà decidere nuovamente sulla sorte del latitante, su ricorso dei suoi legali, gli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Foti, che contestano il movente e le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. La procura generale della Cassazione ha chiesto anche la conferma della condanna a 24 anni e 8 mesi per il coimputato Francesco Pizzata, per il quale è stato disposto il carcere, come riferisce la difesa, dopo l’evasione di Sestito.

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Botte in carcere a Ivrea, annullata sospensione sette agenti

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Il Tribunale del Riesame ha annullato la sospensione dal servizio per sette agenti della polizia penitenziaria del carcere di Ivrea (Torino). Erano stati sospesi per un anno dal tribunale eporediese, su richiesta della procura, in merito ad un’indagine su presunti maltrattamenti all’interno della casa circondariale d’Ivrea. Un’inchiesta, con una quarantina di indagati, partita dalla denuncia di due detenuti. Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso presentato dai legali dei sette agenti contro la sospensione dal servizio.

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Camorra: faida Napoli, ordine d’arresto per 16 pregiudicati

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Colpo dopo colpo nella seconda faida di Scampia e Secondigliano a Napoli che negli anni ha ispirato libri e fiction. Con omicidi che hanno segnato la vita della citta’ di Napoli dal 2004 al 2012. Fino a quando boss e gregari sono stati arrestati e via via si sono pentiti. Ed e’ grazie alle loro dichiarazione che la Dda di Napoli ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione di un’ordinanza a carico di sedici pregiudicati, molti dei quali gia’ in carcere, per otto omicidi della faida dei cosiddetti ‘girati’. Un gruppo di uomini – e donne – che hanno prima appoggiato il clan Di Lauro contro gli Amato-Pagano nella guerra del 2004 e poi si sono ‘girati’ con loro e contro i vecchi alleati formando un clan autonomo, la Vinella Grassi. Ad indagare dal 2007 ad oggi i carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli.

Il primo omicidio della cosiddetta ‘girata’ fu quello di Giuseppe Pica del clan Di Lauro ucciso il 14 marzo del 2007. Omicidio per il quale sono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare Rito Calzone, Enzo Notturno, Carmine Pagano, Cesare Pagano, tutti gia’ detenuti per camorra e omicidi. Poi l’omicidio di Francesco Cardillo, del clan Di Lauro ucciso il 14 marzo del 2007, per il cui omicidio e’ stato arrestato Salvatore Frate. Il delitto di Lucio De Lucia, clan Di Lauro, ucciso il 21 marzo del 2007, su ordine di Cesare Pagano e dal killer Rito Calzone. La morte violenta di Patrizio De Vitale, dei ‘girati’ ucciso il 31 maggio del 2007, su ordine di Marco Di Lauro e materialmente da Nunzio Talotti, suo braccio destro e amico del cuore. Entrambi sono gia’ detenuti per omicidio.

Luigi Giannino, della Vinella Grassi ucciso il 13 giugno del 2007, per ordine di Marco Di Lauro e da Nunzio Talotti, Mario Buono, Raffaele Musolino e Vincenzo Di Lauro, anch’egli, come il fratello Marco, istigatore del delitto. Salvatore Ferrara, del clan Di Lauro ucciso il 25 settembre del 2007 per ordine dei boss, cognati tra loro, Raffaele Amato e Cesare Pagano. A fare fuoco furono Salvatore Petriccione e Luca Raiano. Luigi Magnetti, della Vanella Grassi, ucciso il 25 settembre del 2007, considerato uno dei boss dei ‘Girati’. Fu ucciso, secondo il gip che ha emesso l’ordinanza su ordine di Raffaele Amato, Carmine Pagano e Cesare Pagano. A fare fuoco Renato Napoleone e Davide Francescone. Carmine Fusco, affiliato ai Di Lauro, ucciso il 9 febbraio del 2008. L’ordine parti’ dal boss Raffaele Amato e a sparare furono Salvatore Petriccione, Luca Raiano e Fabio Magnetti.

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I cento anni dalla fondazione dell’Aeronautica Militare con Mattarella e Meloni

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Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla terrazza del Pincio per celebrarere i cento anni dalla fondazione dell’Aeronautica Militare. Il cielo di Roma e’ stato scenario di una parata di velivoli dell’Aeronautica militare. Ben 74, tra elicotteri, giganti dell’aria per il trasporto di uomini e mezzi, aerei per il trasporto di malati, caccia intercettori e da combattimento, hanno sorvolato, secondo un ordine di schieramento in cielo, la zona – la Terrazza del Pincio e piazza del Popolo – dove si svolgeva la celebrazione per il primo centenario dell’Aeronautica. E poi la chiusura con i tre sorvoli, uno dei quali in formazione a rombo, delle Frecce Tricolori che hanno colorato il cielo di verde, bianco e rosso, mentre dalla folla saliva verso di loro l’applauso, come in una sorta di reciproco abbraccio.

 

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