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Cronache

Pestaggi in carcere, chiesto di processare 10 agenti e 2 medici

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Detenuti picchiati fino a fratturare loro le ossa per mantenere la disciplina nel carcere di Sollicciano, a Firenze, secondo le indagini coordinate dalla procura in relazione a fatti avvenuti tra il 2018 e il 2020. Ora, il sostituto procuratore Christine Von Borries, titolare dell’inchiesta, ha chiesto il processo per 10 agenti della polizia penitenziaria, tra cui un’ispettrice, ma anche per due medici in servizio nell’infermeria che avrebbero coperto le violenze compilando certificati medici falsi. Il coinvolgimento dei medici nell’inchiesta emerge oggi. Le accuse contestate per il personale di polizia sono di tortura e di falso in relazione ad alcuni verbali che sarebbero stati compilati per nascondere i presunti pestaggi. I due sanitari della Asl in servizio nel carcere, un 33enne e un 62enne, dovranno rispondere, invece, di falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, di omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e di favoreggiamento. Per l’accusa, sia l’uno che l’altro dottore, in due distinti episodi, avrebbero coperto gli autori dei pestaggi omettendo di visitare i detenuti che venivano portati in infermeria dopo le violenze, certificando lievi lesioni quando invece c’erano prognosi reali di oltre 20 giorni. Ad esempio, secondo quanto emerge, il falso si concretizzava facendo passare per banali lividi fratture alle costole o la perforazione di un timpano. Sono tre i presunti pestaggi finiti al centro delle indagini, avvenuti tra il 2018 e il 2020. Sarebbero opera di un gruppo di agenti comandati dall’ispettrice, una 50enne residente a Firenze. Nel suo ufficio sarebbe avvenuto il piu’ violento degli episodi contestati, il 27 aprile 2020: vittima un detenuto marocchino, colpevole di aver protestato insultando un agente. Pochi minuti dopo la minaccia rivoltagli da un altro poliziotto penitenziario – “Ti massacriamo”, le parole che risultano agli atti – sarebbe stato portato nell’ufficio e poi, davanti all’ispettrice, picchiato da sette agenti con pugni e calci fino a lasciarlo a terra senza fiato e procurandogli la frattura di due costole. Prima di essere portato in infermeria, sarebbe stato inoltre condotto in una stanza di isolamento, costretto a togliersi i vestiti e lasciato nudo per alcuni minuti per umiliarlo. “Ecco – gli avrebbe detto un altro agente – la fine di chi vuole fare il duro”. Il medico dell’infermeria non lo avrebbe visitato, congedandolo comunque con una prognosi di soli due giorni. Nel dicembre 2018 un trattamento analogo sarebbe stato riservato a un detenuto italiano, picchiato fino a perforargli un timpano. L’inchiesta, condotta dalla stessa polizia penitenziaria, anche attraverso intercettazioni ambientali e l’acquisizione di video, sarebbe nata proprio dagli accertamenti su alcune denunce per resistenza a pubblico ufficiale a carico dei detenuti presentate dagli stessi agenti, ritenute false dalla procura. A gennaio 2021 l’ispettrice, un assistente e un agente di polizia penitenziaria erano finiti ai domiciliari per questa inchiesta. Poi sono stati scarcerati dopo alcune settimane dal Riesame che accolse un ricorso dei loro difensori. Sono attualmente sottoposti alla misura cautelare dell’interdizione della professione. (

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Nave da Capri contro la banchina, sale ancora il bilancio: 44 feriti, uno in codice rosso

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Il bilancio di feriti e contusi nell’incidente che ha visto coinvolta la nave veloce Isola di Procida della Caremar, proveniente da Capri e finita contro la banchina del molo Beverello a Napoli, continua ad aggravarsi: nell’ultimo bollettino della Asl 1 di Napoli si evidenza che in 44 hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari. Urtata probabilmente a causa del forte vento durante la manovra di attracco, la nave veloce trasportava più di 100 persone, molti appartenenti alle forze dell’ordine in servizio a Capri per il G7 dei ministri degli Esteri.  Solo una persona è stata ricoverata in codice rosso ma non. è in pericolo di vita. La Asl 1 ha allestito un PMA, posto medico avanzato pe rprestare i primi soccorsi direttemante sulla banchina dove è avvenuto l’incidente : il personale sanitario intervenuto valutava le condizioni dei feriti e li smistava negli ospedali cittadini. Nel comunicato della direzione il ringraziamento a tutti gli intervenuti per soccorrere e curare i passeggeri coinvolti

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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