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Perdita udito legata a alcuni farmaci, scoperto come prevenirla

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Sviluppato un potenziale metodo per scongiurare la perdita di udito come effetto collaterale che può verificarsi con l’uso di aminoglicosidi, classe di antibiotici salvavita che può, però, andare a danneggiare le cellule ciliate dell’orecchio interno. È la possibilità emersa in una ricerca pubblicata sulla rivista PNAS e condotta da Bo Zhao della Indiana University School of Medicine.

Gli antibiotici aminoglicosidici, come la gentamicina, sono molto usati perché funzionano su un’ampia gamma di batteri, sono cioè ad ampio spettro. Sono anche talvolta utilizzati per trattare i microbi che sono resistenti a altri antibiotici. E sono molto utili per il trattamento delle infezioni in cui il batterio è ignoto e il tempo a disposizione è poco, come nei reparti di terapia intensiva neonatale. Col tempo si è scoperto che diverse proteine coinvolte nella cosiddetta “autofagia”, un processo utilizzato per riciclare i componenti cellulari, mediano la perdita dell’udito indotta dagli aminoglicosidi.

Il gruppo di ricerca ha quindi cercato di inibire le proteine autofagiche Gabarap e Gabarapl1, per prevenire la perdita dell’udito durante l’uso di aminoglicosidi. In prima battuta gli autori hanno utilizzato l’editing genomico per generare topi privi di queste proteine e hanno trattato questi topi con l’aminoglicoside kanamicina per due settimane. Il trattamento antibiotico ha provocato la sordità nei topi geneticamente normali e una lieve perdita dell’udito nei topi privi di Gabarapl1 ma nessun abbassamento dell’udito nei topi senza Gabarap, che quindi è divenuto il principale indiziato della perdita di udito da antibiotici.

In un secondo esperimento, quindi, gli autori hanno progettato dei piccoli Rna a ‘forcina’ per inibire la produzione di Gabarap nei topi normali, iniettandoli nell’orecchio interno degli animali. Gli Rna a forcina hanno ridotto i livelli di Gabarap nelle cellule ciliate proteggendo l’udito dei topi. Senza dare i piccoli Rna, la kanamicina causa una profonda perdita dell’udito nei topi. Al contrario, i topi trattati con gli Rna a forcina prima della kanamicina hanno subito solo una lieve perdita dell’udito. I risultati evidenziano il ruolo critico di Gabarap nella perdita dell’udito da aminoglicosidi e suggeriscono che la sua inibizione rappresenti un potenziale approccio preventivo da usare insieme agli aminoglicosidi.

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Sci, Federica Brignone trionfa ancora: vinta anche la Coppa di gigante

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Federica Brignone continua a scrivere la storia dello sci alpino. Dopo essersi aggiudicata la Coppa del Mondo generale e quella di discesa, la campionessa valdostana ha conquistato anche la Coppa di gigante nella finale di Sun Valley. Un risultato straordinario, frutto di una stagione vissuta ai massimi livelli, con una continuità di rendimento che le ha permesso di dominare il circuito.

Il verdetto è arrivato dopo l’uscita di Alice Robinson nella prima manche. La neozelandese, che era in testa alla classifica di specialità prima dell’ultima gara, ha dovuto abbandonare la corsa al titolo, lasciando il campo libero a Brignone. L’azzurra ha poi chiuso la gara al secondo posto, alle spalle della svizzera Lara Gut-Behrami, che ha festeggiato il suo 100° podio in carriera. Terza la svedese Sara Hector, mentre Sofia Goggia non ha completato la prova.

Al termine della gara, Brignone ha espresso tutta la sua soddisfazione per questo ennesimo trionfo:

“È stata una stagione incredibile per me. Non avrei mai immaginato di sciare con questa continuità per tutto l’anno. Nella prima manche ho commesso degli errori. Nella seconda ho cercato di dare il massimo, ma ho evitato di rischiare in alcuni passaggi”.

Con questa vittoria, Federica Brignone conferma il suo status di fuoriclasse assoluta dello sci mondiale, regalando all’Italia un’altra stagione memorabile.

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Esteri

Bluesky sempre più anti X, debutta anche Obama

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Cresce e assume una veste sempre più politica Bluesky, la piattaforma rivale di X. Dopo le due stelle della sinistra radicale Bernie Sanders e Alexandra Ocasio-Cortez, sulla piattaforma sbarca anche Barack Obama. Il suo post di debutto celebra i 15 anni dell’Affordable Care Act, la riforma sanitaria fiore all’occhiello della sua presidenza. Bluesky – nata nel 2019 e finanziata dal co-fondatore ed ex amministratore delegato di Twitter, Jack Dorsey – ha iniziato a farsi strada dopo che Elon Musk ha comprato la piattaforma dei cinguettii nel 2022 e l’ha trasformata in X. In seguito all’impegno politico del tycoon al fianco di Donald Trump e poi al suo incarico come Doge nella nuova amministrazione Usa, Blusky ha iniziato ad accogliere una serie di transfughi da X.

Non solo utenti comuni ma anche testate giornalistiche come il Guardian, persone dello spettacolo come Barbra Streisand e Ben Stiller, ricercatori e scienziati che – ha sottolineato la rivista Nature – cercano un ambiente social più sereno, lontano da spam, bot, disinformazione e linguaggi violenti. Attualmente la piattaforma conta oltre 33 milioni di iscritti. L’Affordable Care Act è “un promemoria del fatto che il cambiamento è possibile quando lottiamo per il progresso”, ha scritto nel suo post di esordio su Bluesky Barack Obama che mantiene un ampio seguito anche su altri social media tra cui X e Facebook (ha rispettivamente oltre 130 milioni e 55 milioni di follower).

Altri politici statunitensi sono già attivi su Bluesky inclusi i democratici Gavin Newsom governatore della California e la senatrice Elizabeth Warren. E ci sono Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, che è diventata la prima persona sul social a raggiungere un milione di follower. L’83enne senatore indipendente e la 35enne deputata dem sono impegnati in ‘Fight Oligarchy’, il tour con cui stanno riempiendo piazze e arene americane denunciando la “manciata di miliardari che gestisce il governo”. L’arrivo di Barack Obama su Bluesky potrebbe accelerarne la crescita e fare da traino per altri personaggi di spicco e utenti comuni.

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Cronache

Francia sotto shock: arrestati nonni e zii del piccolo Emile

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Colpo di scena nella tragica vicenda del piccolo Emile, il bambino di due anni e mezzo scomparso misteriosamente nel luglio 2023 nelle Alpi francesi e di cui furono ritrovati alcuni resti mesi dopo. Questa mattina, gli inquirenti hanno arrestato quattro persone: i nonni materni e due zii del bambino, sospettati di averlo ucciso e di averne occultato il cadavere.

La scomparsa di Emile aveva sconvolto l’intera Francia. Il piccolo era arrivato l’8 luglio 2023 nel rifugio dell’Haut-Vernet, un villaggio isolato a 1.200 metri di altitudine, per trascorrere le vacanze dai nonni materni. Poco dopo il suo arrivo, il bambino sparì nel nulla. Nonostante le ricerche incessanti, condotte anche con il supporto degli abitanti della zona, di lui non fu trovata alcuna traccia. L’inchiesta andò avanti per mesi senza risultati concreti, finché a fine marzo 2024 una donna, mentre passeggiava in montagna, rinvenne un cranio e alcuni denti, che le analisi confermarono appartenere al piccolo Emile. I resti erano stati ritrovati a circa due chilometri dal rifugio, in una zona raggiungibile in 25 minuti di cammino per un adulto.

Gli arresti di oggi aprono un nuovo scenario inquietante su una vicenda che sembrava destinata a rimanere irrisolta. Le autorità francesi stanno ora cercando di ricostruire gli eventi che hanno portato alla morte del bambino e di chiarire il ruolo dei familiari arrestati. L’intera Francia attende con sgomento nuovi sviluppi su questa tragica storia che ha scosso l’opinione pubblica.

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