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Politica

Per il presidente Mattarella è boom sui social quando parla di sentimenti e buona politica

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Il “fenomeno” Mattarella spiazza esperti e analisti conquistando nel cuore della notte il mondo dei social. Il quarto messaggio del presidente della Repubblica non solo fa il “pieno” dello share televisivo ma nel corso delle ore “sfonda” anche su Facebook e Twitter. E lo fa catturando l’attenzione dei cittadini attraverso un eloquio garbato e la forza di parole quasi tabu’ in questa complessa fase italiana. “Non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra societa’”, esordisce a sorpresa il presidente entrando puntualissimo alle 20.30 nelle case degli italiani. Vestito blu e cravatta a pois in tinta, seduto su una poltroncina nel suo studio alla “Palazzina”, il capo dello Stato sviluppa un ragionamento che mira a stimolare il “senso di comunita’” degli italiani. Cosa ben diversa dal nazionalismo, come poi ha precisato oggi in un messaggio al papa: “una politica responsabile e lungimirante non alimenta le paure, non lascia spazio alla logica del nazionalismo, della xenofobia, della guerra fratricida”, ricorda. Mattarella invece nel discorso di san Silvestro sembra quasi volersi togliere in fretta l’unico passaggio veramente dedicato alle forze politiche e al governo. Che pure, nonostante i toni sommessi, e’ chiaro e prende di petto il ‘ritardissimo’ accumulato sulla manovra che di fatto ha esautorato il Parlamento: “mi auguro vivamente che il Governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto”, premette il presidente che poi aggiunge: “la grande compressione dell’esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un’attenta verifica dei contenuti del provvedimento”. Il che – tradotto – significa che non tollerera’ piu’ un esautoramento del Parlamento e che adesso spettera’ anche al Quirinale vigilare sul dispiegarsi della manovra che necessita ancora dei decreti di attuazione. Ma “comunita’” e’ forse la parola chiave del messaggio presidenziale che chiede a tutti di abbassare i toni.

“Sentirsi comunita’ significa responsabilita’, perche’ ciascuno di noi e’ protagonista del futuro del nostro Paese. Ma vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come e’ giusto, per le proprie idee rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilita’ e timore”. Il capo dello Stato cerca di indurre riflessione negli italiani in attesa di stappare lo spumante. E lo fa con uno dei temi piu’ caldi dell’anno appena passato: la sicurezza. Anzi, “la vera sicurezza, quella che si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza”. E, prima di congedarsi, augura buon anno, assieme agli italiani in patria e all’estero, anche “ai cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport, nel nostro Paese”. Segnali, tanti segnali da un presidente che non si stanca di cercare il meglio in quest’Italia rabbiosa ed impaurita, che plaude a quell’Italia operosa “che cuce e ricuce”; che, soprattutto, non si vergogna dei buoni sentimenti. Ecco perche’ sorprendono i dati degli ascolti. Dieci milioni e 525 mila ascoltatori sui canali televisivi tradizionali (l’anno scorso erano stati 9 milioni e 700 mila) per il 40 per cento di share. Sui social il balzo e’ invece straordinario: i contatti sull’account Twitter del Quirinale hanno superato la cifra di tre milioni e mezzo. L’anno scorso erano stati 600 mila. Tanto che Pietro Raffa, uno dei piu’ prestigiosi analisti dei social, ha osservato che il mood positivo sulla Presidenza sfiora il 75%, “un dato incredibile”. Naturalmente su Twitter. Plauso bipartisan al discorso presidenziale. Anche da Matteo Salvini che a caldo assicura: “condivido le riflessioni del Presidente e le faccio mie, col lavoro che ho gia’ fatto e quello che faro’ nei prossimi mesi”. Piu’ riflessivo il commento di Luigi Di Maio: “L’attenzione a chi e’ piu’ debole, l’importanza del lavoro e della sicurezza sono temi che, come Governo, continueremo a portare avanti”.

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Politica

Voto per la presidenza Rai, la maggioranza prende tempo

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Nulla di fatto in ufficio di presidenza sulla convocazione della riunione della Commissione di Vigilanza per la votazione di Simona Agnes alla presidenza Rai. Di fronte alla richiesta dell’opposizione di calendarizzare in tempi brevi l’appuntamento, la maggioranza ha chiesto di avere più tempo e ha spinto la presidente della bicamerale Barbara Floridia a convocare per domani mattina una riunione plenaria dove si prenderà la decisione.

Sono stati in particolare il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, e quello di Forza Italia, Roberto Rosso, ad insistere su questa linea, mentre Lega e Noi Moderati non hanno mosso particolari obiezioni. Non è un caso, perché lo sponsor principale di Agnes è proprio il partito guidato da Antonio Tajani ed al momento non c’è un accordo con la minoranza, o parte di questa, per arrivare alla ratifica dell’incarico, che richiede i due terzi delle preferenze. Alla maggioranza mancano almeno due voti sui 28 necessari e l’opposizione ha già reso noto che intende non partecipare alla votazione per evitare il rischio dei franchi tiratori. Floridia ha proposto senza successo alcune date ravvicinate per la convocazione, tra questa sera e i prossimi giorni. “Nell’ufficio di presidenza di questa mattina ho preso atto della impossibilità di stabilire oggi una data per il voto sulla presidente della Rai a causa del diniego di alcune forze di maggioranza – afferma -. Ho quindi convocato per domani mattina alle 8 la commissione di vigilanza in plenaria affinché si decida in quella sede la data del voto. Ove ciò non avvenisse, calendarizzerò il voto entro venerdì, come previsto dal regolamento”.

Forza Italia sostiene che non c’è alcun intento ostruzionistico. “Abbiamo aperto un ponte con l’opposizione avviando la discussione sulla riforma della governance Rai e dato la nostra disponibilità a partecipare agli stati generali sull’informazione – spiega Rosso -. A fronte di questo, ci sembra opportuno avere più tempo per provare ad instaurare un dialogo con l’opposizione anche sulla presidenza della Rai, visto che al momento, con l’annuncio della minoranza di voler uscire dall’aula, questo dialogo non c’è”. L’opposizione teme, invece, che si vogliano dilatare i tempi per provare a trovare i voti mancanti, eventualmente barattando qualche poltrona in Rai. Sul piatto ci sono, infatti, le nomine alle testate che arriveranno, probabilmente a novembre, sul tavolo del cda. In particolare, oltre a Rainews, Tgr e Rai Sport che presumibilmente resteranno nell’ambito della maggioranza, è da assegnare la guida del Tg3 dopo l’uscita di Mario Orfeo in direzione Repubblica.

I Cinque Stelle vengono dati favoriti, con l’approdo di Bruno Luverà o Senio Bonini, ma la partita è tutta da giocare e non mancano nomi di area Pd. I dem si sono chiamati fuori dal voto per i consiglieri, ma la spaccatura ha già creato molti malumori nella minoranza e solo ieri Carlo Calenda ha parlato di “figura da imbecilli”. I Cinque Stelle hanno assicurato che non parteciperanno al voto, ma la maggioranza, Forza Italia in primis, spera che questa linea possa cambiare, trovando così un appoggio da parte loro o dei due renziani in commissione, eventualmente al secondo tentativo di votazione per Agnes che potrebbe avvenire dopo il voto in Liguria.

Nella maggioranza c’è chi preme, però, per l’allargamento del dialogo anche al Pd con la scelta per la presidenza di un nome di garanzia, come ad esempio Giovanni Minoli. Da Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli respinge le illazioni su un dialogo con M5s in chiave Rai. “Noi lavoriamo per le istituzioni – afferma -. Certo poi speriamo che a un certo punto l’opposizione inizi a pensare anche all’Italia e non alle loro divisioni interne. Il problema è tutto lì: che non riescono a trovare una sintesi tra di loro”.

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Politica

Todde: Grillo? Faccia il comico, non conosce la Sardegna

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“Credo che Grillo faccia quello che fa meglio: il comico. Ciò che è importante è che si dimostri di conoscere la Sardegna e lui non la conosce”. Lo ha detto presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, in un punto stampa al suo esordio alla plenaria del Comitato Ue delle Regioni, rispondendo a una domanda sulle critiche mossele da Grillo sulla politica energetica. In un post, ieri Grillo ha scritto: “Finalmente un po’ di verità su questo ambientalismo da strapazzo: e basta con il vento, il sole, il fotovoltaico! Ci vuole il carbone! Facciamo una rivoluzione straordinaria in Sardegna!”. Grillo, ha aggiunto Todde, “è stato il fondatore” del M5S, “ha incarnato l’antisistema quando l’Italia ne aveva bisogno”, ma quando “un contesto politico impara la responsabilità, impara a governare e si trasforma, deve avere la possibilità di trasformarsi”, ha aggiunto la governatrice sarda. “Fino al 2030 – ha sottolineato ancora – abbiamo stanziato quasi un miliardo di euro, stiamo promuovendo le comunità energetiche e l’autoconsumo. La transizione energetica la vogliamo fare, ma il tema è non trasformare il paesaggio unico della Sardegna in un paesaggio industriale”.

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Economia

Statali, smart working più facile per i neoassunti

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Restano ampie le distanze tra Aran e sindacati sul fronte degli aumenti salariali nella trattativa per il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali mentre passi avanti sono stati fatti sullo smart working. Si prevede la è possibilità di inserire nella contrattazione integrativa una semplificazione per l’accesso al lavoro agile dei neo assunti. Una misura che punta a rendere più appetibile l’impiego pubblico, soprattutto nelle grandi città del Nord, a fronte dell’alto costo della vita. La trattiva riprenderà il 28 ottobre con l’obiettivo di affrontare il tema delle risorse per il rinnovo. Su questo tema i sindacati sono in allarme e l’Usb ha deciso di abbandonare il tavolo del confronto e proclamare uno sciopero per il 31 ottobre.

I sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno invece già fissato una manifestazione per sabato 18 ottobre a sostegno del rinnovo del contratto per il recupero del potere d’acquisto rispetto all’inflazione e per un piano straordinario di assunzioni. Al momento la bozza presentata prevede aumenti sulla retribuzione tabellare tra i 110,40 euro mensili a regime per gli operatori e i 193,90 euro per le elevate professionalità pari a circa il 7,2% degli stipendi. Ma questo, lamentano i sindacati, significa programmare la riduzione dei salari dato che nel triennio 2022-2024 i prezzi sono saliti di circa il 15%. E’ stato previsto all’interno delle aree, a livello della contrattazione di sede, che il negoziato consenta di stabilire dei differenziali stipendiali da attribuire, “segnando, dice la Uil, un indubbio passo in avanti” ma comunque questo non basterà a colmare il gap. Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, pur dispiaciuto per l’abbandono del tavolo da parte dell’Usb, si è detto fiducioso sulla possibilità che si arrivi a un accordo entro il 2024, ultimo anno di vigenza del contratto.

“La trattativa per il rinnovo del contratto – dice il segretario nazionale Fp-Cgil Florindo Oliviero – rischia di finire su un binario morto se il Ministro per la PA e il governo non si decidono a mettere a disposizione le risorse necessarie per garantire l’adeguamento dei salari all’inflazione. Siamo sempre fermi al punto che lo stipendio di un funzionario, nel triennio 2022/2024 ha avuto una svalutazione da inflazione pari a 290 euro e il recupero proposto dall’Aran si ferma a 141 euro. Basta parlare del governo che fa i contratti in tempi più rapidi dei precedenti. I contratti si fanno quando sono dignitosi e questo non lo sarebbe”. “Per noi elemento dirimente per la sottoscrizione – afferma il numero uno della Uilpa, Sandro Colombi – è la disponibilità di nuove risorse economiche.

Responsabilmente, continueremo la trattativa in Aran fino all’ultimo giorno possibile. Ma nel frattempo scenderemo in piazza il 19 ottobre per l’ennesimo grido d’allarme sullo stato di salute dei servizi pubblici e per risvegliare le coscienze di chi ci governa affinché provveda a investimenti degni di questo nome a favore delle Funzioni Centrali”. Nel contratto oltre alla parte salariale resta centrale il tema dello smart working che in molte realtà può essere determinante per il candidato che ha vinto il concorso nella decisione di accettare o meno il posto di lavoro. “Nella definizione del contratto integrativo – si legge nella proposta presentata ai sindacati – le parti valuteranno l’adozione di strumenti volti a favorire l’inserimento del personale neoassunto quali, ad esempio, politiche di welfare e/o accesso al lavoro a distanza”.

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