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Cronache

Per il Ponte del 1 novembre in viaggio 10 milioni di italiani

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Finiti i festeggiamenti di Halloween e in preparazione dei mercatini di Natale, sono dieci milioni gli italiani che si metteranno in viaggio per il ponte di Ognissanti. Circa 8,9 milioni resteranno in Italia prediligendo le località d’arte (30,2%) e, a seguire, la montagna (22,3%) e i posti all’aria aperta, mare (22,1%), laghi (3,2%) e terme (2,9%), mentre poco più di 1 milione sceglierà una destinazione estera, come le grandi capitali europee facilmente raggiungibili con l’aereo. La durata media prevista della vacanza è intorno ai 3,3 giorni per un totale complessivo di 19,8 milioni di pernottamenti fuori casa e costerà in media 462 euro per persona, producendo un giro d’affari di 4,6 miliardi.

Emerge dall’indagine di Federalberghi. A spingere al break anche le temperature che a fine ottobre assomigliano molte a quelle di fine agosto per il terzo anno consecutivo, con un caldo anomalo “che conferma i cambiamenti climatici in atto”, dicono i meteorologi di www.iLMeteo.it: 28 gradi nel Palermitano, 26-27 a Catania e Siracusa, 25 ad Agrigento, Messina e Reggio Calabria ma anche 24 a Bolzano, Napoli e Roma.

A farla da padrona passeggiate all’insegna del foliage (51,1%), eventi enogastronomici (31,6%), escursioni e gite (25,6%), eventi tradizionali e folkoristici (24,7%) e visite a musei o mostre (22,3%). Spazio anche al ricordo dei cari che non ci sono più con molti ritorni a casa e visite nei cimiteri. La spesa per le vacanze si spalma su tutte le componenti della filiera turistica. In occasione di questo ponte, il 26,6% del budget dei viaggiatori è destinato ai pasti (colazioni, pranzi e cene); il 24% al pernottamento, il 22,7% ai costi del viaggio, l’11,6% allo shopping ed il 15,1% per tutte le altre spese (divertimenti, escursioni, gite).

Tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere il ponte in pole position c’è la casa di parenti e amici (36,9%), mentre l’11% andrà nella casa di proprietà. Per ciò che riguarda la ricettività, svetta un 20,8% che si recherà in albergo. “Il fatto che la festività di Ognissanti nel calendario 2024 capiti di venerdì è un assist per il comparto, poiché rappresenta un autentico invito alla programmazione di una vacanza – dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, a commento dell’indagine realizzata da Tecnè – e dal post Covid in poi, abbiamo compreso quanto sia importante per gli italiani non rinunciare alla vacanza, per quanto di durata ridotta, e dedicarsi alla scoperta di località d’arte, essere a contatto con il verde, visitare i parchi e le bellezze naturali all’insegna del comfort e del relax”.

Considerando che quest’anno la festa dell’Immacolata cadrà nella giornata di domenica, secondo Bocca, questo ponte di Ognissanti “sarà per noi una sorta di prova generale per comprendere come si approderà poi alla stagione invernale e quale potrebbe essere l’andamento del comparto nella prospettiva delle festività natalizie”. Anche in considerazione del breve periodo di vacanza, a farla da padrone nella classifica dei mezzi più utilizzati per gli spostamenti c’è l’auto di proprietà (70,3%); viaggerà in aereo invece il 16,8% dei vacanzieri, mentre un 4,3% opterà per il treno.

Lo spaccato che si evince dalle stime della ricerca fornisce un profilo sociodemografico specifico: la fascia più rappresentata è quella tra i 35 e i 44 anni con una quota del 25% dei viaggiatori; a seguire, la fascia tra i 45 e i 54 anni (22%), fino ad arrivare ad un 11% relativo alla fascia tra i 55 e i 64 anni. L’87,5% è la quota degli italiani che non andrà in vacanza nonostante l’occasione del ponte di Ognissanti; il 51% di questi non partirà per ragioni economiche, dovute all’aumento del costo della vita che ha limitato la capacità di spesa per le vacanze.

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Cronache

Arzano, la galleria degli orrori: interviene il Commissario per le bonifiche

Il Commissario unico per le bonifiche Giuseppe Vadalà interviene sulla galleria di Arzano, trasformata in una discarica abusiva dopo anni di mancata messa in sicurezza. Sopralluoghi imminenti per accertare responsabilità e condizioni del sito.

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Il Commissario unico per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati, il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà (foto in evidenza di Imagoeconomica), interviene sul caso della galleria di Arzano, trasformata negli anni in una discarica abusiva. L’iniziativa nasce da un’inchiesta giornalistica che ha portato alla trasmissione di una nota alla Procura e agli organi competenti.

Sopralluoghi imminenti e verifiche sullo stato dei luoghi

Alla luce della situazione e dell’inerzia finora registrata, Vadalà avvierà nei prossimi giorni una serie di sopralluoghi mirati al contrasto delle ecomafie e all’accertamento delle responsabilità. Il dossier acquisito dal Commissario, corredato dagli articoli di un cronista locale, riguarda la mancata messa in sicurezza del sito, divenuto una vera e propria bomba ecologica.

Una discesa di venti metri verso una discarica invisibile

La galleria è raggiungibile attraverso una discesa di circa venti metri, adiacente alla rotonda di Arzano. L’area è disseminata di pneumatici, inerti, frigoriferi, amianto, neon, batterie e resti di veicoli. Una polveriera che, in caso di incendio, potrebbe compromettere la stabilità della volta sovrastante, sulla quale transitano migliaia di veicoli e si innestano i piloni della sopraelevata SP1. Rilevante anche il rischio di contaminazione del sottosuolo e delle falde.

Gli investigatori hanno notato come i rifiuti siano stati stoccati con metodo, quasi a renderli invisibili dall’esterno.

La galleria della metro mai completata e trasformata in discarica

Nella parte più profonda si apre la grande volta della galleria progettata circa vent’anni fa per collegare i comuni a nord di Napoli con Piscinola mediante la metropolitana. Al suo interno, da decenni, si accumulano tonnellate di materiali: mobili, inerti, vernici, diluenti, pneumatici, guaine bituminose, amianto e scarti industriali di varie provenienze.

I lavori si interruppero il 23 gennaio 1996, dopo il crollo della parte terminale della galleria causato da una fuga di gas, che provocò undici vittime, tra cui cinque operai. L’esplosione aprì una voragine larga quaranta metri, al posto del quadrivio. L’opera era stata finanziata con fondi del post terremoto.

Proteste, crolli e incidenti prima della tragedia

Le contestazioni dei cittadini erano iniziate già nel 1993, con la costruzione della galleria. Dopo poco tempo crollò un distributore di benzina. Gli scavi proseguirono anche quando i pavimenti di una palazzina del Rione Fiori iniziarono a sbriciolarsi e successivamente quando furono registrati danni alla chiesa di via Limitone di Arzano.

Una galleria mai completata e da decenni abbandonata

Lo spazio sotterraneo è parte dell’opera mai completata pensata per collegare l’area nord di Napoli a Piscinola tramite la metropolitana. L’interno custodisce tonnellate di materiali accumulati nel tempo, trasformandosi in un ricettacolo di rifiuti industriali.

La tragedia del 23 gennaio 1996 al quadrivio di Secondigliano

La storia della galleria è inseparabile dalla strage del 23 gennaio 1996. Alle 16.30, una fuga di gas legata ai lavori in corso provocò un’esplosione che squarciò il quadrivio di Secondigliano. I cittadini avevano denunciato nei giorni precedenti crepe nei pavimenti del Rione dei Fiori, problemi a un distributore di benzina e danni alla Caserma Beghelli, segni ignorati che anticipavano il disastro.

Il boato aprì una voragine di quaranta metri di diametro. Morirono otto persone nell’immediato: cinque operai della ditta Scarl Arzano e tre donne, tra cui la dodicenne Serena De Santis. Il corpo di Stefania Bellone, ventisei anni, non fu mai ritrovato. Le fiamme dei tubi del gas arsero per ore e, in tre giorni, altre tre persone morirono intrappolate nelle auto avvolte dal fuoco. Il bilancio finale fu di undici vittime.

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Cronache

Caso Garlasco, scontro tra Procura di Brescia e difesa di Mario Venditti sul sequestro dei dispositivi

Nel caso Garlasco si accende lo scontro tra la Procura di Brescia e la difesa di Mario Venditti. Polemiche sull’assenza dei pm al riesame e sulle regole di riserbo nelle indagini.

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Botta e risposta tra la Procura di Brescia e l’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex sostituto procuratore di Pavia Mario Venditti, indagato per corruzione nell’ambito del nuovo filone legato all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007.

Il nodo del contendere è l’udienza di riesame sul sequestro degli apparati informatici di Venditti, alla quale ieri i pubblici ministeri non si sono presentati. Una scelta che ha provocato la dura reazione di Aiello, secondo cui i pm avrebbero mostrato “un atteggiamento farisaico”, evitando il confronto “nonostante si discutesse un riesame contro il loro ex collega”.

La risposta della Procura di Brescia

A stretto giro è arrivata la replica del procuratore generale Guido Rispoli e del procuratore capo Francesco Prete, che in una nota hanno avvertito del rischio che “attacchi sopra le righe” possano far deragliare il processo “su terreni impropri”.

I vertici degli uffici giudiziari hanno ricordato due principi cardine:

  • il divieto per il pubblico ministero di rilasciare dichiarazioni sulle indagini, sancito da norme disciplinari;

  • la necessità, per tutte le parti processuali, di mantenere “continenza e rispetto per il contraddittore”, a tutela anche della presunzione di innocenza.

La controreplica di Aiello

Il legale di Venditti ha ribadito le sue critiche, sottolineando di non aver contestato le regole deontologiche ma l’assenza dei pm “in un momento che richiedeva trasparenza e lealtà”.

Aiello ha parlato di un ex magistrato “con 44 anni di carriera specchiata” e ha denunciato quella che ritiene una violazione del riserbo istituzionale: “La mattina delle perquisizioni del 26 settembre, prima ancora che entrassi in casa del dottor Venditti, la sua reputazione era già stata distrutta a reti unificate”.

Secondo il difensore, un gesto di scuse o una motivazione dell’assenza sarebbe stato “doveroso e responsabile”.

In attesa della decisione del riesame

Il clima resta teso fuori dalle aule giudiziarie, mentre i giudici del riesame sono chiamati a decidere sulla legittimità del sequestro dei dispositivi elettronici eseguito dalla Procura di Brescia.

Una decisione che potrebbe segnare un passaggio cruciale in un’inchiesta altamente mediatica, che si intreccia con la controversa posizione di Andrea Sempio, oggi indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.

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Cronache

Maltempo in Liguria, tromba d’aria e piogge torrenziali: esondazioni e danni tra Genova e l’Imperiese

Piogge eccezionali, una tromba d’aria e allagamenti hanno colpito la Liguria: esondato il rio Fegino, danni tra Voltri, Sampierdarena e l’Imperiese. Domani scatta l’allerta arancione.

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Una violenta ondata di maltempo ha colpito la Liguria fin dalle prime ore del mattino, mettendo in ginocchio soprattutto il ponente di Genova. Piogge eccezionali, una tromba d’aria — o più probabilmente un downburst — ed esondazioni hanno provocato allagamenti diffusi, danni a strutture e veicoli, e blackout in diverse zone.

Pioggia record e rio Fegino esondato

Le precipitazioni sono state di una intensità straordinaria:

  • 2 cm in 5 minuti a Sciarborasca,

  • 7,5 cm in un’ora a Madonna delle Grazie sopra Voltri,

  • 23,6 cm in 6 ore a Settepani.

La quantità d’acqua ha causato l’esondazione del rio Fegino e l’allagamento di strade, piazze e sottopassi, monitorati costantemente dalla polizia municipale e dalla protezione civile. Numerosi tombini, saturi, sono letteralmente esplosi sotto la pressione dell’acqua.

Downburst tra Voltri e Sampierdarena: alberi e container spazzati via

La zona più colpita è stata il ponente cittadino, tra Voltri e Sampierdarena. Un violento fenomeno meteorologico ha generato raffiche di vento lineari capaci di:

  • rovesciare cassonetti e furgoni,

  • sradicare alberi,

  • spostare e far rotolare container del Nuovo Borgo Terminal, finiti sulla fascia di rispetto di Prà.

A Pegli, la pioggia ha saturato un muraglione privato che è crollato sulla strada sottostante, travolgendo le auto parcheggiate. Nessun ferito, ma l’area è stata chiusa per la rimozione di terra e detriti.

Imperiese tra grandine, allagamenti e blackout

Nel Ponente ligure, pioggia insistente, grandine e vento forte hanno creato ulteriori disagi. A Dolceacqua un grande eucalipto è crollato sulla linea di media tensione, causando un blackout che ha lasciato senza corrente diverse abitazioni.

Domani scatta l’allerta arancione: attesa nuova ondata di maltempo

La struttura temporalesca che ha flagellato Genova si è spostata nel pomeriggio, ma non c’è tregua. ARPAL ha annunciato per domani una allerta arancione, con precipitazioni che si preannunciano ancora più intense:

“Oggi c’era tanta acqua precipitabile nei primi 2.000 metri dell’atmosfera. Domani quell’acqua arriva a 5.000 metri”.

La Protezione Civile nazionale ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse per Liguria, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto, con rovesci intensi, forte attività elettrica e raffiche di vento.

Per domani sono previste:

  • Allerta arancione per temporali in Liguria e per rischio idraulico e idrogeologico in Emilia-Romagna.

  • Allerta gialla su Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana.

Il maltempo non dà tregua: la Liguria si prepara a un’altra giornata difficile.

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