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Cronache

Pedofilia, immunità del Vaticano: vittime contro la Corte europea dei diritti dell’uomo

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“Siamo rattristati per i sopravvissuti e turbati dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e crediamo che le vittime meritino di meglio dai tribunali secolari”. L’associazione americana delle vittime dei preti pedofili Snap (Survivors Network of those Abused by Priests) contesta radicalmente la decisione di ieri della Corte di Strasburgo che, rigettando la causa intentata da 24 vittime di nazionalita’ belga, francese e olandese, ha stabilito che il Vaticano, in quanto Stato sovrano e come tale titolare di “immunita’”, non puo’ essere citato in giudizio per i casi di abusi sessuali di sacerdoti. “Il Vaticano e’ lontano dall’essere un Paese normale. E’ un’enclave murata all’interno della citta’ italiana di Roma che occupa solo 110 acri. Nel 2015, la sua popolazione e’ stata stimata in 842 abitanti. Eppure questo ‘Stato’ e’ anche il centro della piu’ grande organizzazione religiosa del mondo”, rileva Snap, che si rifa’ a quanto detto anche da Anne Barrett Doyle di BishopAccountability, secondo cui la decisione della Cedu e’ “un irritante promemoria dell’impunita’ del Vaticano, resa possibile dal suo status di Stato sovrano”, mentre, “le nozioni sostenute dalla sentenza, che il Papa non e’ il capo dei suoi vescovi e che la Santa Sede non ha autorizzato l’insabbiamento degli abusi da parte dei vescovi, e’ dimostrabile che non sono vere”. “Da parte di questa Corte – sottolinea ancora l’associazione delle vittime – negare la mano del Vaticano in tutto questo nel suo ruolo di religione e’ stato semplicemente sciocco. Tutte le strade infatti portano a Roma e tutti i cattolici abusatori del mondo sono stati facilitati nella loro fuga dalla giustizia dalle politiche che hanno avuto origine li’. Questo male ha attraversato il mondo e ha attraversato ogni porta delle parrocchie”. Secondo Snap, “l’immunita’ sovrana non dovrebbe essere applicata a una religione mascherata da Paese, specialmente quando viene invocata per evitare la responsabilita’ di violazioni dei diritti umani avvenute al di fuori del suo minuscolo territorio”. Il recente rapporto dalla Francia “ci dice che il numero stimato delle vittime in quel Paese, con una popolazione cattolica di 27 milioni, era di 330.000. Estrapolando dalle informazioni dell’inchiesta francese, l’Olanda, che ha una popolazione cattolica di 4 milioni, ha probabilmente 50.000 sopravvissuti agli abusi. Il Belgio, con 6 milioni di cattolici, altre 75.000 vittime”. “Questi uomini e queste donne – aggiunge – meritano una possibilita’ di giustizia e di guarigione perche’ le politiche stabilite nella sede romana sono state la fonte della loro sofferenza”. Inoltre, “poiche’ questi tre Paesi condividono confini e culture, c’e’ un’altissima probabilita’ che gli aggressori siano stati mescolati impunemente tra loro, infettando tutti con una diaspora di colpevoli – una sorta di tragica ferrovia sotterranea clericale progettata per evitare l’individuazione, l’azione penale e la responsabilita’”. “Riteniamo che la Cedu abbia mancato il bersaglio nella sua sentenza e speriamo che questo coraggioso gruppo di sopravvissuti ricorra in appello appello”, conclude l’associazione delle vittime.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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