Giuseppe Pecoraro, procuratore della Figc, ha rilasciato una intervista all’Adnkronos, primaria agenzia di stampa nazionale. Una lunghissima intervista in cui l’inquirente non si sottarre ad alcuna domanda ed affronta tutti i temi all’ordine del giorno di un mondo, quello del calcio, che necessiterebbe di profonde riforme.
I cori di Bergamo
“Atalanta-Napoli? I bergamaschi sono stati dei ‘furbacchioni’. A fine partita risulta che qualche coro c’è stato, ma solo alla fine. Non apriremo nessuna indagine anche perché lo stesso Ancelotti ha detto che si è giocato in un clima sereno. Questo è l’importante”.
Il tifo per il Napoli
“Tifo per il Napoli? Tutti hanno una squadra del cuore. Se faccio il procuratore federale è perché ho una passione per il calcio. Io l’ho detto per una questione di trasparenza” ha raccontato Pecoraro. “Mi piaceva di più come giocava l’anno scorso, ma Ancelotti riesce ad avere più risultati. La gara con l’Atalanta Sarri l’avrebbe persa, perché Sarri essendo monotematico e facendo giocare la squadra sempre allo stesso modo sarebbe stato attaccato dall’Atalanta in contropiede che avrebbe vinto. Invece Ancelotti quando ha visto che l’Atalanta giocava a testa bassa, si è chiuso dietro ed è stato fortunato che l’occasione poi gli è arrivata con Milik. Ha preferito non perdere e aspettare l’occasione che è arrivata”, ha aggiunto il Procuratore federale.
La Juventus e la ‘ndrangheta
“La storia della Juventus mi ha sorpreso molto” ha detto Pecoraro. “Non tanto della presenza della criminalità organizzata ma del rapporto che c’era tra tifosi e dirigenza della Juve, è questo che mi ha sorpreso. Il discorso ‘Ndrangheta è un discorso che riguarda l’ultimo periodo, il periodo Conte soprattutto”. Sul fatto se sia stata aperta una istruttoria, il Procuratore ha aggiunto: “Abbiamo visto la puntata ma non c’era niente di nuovo rispetto a quello uscito. A Cuneo è stato riaperto il fascicolo riguardante il suicidio di Bucci, se dovessero emergere novità vedremo. Al momento per noi è chiuso. La Juve e Agnelli hanno avuto 700mila euro di multa”. Il problema della malavita tra gli ultras è comunque un fenomeno che può colpire ovunque. “Abbiamo visto con la Juventus, ma non posso escludere che anche in altre parti ci sia un’attenzione della malavita, ovviamente ad oggi non abbiamo documentazione su rapporti, ma non posso escludere che questi rapporti in passato ci siano stati o che ci sia attualmente attenzione da parte della malavita”. Sul fatto invece che gli ultras possano tentare di condizionare in qualche modo le società, Pecoraro ha aggiunto: “mi ha molto meravigliato quando a Verona le Curve dell’Hellas hanno deciso di fare lo sciopero allo stadio perché i risultati non erano buoni. Che ci sia da parte delle Curve, da parte di una massa di tifosi, il tentativo di condizionare la dirigenza, su questo non c’è dubbio, e quindi non soltanto per quanto concerne i risultati, ma anche probabilmente per avere maggiori spazi e favori, ma qui parliamo di ultras non di malavita”.
Calcio italiano in mani straniere non deve diventare porto franco per riciclare capitali
“Il calcio italiano è sano? C’è un fenomeno che è quello che molte società sono state acquisite da proprietà straniere. Abbiamo avuto l’esempio della Premier League dove molte società sono in mano a stranieri e penso abbiano portato un miglioramento dal calcio, almeno dal punto di vista qualitativo. In Italia per ora non abbiamo avuto questo salto. Mi aspettavo un salto di qualità”. “La Roma è ancora indebitata, al Milan è successo quello che è successo, il Bologna non mi pare stia crescendo. Questo sta a significare che c’è una crisi imprenditoriale italiana e il calcio non attecchisce più presso gli imprenditori italiani. Dall’altra parte ci sono gli stranieri che vogliono investire in Italia e io mi auguro che i capitali che vengono in Italia siano ‘puliti’ e che non si favorisce l’ingresso di capitali acquisiti con il malaffare. Questo sarebbe molto sgradevole, perché l’Italia diventerebbe un porto franco per la pulizia dei capitali”, ha aggiunto Pecoraro. “Altre squadre su cui sono stati aperti fascicoli? C’è il Palermo. Vogliamo vedere questa nuova proprietà e vediamo di cosa si tratta. Penso che ci sia l’attenzione. Tutte le squadre che hanno proprietari stranieri, se non sono conosciuti, sono all’attenzione della Federazione e della Procura. Noi vogliamo prima di tutto che il campionato si svolga regolarmente e non ci siano problematiche di carattere economico-finanziario e se vengono capitali stranieri portino un salto di qualità”, ha spiegato il procuratore federale.
Lo stadio della Roma
“Lo stadio della Roma? Ho sempre dichiarato che lo stadio non andava fatto in quella maniera. Per me il posto è sbagliato. Ma se non si fa la viabilità e si raddoppiano le corsie della via del Mare non si da nessuna parte” ha detto il procuratore Pecoraro all’Adnkronos, sullo stadio della Roma a Tor di Valle. “La prima volta che vennero da me proposero le navette che dall’Eur portavano i tifosi allo stadio. E per i tifosi ospiti le mandavamo al casello? Poi è cambiato il progetto. Ma con una partita di Champions tra Roma e Real si blocca tutto”, ha aggiunto Pecoraro.
Le scommesse e il calcio
“Grande attenzione c’è sul mondo delle scommesse su cui ho chiesto al Coni di fare una convenzione con i Monopoli per conoscere i nominativi degli scommettitori. E’ ovvio che non ci saranno calciatori che scommettono ma possiamo arrivare a qualche situazione particolare”. “E’ noto che alcuni calciatori giochino, magari tramite qualche amico. Soprattutto verso la fine del campionato noi siamo inondati da esposti su possibili illeciti e su flussi anomali di scommesse. Non abbiamo purtroppo il controllo dei mercati asiatici, ma sul mondo delle scommesse ci auguriamo che il protocollo sia quanto prima sottoscritto. Le Procure della Repubblica sono molto interessate, anche loro, alle scommesse, perché è anche un modo per pulire denaro”, ha aggiunto Pecoraro. “Chiedono sempre gli atti. Ci sono alcune squadre dove c’è stato inquinamento mafioso, indagini in Calabria, in Piemonte, in Campania… è ovvio che queste interferenze da parte della malavita possono portare anche a scommettere e quindi a poter condizionare i risultati”.
Il Var la tecnologia e il calcio
“L’introduzione del Var è stata una cosa giustissima, corretta, anche perché il calcio deve adeguarsi alle innovazioni tecnologiche, ma deve essere utilizzato al meglio. Non capisco perché l’anno scorso ha dato degli ottimi risultati, quest’anno mi sembra che ci sia qualche errore. Ad esempio quello che è successo con la Roma dove bastava che Rocchi andasse a controllare il Var si poteva evitare”. E’ l’opinione espressa da Giuseppe Pecoraro, procuratore della Figc, in una intervista all’Adnkronos, parlando del Var. “Probabilmente le immagini proiettate al Var non erano chiare per poter stabilire l’azione fallosa. Qualcuno propone di sospendere la partita per poi riprenderla, recuperando il tempo perso, in modo tale che l’arbitro si senta più tranquillo e non abbia questa fretta nel vedere le immagini. Certo quello con la Roma è stato a detta di tutti un errore, più che sufficiente affinché ci sia una riflessione da parte dell’Aia”, ha aggiunto Pecoraro.
La Juventus, le multe e Andrea Agnelli
“Un presidente di Serie A dopo che la Juve è stata condannata a pagare la pena pecuniaria (100mila euro Agnelli e 600mila euro la Juve ndr.) mi ha detto: ‘io preferisco essere inibito piuttosto che pagare la sanzione, perché soldi non ne ho'” spiega Pecoraro,
I bilanci delle società
“L’attenzione nei confronti dei bilanci delle società deve essere molto alta”. E’ il monito lanciato da Giuseppe Pecoraro, procuratore della Federcalcio in una intervista all’Adnkronos. “In questo momento e su questo ho anche il conforto del presidente Gravina di una maggiore attenzione sui bilanci delle società e sugli inadempimenti delle varie società. Il problema è che dobbiamo essere certi che tutte le squadre siano in grado non solo di adempiere ai propri impegni ma che lo facciano per tutto il campionato”, ha aggiunto Pecoraro. “Noi abbiamo visto una cosa incredibile con il Bari l’anno scorso e solo grazie all’impegno della Procura, della procura della repubblica di Bari siamo riusciti ad accertare la presunta falsità delle dichiarazioni che erano state presentate. Se non ci fosse stato questo accertamento oggi forse il Bari starebbe in Serie A. Quindi questa attenzione nei confronti dei bilanci deve essere molto alta”. C’è poi una attenta riflessione da fare anche sulle sanzioni alle società. “Il presidente della Figc Gravina ha istituito una commissione per fare una riflessione di carattere generale, anche sulle sanzioni. Io penso che la cosa più grave sia, non solo quella dell’illecito sportivo ma anche dell’illecito amministrativo, della ‘mala gestio’ delle società, che dovrebbe essere punito fortemente, perché l’incapacità di una squadra, dal punto di vista economico, si riflette sul campionato. In Lega Pro ci sono alcune squadre con penalizzazioni. Su queste squadre forse bisognerebbe prendere dei provvedimenti più severi. Non so fino a che punto i giocatori siano motivati quando da troppo tempo non percepiscono lo stipendio”. “Il Chievo? Abbiamo il risultato di un giudicato, ma lì è diverso perché si tratta di plusvalenze fittizie. Ora vediamo questo giudicato se potrà servire per altre situazioni analoghe”, ha aggiunto il procuratore federale che sulle pesanti condanne chieste ha aggiunto: “io mi rendo conto che abbiamo a che fare con una batteria di difensori delle società di alto livello, per la Juve sono arrivati Coppi e Chiappero, che sono due grandi avvocati, noi lo facciamo a titolo onorifico, e possiamo anche sbagliare nella valutazione complessiva, difficilmente sbagliamo nella individuazione della incolpazione. E’ facile che i grandi nomi abbiano maggiore presa sui tribunali e sulla Corte d’Appello”. Infine sulla riforma della giustizia sportiva, Pecoraroha detto: “la parte relativa ai calendari per le varie esclusioni non riguardava la Procura. Abbiamo avuto l’unico problema con il Chievo per i termini e abbiamo chiesto che fosse chiarita la norma. Sul Parma era un messaggio. Il Fair-play societario? C’è attenzione da parte del presidente che mi auguro si traduca in qualcosa di operativo. In Serie A vediamo che se non ci fossero stati capitali stranieri, grandi club rischiavano di chiudere. Senza i cinesi, Pallotta o Elliott…le uniche eccezioni sono Lotito, De Laurentiis, Percassi e Della Valle. Oggi se non ci fossero stati gli stranieri Milan e Inter non sarebbero stati a questo livello. La Roma è stata salvata da Pallotta”.
Ci sono almeno due funzionari di Anas tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano in cui si ipotizzano mazzette in cambio di appalti sui lavori stradali che riguardano la Lombardia e il Nord-Est Italia. Da quanto si è saputo, sono in corso acquisizioni e perquisizioni nelle sedi Anas di Roma e Milano e anche presso tre società di esecuzione lavori, tra cui il Consorzio Stabile Sis che ha sede a Torino, e nei confronti di nove persone fisiche.
Si ipotizzano presunte tangenti per circa 400mila euro nell’inchiesta della Procura di Milano che vede al centro appalti per lavori stradali da circa 400 milioni di euro. Lo si apprende in ambienti giudiziari dell’indagine che vede nove persone indagate, tra cui due funzionari Anas.
(Nella foto di Imagoeconomica in evidenza il Palazzo di Giustizia di Milano)
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Questa mattina la Polizia di Stato, attraverso l’intervento congiunto della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Ponticelli, ha eseguito un’importante operazione antimafia. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e con un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, è stato disposto l’arresto di 60 persone, accusate di vari reati tra cui associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.
Le famiglie camorristiche coinvolte
Le indagini, condotte tra il 2021 e il 2022, hanno svelato la presenza di un sodalizio criminale attivo nell’area orientale di Napoli e in alcuni comuni della provincia. I clan coinvolti sono le famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), collegate al più noto clan Mazzarella, che si sono contrapposti al clan De Luca/Bossa, insieme ad altre famiglie camorristiche come i Minichini, Casella, Aprea e Cuccaro, appartenenti alla cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”.
Faide e contrapposizioni armate
Gli investigatori hanno ricostruito come le lotte tra il clan D’Amico (Fraulella) e il clan De Micco (Bodo) abbiano lasciato un vuoto di potere, presto colmato dal clan De Luca/Bossa a Ponticelli. La fragile alleanza con il clan De Martino è stata minata da numerosi omicidi e atti di violenza, aggravati dalla scarcerazione di membri chiave delle due fazioni. Tra gli episodi più significativi, il tentato omicidio di Luigi Aulisio, del clan Casella, e vari attentati dinamitardi che hanno colpito le rispettive roccaforti dei clan.
Narcotraffico e armi
L’organizzazione criminale aveva pieno controllo del traffico di droga, gestendo l’intera filiera dallo smercio di cocaina, crack, marijuana e hashish. Durante l’operazione, sono stati sequestrati 200 kg di sostanze stupefacenti e smantellati laboratori per la produzione e il confezionamento di droga. Il sodalizio disponeva inoltre di un vasto arsenale, comprendente armi da fuoco, ordigni esplosivi e locali dedicati alla manutenzione delle armi. Particolare attenzione è stata posta al “grattacielo di Ponticelli”, dove è stato scoperto un deposito di armi modificato.
Estorsioni e racket
Le indagini hanno evidenziato come il clan controllasse anche il racket degli alloggi popolari, imponendo il pagamento di tangenti per l’assegnazione delle abitazioni e la gestione delle attività di pulizia dei complessi abitativi. Le minacce e le estorsioni ai danni degli inquilini erano all’ordine del giorno, con le famiglie criminali che gestivano il settore in modo monopolistico.
“Cavallo di ritorno” e sequestri
Tra le attività estorsive più frequenti vi era il cosiddetto “cavallo di ritorno”, una tecnica che prevedeva il furto di veicoli e la successiva restituzione ai proprietari dietro il pagamento di somme di denaro. Grazie al sequestro di documenti contabili, le forze dell’ordine sono riuscite a tracciare gli ingenti proventi del traffico di droga e delle estorsioni, ricostruendo il sistema di gestione dei pusher e delle attività illecite.
L’operazione, condotta su delega della Procura di Napoli, rappresenta un duro colpo per le attività criminali nel capoluogo campano, anche se gli arrestati rimangono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Una donna di 42 anni è morta questa mattina in un incidente stradale alle porte di Calvatone, in provincia di Cremona. Lo schianto si è verificato alle otto, in un momento di pioggia battente. Ed è presumibilmente proprio per le condizioni di guida non ottimali, nello specifico per l’asfalto viscido, che la vittima potrebbe aver perso il controllo della sua auto, una Fiat Panda, per poi sbandare sulla destra e finire contro un palo della luce. Nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi, non c’è stato nulla da fare. Sul posto i carabinieri che ora stanno conducendo le indagini per chiarire la dinamica del fuori strada fatale. Nessun altro veicolo risulta coinvolto.