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Pd diviso in Sicilia, a congresso con tante assenze

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Per il Pd in Sicilia la lancetta dell’orologio sembra tornata indietro di dieci anni: allora la ‘guerra’ tra renziani e cuperliani azzoppava il governo di Rosario Crocetta, consegnando poi la Regione al centrodestra. Adesso la spaccatura è per il congresso regionale: da un lato l’area Schlein che appoggia la ricandidatura del segretario uscente Anthony Barbagallo, dall’altro il fronte composito dei dissidenti. Dopo la rinuncia a candidarsi del presidente dell’Antimafia regionale Antonello Cracolici per “il silenzio della segreteria nazionale rispetto al tentativo di mediazione”, gli oppositori hanno scelto la linea più dura: non parteciperanno al congresso. Non solo. In commissione di garanzia nazionale dei Dem, come riferiscono alcuni dirigenti, stanno per arrivare ricorsi per la sospensione della fase congressuale dovuta a presunte irregolarità nell’assemblea regionale, celebrata lo scorso gennaio.

“E’ molto più semplice fare un Papa con il conclave che un segretario del Pd in Sicilia”, chiosa il capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana Michele Catanzaro, parlando in conferenza stampa nella sede del partito assieme ad altri dirigenti dissidenti. “Fino a qualche settimana fa avevamo detto che noi eravamo pronti a partecipare al congresso, ma avevamo bisogno di capire quello che si era consumato nell’assemblea di gennaio – dice Catanzaro -. Volevamo portare il partito a un congresso con le primarie aperte, ma non ci è stata data l’opportunità di farlo, cosa che abbiamo detto anche alla Schlein. Noi non siamo disertori, si è consumato però uno strappo forte”.

Quell’assemblea di gennaio, per il fronte degli oppositori, rappresenta una sorta di deadline. “Tranne che non fossero casi di omonimia, tra l’elenco dei votanti in quell’assemblea c’erano anche persone defunte, e c’erano persone collegate che non avevano diritto al voto”, attacca l’eurodeputato Giuseppe Lupo. Incalza il deputato regionale Fabio Venezia: Sessantacinque collegati online non erano componenti dell’assemblea, 52 persone con profili falsi o non identificati, c’erano nomi assurdi come ‘il merlo’, il ‘gatto nero’ e altri”. Lupo riferisce che al commissario per il congresso Nico Stumpo, “abbiamo chiesto i nominativi di chi ha votato: ci è stato detto che la società che si è occupata della votazione online non aveva più i nominativi perché erano andati distrutti poche ore dopo”. “Stumpo non ha poteri sostitutivi per dare come approvato un regolamento che non è stato, invece, approvato – attacca -. E’ commissario ad acta per gestire il partito non per sostituire l’assemblea del partito. Vogliono abolire le primarie? Riconvocassero l’assemblea, in presenza. Se c’è la maggioranza assoluta viva la democrazia. Con una votazione irregolare nessun può consentire di abrogare le primarie dallo statuto regionale del Pd”.

Ma Barbagallo va avanti, forte del sostegno del “corpo larghissimo e decisamente maggioritario del partito siciliano” che ha sottoscritto la sua candidatura”. “Dispiace che una parte del partito abbia deciso di sottrarsi – afferma – ma, con spirito di apertura e inclusione, cercheremo ostinatamente di coinvolgere tutti in questo processo”. Oggi è scaduto il termine per la presentazione delle candidature, il voto nei circoli e per i congressi provinciali è previsto tra il 15 e il 30 maggio.

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Politica

Centrodestra avanti nella corsa a sindaco di Bolzano

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Claudio Corrarati (nella foto), candidato del centrodestra, è avanti al ballottaggio contro l’assessore Pd uscente Juri Andriollo con il 52,2% dei consensi (41 sezioni scrutinate su 80). L’ex presidente del Cna Trentino Alto Adige diventerebbe, se eletto, il primo sindaco di centrodestra del capoluogo altoatesino dopo Giovanni Ivan Benussi esattamente 20 anni fa, che però poi non trovò una maggioranza. A Merano è invece in vantaggio Katharina Zeller della Svp. La vice sindaca uscente, con 13 sezioni scrutinate su 28, ha il 53,2%% contro il sindaco uscente del centrodestra Dario Dal Medico. In Trentino sono invece 11 i Comuni al ballottaggio.

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A Palazzo Chigi il trilaterale tra Meloni, Vance e von der Leyen: “Un nuovo inizio per le relazioni Ue–Usa”

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Si è svolto oggi pomeriggio, alle 15:30 a Palazzo Chigi, il primo incontro trilaterale tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Un appuntamento cruciale, voluto da Meloni, che ha definito il vertice «un primo incontro e un nuovo inizio».

Meloni: “Italia ponte tra Ue e Usa”

«Grazie a JD Vance e Ursula von der Leyen per aver accettato l’invito. Un mese fa a Washington avevo proposto al presidente Trump un incontro simile e sono orgogliosa di ospitare oggi due leader fondamentali per dare avvio a un dialogo strutturato tra Europa e Stati Uniti», ha dichiarato Meloni nella fase introduttiva aperta alla stampa.

Rivendicando il ruolo dell’Italia come mediatore, la premier ha affermato: «Ci sono materie di competenza della Commissione europea, ma l’Italia può aiutare il dialogo». E ha aggiunto: «Sappiamo che ci sono molti problemi da affrontare, ma anche che le relazioni Ue–Usa sono decisive per mantenere l’unità dell’Occidente e la capacità di tracciarne la rotta».

Vance: “Meloni ponte tra Usa e Ue”

Il vicepresidente americano JD Vance ha espresso apprezzamento per l’iniziativa italiana: «Non vedo l’ora di questa conversazione. Meloni si è offerta come costruttrice di ponti tra Europa e Stati Uniti e noi abbiamo accolto con piacere». Ha poi aggiunto: «Questo incontro può essere l’inizio di negoziati commerciali di lungo termine tra Usa e Ue».

Von der Leyen: “Difesa europea più forte, rafforza la Nato”

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha ringraziato Meloni per l’ospitalità: «È una meravigliosa giornata a Roma, grazie per averci ricevuto». E sul tema della sicurezza ha ricordato: «Gli europei devono aumentare gli investimenti sulla difesa. La Commissione ha previsto fino a 800 miliardi nei prossimi 4 anni per rafforzare l’Europa e quindi anche la Nato».

Tra Vaticano e diplomazia

L’incontro si è tenuto all’indomani dell’insediamento di Papa Leone XIV, che Meloni ha definito «una cerimonia perfetta che ha dato lustro all’Italia e alla sua capacità organizzativa». Un contesto che ha offerto l’occasione per un rilancio del ruolo internazionale di Roma, anche come sede di dialogo tra le due sponde dell’Atlantico.

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Politica

De Luca, siparietto con Crosetto e Cirio al Salone del Libro: «Ho sempre avuto stima di voi democristiani»

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Uno scambio di battute che non è passato inosservato. Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ha incrociato Guido Crosetto, ministro della Difesa, e Alberto Cirio, governatore del Piemonte, in un breve ma vivace siparietto al Salone del Libro di Torino. Un momento immortalato in un video diffuso da Repubblica, che in poche ore ha fatto il giro dei social.

«Posso salutare?», dice Crosetto con tono amichevole. De Luca non si fa pregare e si avvicina con slancio: «Come sto? Diciamo bene», risponde al ministro. Poi l’ironia graffiante: «C’avete un’assicurazione, campate tranquilli per altri 20 anni». Il tono è scherzoso, ma come sempre per il governatore campano, anche pungente.

La frase che sfugge (ma non troppo)

Tra una battuta e l’altra, una frase tagliente: «Sta banda di co…i», si sente pronunciare da De Luca. Il contesto è confuso, il destinatario non è chiaro, ma Crosetto e Cirio ridono, lasciando intendere che il tono della conversazione è rimasto conviviale.

«Ci vediamo a Venezia?», chiede Cirio. «Vienimi a trovare a Roma», risponde Crosetto. Poi la chiusura in perfetto stile De Luca: «Ho sempre avuto stima di voi democristiani». Anche qui, il riferimento non è esplicito, ma l’intenzione ironica resta.

Tra battute e ambiguità, l’arte del dire (senza dire)

Il siparietto è uno dei tanti esempi dell’abilità comunicativa – spesso irriverente – di Vincenzo De Luca, capace di mescolare sarcasmo, ambiguità e battute taglienti in pochi secondi di conversazione. Di certo, non è passato inosservato.

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