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Patto col diavolo dietro l’uccisione di 2 sorelle

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Orrore e follia a sfondo satanico nel Regno Unito, dove un 19enne e’ stato riconosciuto colpevole da una giuria popolare dinanzi alla corte londinese di Old Bailey di aver ucciso selvaggiamente a coltellate nel giugno 2020 due sorelle in un parco alla periferia della capitale britannica dopo aver lasciato traccia d’un delirante patto col diavolo. Un patto segnato dalla scellerata promessa di togliere la vita a sei donne ogni sei mesi fino a che egli non avesse vinto alla lotteria. La condanna di Danyal Hussein trova ampio spazio sui giornali del Paese all’indomani della conclusione d’un processo dai contorni raggelanti. Il giovane e’ stato inchiodato dalle impronte genetiche del Dna raccolte dalla polizia a Fryent Country Park: grande spazio verde ai margini del sobborgo di Brent – lo stesso in cui si trova lo stadio di Wembley teatro in questi giorni delle imprese d’Italia e Inghilterra verso la finale degli Europei di calcio – laddove la notte del 7 giugno di un anno fa vennero assassinate con brutale accanimento le sorelle Bibaa Henry, di 46 anni, e Nicole Smallman, di 27. Reduci dall’aver festeggiato all’aperto il compleanno di una di loro fino a tarda sera. Il ritrovamento di alcuni sinistri biglietti conservati da Hussein ha poi completato il quadro investigativo, gettando un’ombra tenebrosa quanto dissennata sulla vicenda. Con la scoperta degli ossessivi richiami di Danyal a entita’ infernali: suggellati dapprima dall’offerta di gocce del proprio sangue alla “regina dei diavoli Queen Byleth” a patto che questa facesse innamorare di lui una studentessa liceale; e quindi, soprattutto, dall’impegno criminale preso con la mitologica figura demoniaca di King Lucifuge Rofocale di scatenare una campagna di femminicidi in cambio dell’illusione di poter incassare il jackpot da 321 milioni di sterline allora in palio all’ambito della lotteria Mega Millions. Il presidente della corte e gli investigatori hanno evidenziato in udienza l’ottusa ferocia del ragazzo, elogiando invece la tragica dignita’ della famiglia delle vittime. “Non avremmo mai pensato di trovarci di fronte al male”, ha commentato con emozionata compostezza, ma in preda a un dolore sordo che nulla puo’ lenire, la reverenda Mina Smallman, madre delle due sorelle uccise e a suo tempo prima donna di origini etniche nere a essere ordinata arcidiacona nella storia alla Chiesa anglicana a Londra, non senza ringraziare i giurati per aver contribuito a dare se non altro giustizia alla memoria delle due figlie sbugiardando “i ridicoli tentativi” dell’imputato di “negare le prove schiaccianti messe insieme contro di lui”. Prove che gli varranno nelle attese di tutti il carcere a vita, anche se la pena e i paletti sulla concessione d’ipotetici benefici o di cure mentali saranno determinati con esattezza dal giudice togato il 22 settembre. Ma che non cancellano l’angoscia nel cuore della famiglia delle vittime (pronta anche a fare causa a Scotland Yard, per le negligenze investigative denunciate rispetto a precedenti segnalazioni sulla figura di Hussein), dell’opinione pubblica e prima di chiunque altro di Mina Smallman: inquieta, come ha detto alla Bbc, che quel giovane killer malvagio obnubilato da spettri demoniaci possa trovare il modo di colpire anche in cella, di trasformarsi magari in “una macchina omicida” dietro le sbarre. E rassegnata, nonostante la profonda fede cristiana, a “non trovare pace mai piu'”.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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Israele attacca l’Iran, forti esplosioni nei pressi di Esfahan

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La televisione ufficiale iraniana riporta “forti esplosioni” nei pressi di Esfahan. L’Iran ha attivato la propria difesa aerea dopo le notizie di un’esplosione. Lo stato islamico ha anche chiuso lo spazio aereo su Teheran e altre città. Attacchi nel sud della Siria vengono registrati da attivisti locali citati dall’Afp.

Alcuni droni sono stati “abbattuti con successo” dalla difesa aerea iraniana, ma non ci sono informazioni riguardo un possibile attacco missilistico “al momento”. Lo afferma il portavoce dell’agenzia spaziale iraniana. “Al momento non c’è stato alcun attacco aereo al di fuori di Esfahan e in altre regioni del Paese”, ha detto Hossein Dalirian in un messaggio pubblicato su X. I siti nucleari nei pressi di Esfahan sono in “totale sicurezza”. Lo rendono noto le autorità iraniane citate dai media locali.

Tre funzionari iraniani hanno confermato che un attacco ha colpito una base aerea militare vicino alla città di Esfahan, nell’Iran centrale, ma non hanno detto quale Paese abbia organizzato il raid.

Una fonte militare ha riferito a Fox News che l’attacco israeliano condotto in Iran è “limitato”. Il Pentagono, per il momento, non ha ancora confermato il raid.

L’esercito israeliano ha affermato di non voler commentare “per il momento” le esplosioni registrate nei pressi di una base militare nel centro dell’Iran. “Non abbiamo alcun commento da fare per il momento”, ha detto un portavoce dell’esercito”.

La base ospita da tempo la flotta iraniana di F-14 Tomcat di fabbricazione americana, acquistati prima della rivoluzione islamica del 1979. Nella zona di Esfahan ci sono anche siti associati al programma nucleare iraniano, compreso il sito sotterraneo di arricchimento di Natanz, che è stato ripetutamente preso di mira da sospetti attacchi di sabotaggio israeliani. Tuttavia, la televisione di stato iraniana ha descritto tutti i siti della zona come “completamente sicuri”.

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‘Strategia del tritacarne, i russi morti sono 50.000’

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Mentre il mondo guarda con apprensione al Medio Oriente e a un’eventuale escalation con l’Iran, l’Ucraina continua a essere uno spaventoso terreno di battaglia. Con Vladimir Putin disposto a perdere la vita di migliaia di soldati pur di avanzare la linea del fronte con quella che la Bbc definisce la “strategia del tritacarne”: mandare ondate di soldati senza sosta in prima linea per cercare di logorare le forze ucraine ed esporre la loro artiglieria. Con il risultato di aver superato finora “la soglia di 50.000 caduti”. Nelle ultime ore anche le forze di Kiev hanno colpito in profondità in Russia – fino a danneggiare una fabbrica di bombardieri Tupolev in Tatarstan, stando ai servizi speciali ucraini – e in Crimea, dove secondo media e blogger locali “circa 30 militari russi sono rimasti uccisi e 80 feriti in un attacco notturno all’aeroporto militare di Dzhankoy”, che avrebbe “distrutto un deposito di missili Zircon e S-300”.

In mattinata la rappresaglia di Mosca si è scagliata ancora una volta sui civili, con un triplo raid su Chernihiv, città nel nord dell’Ucraina, una delle più antiche del Paese: i missili russi hanno colpito palazzi residenziali vicino al centro, un ospedale e un istituto scolastico, causando almeno 17 morti, oltre 60 feriti – tra cui tre bambini – e un numero imprecisato di dispersi sotto le macerie dove per tutto il giorno hanno lavorato i servizi di emergenza.

La strage ha suscitato l’ira di Volodymyr Zelensky, impegnato a chiedere con insistenza agli alleati europei e americani di rafforzare la difesa aerea ucraina: “Questo non sarebbe successo se avessimo ricevuto abbastanza equipaggiamenti di difesa antiaerea e se le determinazione del mondo a resistere al terrore russo fosse stato sufficiente”, ha tuonato il presidente sui social, esprimendo sempre più rabbia e frustrazione, soprattutto all’indomani delle manovre occidentali sui cieli di Israele per difenderlo dall’Iran. Di questo passo, e con il morale delle truppe sempre più indebolito dalle “cupe previsioni” di guerra, il fronte ucraino potrebbe collassare “la prossima estate quando la Russia, con un maggior peso numerico e la disponibilità ad accettare enormi perdite, lancerà la sua prevista offensiva”, riferiscono diversi alti ufficiali di Kiev a Politico. Insomma, Mosca ha messo in conto di poter perdere un alto numero di militari anche con la cosiddetta “strategia del tritacarne”.

Strategia che, stando a un conteggio realizzato da Bbc Russia, dal gruppo di media indipendenti Mediazona e volontari – che hanno scovato i nomi dei caduti anche sulle tombe recenti nei cimiteri – avrebbe già portato il bilancio dei militari di Putin morti in Ucraina (esclusi i separatisti filorussi del Donbass) oltre la soglia dei 50.000, con un’accelerazione del 25% in più nel secondo anno di invasione. “Il bilancio complessivo è 8 volte superiore all’ammissione ufficiale di Mosca – sottolinea l’emittente britannica -. Ed è probabile che il numero sia molto più alto”.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha rivendicato il segreto di Stato sull'”operazione militare speciale”, come del resto nemmeno Kiev pubblicizza il numero dei suoi caduti: l’ultima cifra ufficiale risale a febbraio, quando Zelensky parlò di 31.000 soldati rimasti uccisi. Neppure stavolta Mosca ha confermato le notizie riportate dei trenta soldati russi che sarebbero morti nell’attacco alla base aerea in Crimea, che secondo i blogger russi di Rybar, vicino all’esercito del Cremlino, avrebbe centrato e danneggiato l’obiettivo con 12 missili Atacms forniti a Kiev dagli Stati Uniti. Il ministero della Difesa russo ha tuttavia smentito che droni dell’intelligence militare ucraina abbiano colpito la fabbrica di Tupolev nel Tatarstan, nell’est della Russia: al contrario ha precisato di aver “distrutto un drone ucraino, nella stessa area”, prima che potesse causare danni.

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