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Cronache

Patti Fininvest sanciscono guida a Marina e Pier Silvio

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Distribuzione di almeno il 50% dell’utile di esercizio sotto forma di dividendo direttamente a tutti i cinque figli secondo le percentuali stabilite dal testamento, periodo di cinque anni di impossibilità di vendita delle quote in Fininvest, nuove norme per la nomina del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale della holding. Sono le modifiche allo statuto di Fininvest concordate dal patto parasociale siglato tra i cinque figli di Silvio Berlusconi, proprietari di tutte le quote della finanziaria che controlla Mfe, Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum. I patti sono stati pubblicati ufficialmente dalle controllate e partecipate del Biscione quotate in Borsa a Milano, con uno stretto solo tra Marina e Pier Silvio “avente lo scopo, tra l’altro, di disciplinare l’esercizio congiunto di un’influenza dominante” su Fininvest “tramite l’esercizio del diritto di voto nelle assemblee ordinarie e straordinarie”.

In particolare, l’accordo parasociale tra i due figli maggiori, relativo alle rispettive partecipazioni nelle holding di controllo di Fininvest, delle quali detengono il 29,1% del capitale a testa, che diventa il 52% congiunto in Fininvest stessa, a conferma di quanto già emerso, è a “tempo indeterminato, salvo il diritto di recesso con preavviso di almeno 6 mesi” ma si risolverà “immediatamente” in caso di mancato accordo sul voto in assemblea. E’ un passaggio abituale – viene spiegato da ambienti vicini al dossier – per permettere ai sottoscrittori un’eventuale uscita dagli accordi.

Nei patti pubblicati dalle partecipate Fininvest emerge anche il mancato obbligo di Opa sulle controllate del Biscione da parte dei figli del fondatore in quanto si tratta di un pacchetto di quote provenienti da eredità. Nel caso in cui una delle parti dovesse in qualsiasi modo far insorgere un obbligo di Opa in capo agli altri figli “sarà tenuta a manlevare e tenere indenne l’altra parte per qualsiasi costo, onere, danno, perdita, passività di qualsiasi natura”.

L’intesa tra i cinque figli prevede anche la nomina di un “rappresentante comune” al quale “verranno fornite istruzioni” al fine “dell’esercizio dei diritti sociali” da parte delle holding condivise tra gli eredi che detengono azioni Fininvest (Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava). Gli “impegni e obblighi” contratti sulla modifica dello statuto di Fininvest – dalla covendita ai dividendi alle norme di elezione del cda – e quelli sull’integrazione degli organi sociali dovranno essere sanciti dalla prima assemblea straordinaria e ordinaria della holding, la cui riunione è prevista “entro e non oltre il 30 novembre 2023”.

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Uccisa con una mazza da baseball, fermato il marito

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Una donna di 66 anni è stata uccisa a colpi di mazza da baseball questa mattina intorno alle 9.30 in centro a Salsomaggiore Terme, paese della provincia di Parma. La vittima, di nazionalità straniera, è stata aggredita dal marito che l’ha colpita più volte al corpo e alla testa. Soccorsa dal 118, la donna sarebbe morta sul posto. Il marito è stato fermato dai carabinieri e si trova in caserma a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il presunto autore del femminicidio è stato fermato da una carabiniera libera dal servizio. La militare, richiamata dalla richiesta di aiuto della vittima, è intervenuta da sola. Ha bloccato l’uomo, poi è stata coadiuvata dalla pattuglia del radiomobile di Salsomaggiore immediatamente sopraggiunto. Il tempestivo intervento non è bastato a salvare la vita della 66enne.

Si chiama Meena Kumari, 66 anni, di nazionalità indiana, la donna uccisa dal marito questa mattina intorno alle 9.30 nel centro di Salsomaggiore Terme (Parma). Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe aggredito la donna in casa, di fronte anche ad alcuni familiari, e la vittima, nel disperato tentativo di salvarsi, sarebbe poi scesa in strada per chiedere aiuto. L’uomo l’avrebbe però raggiunta e continuato a colpirla sino a ucciderla.

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Cronache

Interrogatorio di Filippo Turetta, dichiarazione spontanea di conferma dell’omicidio di Giulia

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Primo interrogatorio in carcere per Filippo Turetta che all’inizio si è avvalso della facoltà di non rispondere e si è messo a piangere poi ha confermato quanto aveva detto alla polizia tedesca sull’omicidio di Giulia Cecchettin rendendo dichiarazioni spontanee al gip di Venezia Benedetta Vitolo. A spiegarlo ai giornalisti è stato il legale di Turetta, l’avvocato Giovanni Caruso: Turetta ha detto, ha “ritenuto doveroso rendere dichiarazioni spontanee con le quali ha sostanzialmente confermato le ammissioni fatte alla polizia tedesca”. Cioè aveva ammesso sostanzialmente di aver ucciso Giulia e di non avere avuto il coraggio di togliersi la vita. Si tratta di dichiarazioni di conferma come le ha chiamate il legale di Turetta.

 

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Cronache

Due agenti della Polfer feriti con un coltello a Napoli

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Due agenti della Polfer aggrediti e feriti con un coltello da un extracomunitario nei pressi della stazione di piazza Garibaldi a Napoli. L’episodio risale a ieri sera e viene riferito dalla Federazione Sindacale di Polizia che esprime solidarietà ai colleghi vittime dell’aggressione. “Gli agenti – rende noto Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato – sono stati allertati perché l’uomo stava creando problemi fuori da un locale e, quando sono intervenuti, ha improvvisamente tirato fuori un coltello scagliandosi contro di loro”. Uno dei due agenti ha riportato ferite lievi a una mano, l’altro è stato raggiunto alla spalla e ne avrà per una ventina di giorni dato che il fendente ha interessato il muscolo. L’aggressore ha tentato di fuggire allontanandosi dalla stazione ma è stato rintracciato poco dopo dai poliziotti della Squadra Volante e arrestato.

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai due colleghi rimasti feriti ieri sera a Napoli – prosegue il sindacalista – e auguriamo loro una pronta guarigione. Un ennesimo grave episodio che testimonia l’assoluta centralità del lavoro degli operatori in uniforme, sempre presenti e sempre pronti a fronteggiare pericoli subdoli e continui cui, senza di loro, sarebbero esposti i cittadini”. “La funzione delicatissima e assai pericolosa a difesa della sicurezza e dell’incolumità altrui – prosegue – continua a richiedere ai colleghi in ogni parte del territorio e in qualsiasi contesto sacrifici importanti in termini di impegno, professionalità e salute, che meritano il fondamentale riconoscimento della collettività e soprattutto della politica”.

“Ora confidiamo in un giudizio rapido e severo – commenta Mauro di Giacomo, segretario Fsp Napoli -, perché non si vanifichi il valido intervento dei colleghi e, soprattutto, perché non rimanga impunita una condotta gravissima. Perché questo significherebbe sottovalutare, per non dire ignorare, il sacrificio di quelli che, per garantire la sicurezza altrui, mettono continuamente la propria vita a rischio”.

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