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Partita aperta nel dopo-Merkel,crolla Cdu-Csu e vola Spd

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E’ un balzo di ben tre punti dei socialdemocratici a segnare un cambio di passo davvero interessante nella campagna elettorale tedesca: quello in cui ha sempre creduto il vicecancelliere Olaf Scholz, che si conferma in testa nella cosiddetta “Kanzlerfrage”. E’ il sondaggio Forsa di questa settimana a registrare il crollo dell’Unione (Cdu-Csu) al 23% (-3) e un salto in avanti dell’Spd, data al 19% (+3), quasi in ex equo coi Verdi, fermi al 20%. Per il partito del ministro delle finanze si tratta del valore piu’ alto mai raggiunto dall’aprile del 2018. E i dati confermano anche il sorpasso delle preferenze personali per il candidato: se i tedeschi dovessero votare direttamente il cancelliere, Scholz riceverebbe in questa fase il 26% dei consensi, contro il 16% di Annalena Baerbock, e un magro 12% per il leader della Cdu Armin Laschet. Fra i seguaci del partito di Angela Merkel si continua a sostenere che il governatore del Nordreno-Vestfalia dovrebbe fare un passo indietro, facendo spazio al collega della Baviera, il presidente della Csu Markus Soeder. Una opzione che al momento non si puo’ affatto escludere, vista la grande ambizione del bavarese, che vorrebbe a sua volta correre per la cancelleria. Laschet, alle prese con i danni del post alluvione nel suo Land, non si lascia intimidire: proprio oggi e’ salito letteralmente sul ring, avviando di fatto la campagna elettorale con un tour nel quale ha indossato dei guantoni da box. Intende continuare a combattere, il messaggio agli elettori. I dati del sondaggio promosso dall’emittente RTL confermano che, a sei settimane dal voto che aprira’ il post Merkel, i giochi sono assolutamente aperti. E diverse sono le coalizioni possibili, anche senza i conservatori. Un risultato in cui ha sempre creduto il ministro Scholz, che anche nei periodi peggiori ha continuato a dirsi determinato a diventare cancelliere. Attualmente sarebbe sostenibile un’alleanza Spd, Verdi Liberali, ad esempio, se quello che oggi e’ un testa a testa fra i due partiti dovesse vedere un sorpasso ai danni degli ecologisti. Figura politica molto sobria, l’ex sindaco di Amburgo ha anche avuto l’occasione di far accendere i riflettori su quella che al suo fianco potrebbe essere la prossima first lady, Britta Ernst, assessora all’ Istruzione e allo Sport nel Brandeburgo. “E’ l’amore della mia vita da cosi’ tanto tempo. Gli incarichi vanno e vengono, l’amore resta”, si e’ spinto a dire in un’ intervista rilasciata alle moderatrici del magazine femminile Bunte. Qui ha anche rivelato qualche altro dettaglio sulla sua vita privata: per rilassarsi pratica il jogging, riuscendo a staccare la testa ed evitare di pensare, e ama cucinare nel weekend. “Le Koenigsberger Klopse mi vengono proprio bene”, ha aggiunto con un certo orgoglio, citando le polpettine alla salsa di capperi, di cui vanno matti i tedeschi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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