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Parigi, Macron saluta Maradona, Dio Diego, sovrano del pallone tanto amato dai francesi

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Emmanuel Macron è innamorato di Napoli, il presidente francese quando è stato in visita nella città partenopea, di recente, ha spiegato che la ritiene una capitale e quando ha visitato il teatro San Ferdinando ha abbracciato il premier Conte ed ha raccontato:
“Stavo recitando l’arte della commedia quando ho incontrato Brigitte. Per questo Eduardo ha un posto speciale nel mio cuore” . E questo è il bellissimo omaggio dell’Eliseo e del presidente francese per la morte di Maradona.

“La mano di Dio aveva consegnato un genio del calcio sulla Terra. Ce l’ha appena tolto, con un dribbling imprevisto che ha preso alla sprovvista tutte le nostre difese. Con questo gesto, ha voluto troncare il dibattito del secolo: Diego Maradona è il più grande calciatore di tutti i tempi? Le lacrime di milioni di orfani rispondono a questo quesito con prove dolorose.
Nato in un sobborgo povero di Buenos Aires, Diego Armando Maradona fa sognare la sua famiglia e il suo quartiere con il suo gioco di gambe che presto crocifiggerà i migliori difensori europei. Il Boca Juniors e i mitici derby lo rivelano al calcio mondiale. È stato il Barcellona a conquistare il diamante, pensando di aver finalmente trovato il successore di Johan Cruyff per dominare di nuovo il calcio europeo.
Ma è a Napoli che Diego diventa Maradona. Nel sud Italia il Pibe de oro ritrova l’eccesso degli stadi del Sud America, l’irrazionale fervore dei tifosi e porta il Napoli sulla strada dello Scudetto, sui tetti d’Europa. Il Mezzogiorno ha la sua rivincita sulla storia ed è solo il rinforzo di Platini che permetterà alla Juventus di ripartire alla pari con la storica rivale.

Visita del Presidente Francese Macron a Napoli
ph. KONTROLAB

Un giocatore sontuoso e imprevedibile, il calcio di Maradona non aveva nulla da recitare. Con un’ispirazione sempre rinnovata, inventava costantemente gesti e colpi. Un ballerino, non proprio un atleta, piuttosto un artista, incarnava la magia del gioco.
Ma doveva ancora scrivere la storia di un paese ferito dalla dittatura e dalla sconfitta militare. Questa resurrezione ha avuto luogo nel 1986, nella partita più geopolitica della storia del calcio, un quarto di finale della Coppa del mondo contro L’Inghilterra di Margaret Thatcher. Il 22 giugno 1986, a Città del Messico, ha segnato un primo gol con Dio come compagno di squadra. Il miracolo è contestato, ma l’arbitro non ha visto nulla: il trucco da circo di Maradona vale un gol. Che è seguito da “The goal of the century”, che racchiude in un’unica azione i più grandi palleggiatori del Calcio: Garrincha, Kopa, Pelé. Oltre 50 metri in una corsa strabiliante, passa in rassegna metà della squadra inglese, dribbla il portiere Shilton prima di spingere la palla nelle reti. Nella stessa partita, Dio e diavolo, segna i due gol più famosi della storia del Calcio. C’era un re Pelé, ora c’è un Dio Diego.
Con la stessa grazia, la stessa superba insolenza, si intrufola nella finale con il gesto più bello del calcio: il passaggio decisivo, il gol del numero 10. Quando alza il trofeo, è nato un mito: il bambino terribile è diventato il miglior giocatore del mondo. E il mondiale torna in Argentina: questa volta è del popolo, non dei generali.
Questo gusto della gente, Diego Maradona lo vivrà anche fuori dai campi. Ma le sue sortite da Fidel Castro e Hugo Chavez avranno il sapore dell’amara sconfitta. È sui campi da gioco che Maradona fece la rivoluzione.
Il presidente della Repubblica saluta questo indiscusso sovrano della palla rotonda che i francesi amavano così tanto. A tutti coloro che hanno speso i loro soldi per finire l’album Panini Mexico 1986 con la sua figurina, a tutti coloro che hanno cercato di negoziare con la loro compagna la decisione di battezzare il loro figlio Diego, per i suoi compagni Argentini, per i Napoletani, che hanno dipinto affreschi degni di Diego Riveira, a tutti gli amanti del calcio, il presidente della Repubblica rivolge le sue più sentite condoglianze. Diego se queda”.

 

 

 

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Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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Cronache

Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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