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Esteri

Parigi: convocato l’ambasciatore russo per gli insulti sgradevoli all’Europa

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“Caricature inaccettabili”: il ministero degli Esteri della Francia ha convocato oggi l’ambasciatore russo a Parigi, Alexei Mechkov, dopo la pubblicazione di caricature ritenute “inaccettabili” dalla diplomazia transalpina. “Queste pubblicazioni sono inaccettabili. Oggi lo abbiamo detto chiaramente all’ambasciatore di Russia”, Alexei Mechkov, ha dichiarato il Quai d’Orsay, in piena crisi tra la Russia e gli occidentali dopo l’invasione russa dell’Ucraina ordinata dal presidente Vladimir Putin. Uno dei disegni pubblicato sul profilo Twitter dell’ambasciata mostra gli europei in ginocchio leccare il posteriore dello zio Sam con la scritta in Inglese ‘European solidarity as it is’ (La soldarieta’ europea nei fatti). La seconda caricatura presenta l’allegoria di un’Europa malata, distesa su un letto a cui presunti avvelenatori – Stati Uniti ed Unione europea – iniettano diverse sostanze intitolate ‘neonazismo’, ‘russofobia’ o ‘Covid-19′. “Ci sforziamo di mantenere un canale di dialogo serio con la Russia”, ma queste “azioni sono perfettamente inappropriate”; deplorano al Quai d’Orsay. Contattata dalla France Presse, l’ambasciata di Russia a Parigi ha confermato che “la questione del tweet pubblicato” sul suo profilo “e’ stata evocata” dall’ambasciatore durante la convocazione di questa mattina al ministero assieme ad altre questioni messe sul tavolo. Apparso ieri, il tweet e’ stato nel frattempo rimosso dal profilo ufficiale ‘Russie en France’, ma continua ad impazzare sulla rete, ripreso da diversi media d’Oltralpe e non solo. Da parte sua, l’ambasciatore russo ha tenuto ad “attirare l’attenzione dei nostri colleghi francesi sulle provocazioni e gli atti di vandalismo verso le rappresentazioni diplomatiche russe in Francia”, precisa l’ambasciata. La Francia detiene attualmente la presidenza di turno dell’Unione europea e dall’inizio della guerra in Ucraina, il 24 febbraio, il presidente Emmanuel Macron, si e’ impegnato in prima persona nella ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto. Fino ad oggi, e’ stato tra i pochi leader occidentali ad aver mantenuto un canale di dialogo regolare con Putin. A meno di tre settimane dalla corsa all’Eliseo del 10 e del 24 aprile, il candidato ecologista, Yannick Jadot, ha criticato Macron, dicendo che “non ci puo’ essere ingenuita’, arroganza, condiscendenza nei rapporti con la Russia”. “Non sei obbligato a stringere la mano (a Putin, ndr) e soprattutto dargli del tu come fa Macron”, e’ stata la critica del candidato ecologista ai microfoni di France Info. Con il capo del Cremlino “non c’e’ nessuna forma di “ingenuita’” o di “condiscendenza”, ha replicato stamattina il portavoce del governo nonche’ fedelissimo del presidente francese, Gabriel Attal, assicurando che Macron ha sempre detto le cose guardando l’omologo russo “dritto negli occhi”.Attal ha precisato che Macron “continua a parlare con Putin, anzitutto, su richiesta di Volodymyr Zelensky”. “Il presidente ucraino chiede regolarmente al presidente della Repubblica di chiamare Putin per fungere da intermediario tra i due e far passare un certo numero di messaggi”, ha concluso Attal.

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Teheran avverte Israele, ‘non fate altri errori’

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“Un fallimento”, “fuochi d’artificio”, “la situazione è completamente normale”. La Repubblica islamica tace sulle esplosioni o minimizza l’attacco notturno, attribuito a Tel Aviv, che ha colpito una base militare a Isfahan nel giorno dell’85esimo compleanno della Guida suprema Ali Khamenei. Vari esponenti del governo e delle forze armate iraniane hanno continuato a minacciare una “risposta massima e definitiva” contro lo Stato ebraico mentre l’attacco veniva sminuito. Secondo Teheran, le esplosioni sentite nella notte sono dovute al sistema di difesa iraniano che ha preso di mira “mini droni di sorveglianza americani o israeliani”, lanciati a meno di una settimana dall’attacco dell’Iran contro Israele, in ritorsione per l’uccisione di sette membri delle Guardie della rivoluzione in un raid contro l’ambasciata iraniana di Damasco.

Dopo la chiusura, temporanea, dello spazio aereo su Teheran e altre città, i media della Repubblica islamica si sono affrettati ad assicurare che, in seguito all’abbattimento di “oggetti volanti sospetti”, la situazione era tornata alla completa normalità mentre i siti nucleari nella zona non sono stati danneggiati dall’attacco, come confermato anche dall’Agenzia internazionale per l’Energia atomica (Aiea), e hanno continuato ad operare “in totale sicurezza”. L’attribuzione dell’attacco a Israele è stata inizialmente bollata come “un’assurdità” dal comandante in capo dell’Esercito iraniano, Abdolrahim Mousavi, mentre il Consiglio per la Sicurezza Nazionale ha negato di aver tenuto una riunione d’emergenza, smentendo indiscrezioni apparse sui “media stranieri”. Il governo di Teheran e i vertici militari hanno evitato in ogni modo di parlare direttamente dell’attacco, con l’eccezione del ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian che, senza esplicitamente accusare lo Stato ebraico, ha definito l’attacco un “fallimento”, dipinto come una vittoria ed “esagerato dai media filo israeliani”, sottolineando che i droni sono stati abbattuti senza causare danni o vittime.

“La nostra prossima risposta sarà immediata e ai massimi livelli nel caso in cui il regime di Israele si imbarchi nuovamente in avventurismo e intraprenda azioni contro gli interessi dell’Iran”, ha ribadito Amirabdollahian, affermando che un eventuale risposta “decisiva e definitiva” contro Israele è già stata pianificata nel dettaglio dalle forze armate iraniane. La responsabilità di Israele è stata comunque indicata da figure politiche minori. Come il deputato Mehdi Toghyani, secondo cui “il disperato tentativo del regime sionista, con l’aiuto di agenti locali, di portare avanti un attacco con vari piccoli droni contro una base militare di Isfahan è fallito e ha portato loro ulteriore disgrazia”. Più cauto Javad Zarif, l’ex ministro degli Esteri e negoziatore per Teheran all’epoca dell’accordo sul nucleare del 2015, che ha chiesto alla comunità internazionale di fermare Israele “alla luce degli imprudenti fuochi d’artificio di Isfahan”.

Nessun commento sull’attacco da Khamenei, come anche da parte del presidente Ebrahim Raisi, che ha completamente ignorato i fatti di Isfahan durante un’apparizione pubblica a Damghan, nella provincia settentrionale di Semnan. “Questa operazione ha dimostrato l’autorità del sistema della Repubblica Islamica e la potenza delle nostre forze armate”, ha detto il presidente iraniano tornando a parlare della ritorsione di Teheran contro Tel Aviv per il raid di Damasco.

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Kiev esulta, ‘abbattuto bombardiere russo’. Mosca nega

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Per la prima volta dall’inizio dell’invasione, le forze ucraine hanno annunciato di aver colpito e abbattuto un bombardiere russo. Lo stesso che poco prima aveva lanciato un raid sulla regione di Dnipro, con un nuovo bilancio di morte in un’altra notte di guerra in Europa: almeno nove persone uccise fra cui tre minori, di 14, 8 e 6 anni. I feriti sono 24. A Dnipro è stato preso di mira anche un edificio residenziale, distruggendolo in gran parte, e la linea ferroviaria, secondo quanto ha denunciato subito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha fatto visita ai soldati nel Donetsk, dove l’esercito russo sta aumentando la pressione.

Lo stillicidio di morti nel cuore dell’Europa viaggia però di pari passo alla guerra di parole, con Mosca che ha negato a strettissimo giro di aver perso un suo bombardiere sotto il fuoco ucraino: il ministero della Difesa russo ha affermato che il Tupolev Tu-22M3 è sì precipitato nella regione russa di Stavropol, ma a causa di un guasto tecnico, aggiungendo che nell’incidente ha perso la vita uno dei quattro membri dell’equipaggio. “Le informazioni preliminari disponibili indicano che l’incidente è stato causato da un malfunzionamento tecnico”, si legge in un comunicato del ministero. A bordo dell’aereo “non c’erano munizioni” e il velivolo “si è schiantato in una zona disabitata”, prosegue la nota, secondo cui il Tu-22M3 è precipitato mentre rientrava alla base dopo aver completato una missione di combattimento.

Il resoconto dell’Aeronautica di Kiev racconta un’altra storia: nella notte le forze ucraine hanno abbattuto 30 obiettivi aerei russi su 36, incluso il bombardiere strategico a lungo raggio Tu-22M3, hanno specificato sul loro canale Telegram i militari. Quindi i dettagli. L’esercito russo ha lanciato due missili da crociera X-101/X-555, 14 droni kamikaze Shahed-131/136, 12 missili guidati X-59/X-69, due missili da crociera Iskander-K e sei missili da crociera X-22, ha affermato Kiev, aggiungendo: oltre al bombardiere Tu-22M3, sono stati distrutti i due missili da crociera X-101/X-555, i 14 droni Shahed, 11 missili guidati X-59/X-69 e i due missili X-22. L’artiglieria russa ha bombardato anche la comunità di Kutsurbskaya, nell’area di Mykolaiv, provocando la morte di una donna e il ferimento del marito e di un ragazzo, stando al governatore della regione, Vitaly Kim, citato dalla stampa ucraina. Intanto nella città di New York, vicino al fronte nel Donetsk, una persona è rimasta uccisa e un’altra è rimasta ferita in un bombardamento, ha annunciato il governatore locale.

Mentre continuano gli aggiornamenti sull’attacco nella regione di Dnipro, da dove l’operatore ferroviario Ukrzaliznytsia ha fatto sapere che una donna che era in servizio in quel momento è stata uccisa e altri sette ferrovieri sono rimasti feriti, e i servizi di soccorso continuano a scavare fra le macerie consapevoli che il numero delle vittime potrebbe aumentare ancora. Le capacità di terra dell’esercito ucraino, privo di munizioni e uomini, sono “limitate” e rimarranno tali finché la Russia manterrà il vantaggio nei cieli, ha lamentato Zelensky intervenendo al Consiglio Nato-Ucraina ribadendo l’appello a rafforzare e soprattutto concretizzare il loro sostegno all’Ucraina: “Abbiamo bisogno di almeno altri sette Patriot o sistemi di difesa aerea simili – ed è un numero minimo”, ha detto. La Nato deve decidere “se siamo alleati davvero”, ha insistito il leader ucraino: “Il nostro cielo deve diventare di nuovo sicuro. E dipende interamente dalla vostra scelta. Scegliere se la vita ha davvero lo stesso valore ovunque. Scegliere se avete un atteggiamento uguale verso tutti i partner. Scegliere se siamo davvero alleati”.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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