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“Pareggite”, la Juve rimonta e inchioda il Parma sul 2-2

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La Juve comincia a soffrire di “pareggite” acuta: con il Parma finisce 2-2, i bianconeri rimontano due volte ma non trovano la vittoria. E’ il sesto “X” in dieci giornate, il quarto in sei gare interne, e così Thiago vede scappare il Napoli a +7 e l’Inter a +3, oltre al sorpasso dell’Atalanta. Il tecnico rinuncia ancora a Yildiz e conferma Vlahovic, in difesa lancia la coppia Gatti-Danilo e a centrocampo schiera Locatelli e Thuram, con la batteria di trequartisti formata da Conceicao, McKennie e Weah. In panchina si rivede Koopmeiners, assente dallo scorso 6 ottobre per la frattura a una costola, e il classe 2006 Gil Puche vive la prima chiamata tra i grandi. Pecchia lascia fuori Cancellieri e Almqvist, ma si schiera con un coraggioso 4-2-3-1 che in fase difensiva si trasforma in 4-5-1. Il riferimento offensivo è Bonny, accostato anche alla Juve: “E’ un ottimo calciatore” ammette il dt bianconero Giuntoli.

Ed è proprio il francese ad accendere la sfida, impegnando Di Gregorio dopo appena due minuti. Dal calcio d’angolo seguente, nasce il vantaggio dei ducali: Balogh salta più in alto di Weah e fa la sponda per il compagno di reparto, Delprato, che a sua volta anticipa Gatti e fa esultare i mille emiliani. La Juve è intontita e sbaglia tanto tecnicamente, con Vlahovic che fallisce da pochi passi dopo una respinta di Suzuki. Conceicao si accende alla mezz’ora e conquista un corner, un altro tiro dalla bandierina è ancora decisivo: la Juve batte corto, Weah va al cross e McKennie sfila alla marcatura di Balogh, trovando l’1-1. Il Parma non si scompone e, anzi, trova pure le forze per colpire in contropiede, con Man che è lucido nell’attendere l’inserimento di Sohm e premiarlo. Lo svizzero porta ancora avanti gli ospiti, i bianconeri vanno negli spogliatoi sotto nel punteggio e accompagnati dai fischi degli oltre 40mila dello Stadium.

Thiago non fa cambi ma manda subito a scaldare Koopmeiners e Yildiz, Pecchia invece comincia la ripresa con Hernani al posto di Keita. Alla prima discesa bianconera arriva il secondo pareggio: Thuram strappa e serve Conceicao, il quale trova Weah che con il piattone sinistro supera Suzuki. Il portoghese si conferma ispirato e pennella per Vlahovic che gira alto, poi Thiago sceglie di cambiare con Yildiz e Savona per Weah e Cabal. Il turco impegna il portiere gialloblù con un cross che si trasforma in una traiettoria velenosa, Pecchia capisce che la Juve sta crescendo ma non fa mosse difensive, anzi modifica il tridente con Almqvist e Charpentier per Mihaila e Bonny.

Tra i bianconeri entra anche Koopmeiners, il muro del Parma comunque riesce a tenere senza particolari affanni. E, anzi, all’82’ è Charpentier ad avere un’occasione enorme solo davanti a Di Gregorio, ma sbatte addosso al portiere. Delprato si immola su Yildiz, Almqvist è chiuso in corner da Gatti, Locatelli è murato da Hainaut: sono le ultime emozioni di Juve-Parma, con Suzuki che proprio all’ultimo esce male ma i compagni chiudono sul tentativo di Yildiz. E’ un altro pari per la Juve, che rallenta la corsa e si ritrova quarta. Per il Parma, invece, è un punto d’oro, oltre a una prestazione di coraggio e personalità.

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Fattore Olimpico, la Roma vince ancora con tris al Genoa

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La legge dell’Olimpico resta in vigore e la Roma, tra le mura amiche con Ranieri in panchina, non sembra conoscere sconfitta battendo anche il Genoa. L’unico ko resta quello con l’Atalanta, poi solo successi, compreso quello contro il Grifone, arrivato per 3-1 grazie alle reti di Dovbyk, El Shaarawy (alla sua 300° presenza in giallorosso) e all’autogol di Leali. Ma il primo tempo scivola via su ritmi bassi, vivendo di fiammate, poche, che regalano alle due squadre un gol per parte.

Apre la Roma con Dovbyk, nel posto giusto e al momento giusto dopo la respinta di Leali sul tiro ravvicinato di Pellegrini. Per l’ucraino, dopo il rigore di Bologna, si tratta del secondo gol consecutivo nel 2025, il settimo in questo campionato e l’undicesimo in totale se si contano anche Coppa Italia ed Europa League. Eppure il vantaggio, come sette giorni fa al Dall’Ara, dura pochissimo, perché poco dopo arriva la dormita giallorossa sul calcio d’angolo battuto da Miretti per il tiro al volo di Masini che segna l’1-1 alla sua prima gara da titolare in Serie A, grazie anche a una marcatura blanda di Pellegrini.

All’intervallo il parziale è di pareggio e con pochi altri sussulti se non la traversa di Dybala su punizione, per un urlo che resta solo strozzato. Nella ripresa, intanto, non si vede più Pellegrini, inizialmente preferito a Pisilli per confermare lo stresso undici delle sfide con Lazio e Bologna. Per il capitano giallorosso entra El Shaarawy, mentre Vieira già alla mezz’ora aveva sfruttato il primo slot per via dell’infortunio di Bani, inserendo al suo posto Sabelli.

E proprio il difensore rossoblu si rende protagonista di un tocco con il braccio non sanzionato da Zufferli, la Roma protesta, ma il Var non richiama l’arbitro e sull’azione che prosegue arriva il 2-1 giallorosso grazie al gol di El Shaarawy su appoggio di Dybala che trova comunque di festeggiare le cento presenze in maglia giallorossa. Il colpo del ko, poi, arriva con l’autorete di Leali dopo un’azione in solitaria di Koné, capace di spaccare in due la difesa rossoblù.

Così al triplice fischio esulta ancora l’Olimpico per una corsa all’Europa che riparte dal giardino di casa in attesa ora di curare il mal di trasferta nei prossimi due incontri contro l’AZ Alkmaar e Udinese. Titoli di coda, invece, sul futuro allenatore, perché se Ranieri dice chiaramente che a fine stagione smetterà di allenare (“è il momento di dire basta”), dall’altra rinnova l’impegno del club nel “cercare un profilo che riporti la Roma nell’elite del calcio nazionale e internazionale”.

Non si sbottona il diesse Ghisolfi che, scherzando, candida ancora Ranieri, per evitare di entrare pubblicamente nel merito della questione. “Non voglio parlare di nomi – dice il manager francese -. Parlo solo di Ranieri e magari riusciamo a convincerlo (ride, ndr)”. Una semplice battuta che nasconde i veri obiettivi giallorossi.

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Il Psg annuncia l’acquisto di Kvaratskhelia, il gerogiano con la nuova maglia: è un sogno essere qui

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Khvicha Kvaratskhelia è un nuovo giocatore del Psg: il club francese lo ha annunciato nella tarda serata di venerdì 17 gennaio. “Per me è un sogno essere qui”, le prime parole del georgiano. Per l’ex Napoli contratto fino al 2029 e maglia numero 7. Costo dell’operazione 70 milioni di euro.

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Max Allegri e la tentazione araba: possibile futuro all’Al-Ahli

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Massimiliano Allegri potrebbe presto abbracciare una nuova sfida professionale in Arabia Saudita. L’ex allenatore di Juventus, Milan e Cagliari sarebbe fortemente tentato dall’offerta dell’Al-Ahli, uno dei club più ambiziosi della Saudi Pro League. Una prospettiva che segna una potenziale svolta per un tecnico che, fino ad oggi, ha sempre privilegiato l’Italia e la Serie A.

Un contratto allettante e nuovi stimoli

Il fascino dell’Al-Ahli non risiede solo nella ricchezza economica del contratto che potrebbe eguagliare, se non superare, quello di Stefano Pioli all’Al-Nassr, dove percepisce circa 20 milioni di euro netti all’anno. Allegri, che in bianconero ha guadagnato quasi 10 milioni netti a stagione, ha recentemente risolto anticipatamente il suo contratto con la Juventus, incassando una buonuscita. La possibilità di allenare campioni del calibro di Firmino, Mahrez, Mendy e Kessié rappresenta un ulteriore motivo di attrazione per il tecnico livornese.

La sfida di una rosa stellare

All’Al-Ahli, Allegri ritroverebbe anche vecchie conoscenze della Serie A come Demiral e Ibanez, oltre a Gabri Veiga, giovane talento spagnolo che due anni fa rifiutò il Napoli per trasferirsi in Arabia. La squadra, nonostante investimenti significativi, non è andata oltre il quinto posto in campionato, una posizione che ha messo in discussione la guida tecnica di Matthias Jaissle, in panchina dal 2023. Allegri potrebbe insediarsi a partire da giugno, con un possibile interregno affidato all’italiano Gabriele Cioffi per i prossimi mesi.

Le alternative e il richiamo arabo

Il fascino dell’Al-Ahli sembra superare altre proposte recenti ricevute da Allegri, come quella della Federazione belga per la guida della Nazionale o l’offerta dell’Al-Shabab, altro club saudita che ha poi scelto Fatih Terim. Non trovano conferma, invece, le voci che lo vorrebbero vicino alla panchina della Roma.

Un nuovo capitolo per Allegri

L’eventuale approdo all’Al-Ahli rappresenterebbe una sfida completamente nuova per Allegri, che finora ha costruito la sua carriera all’interno di contesti europei. La Saudi Pro League, grazie ai suoi investimenti e ai campioni di fama mondiale, offre un palcoscenico inedito per un allenatore abituato a gestire grandi giocatori, da Cristiano Ronaldo ai numerosi talenti che potrebbe trovare nella rosa dell’Al-Ahli.

Se la tentazione araba dovesse trasformarsi in realtà, il calcio internazionale si preparerebbe ad accogliere un nuovo protagonista in uno dei tornei emergenti più discussi degli ultimi anni.

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