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Cronache

Papa Francesco vede Macron mentre è bufera nella Chiesa di Francia

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Un nuovo scandalo si abbatte sulla Chiesa francese: l’arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit, ha offerto le sue dimissioni a Papa Francesco, in seguito alle rivelazioni di un settimanale su una sua presunta relazione con una donna nel 2012. La diocesi di Parigi riconosce che l’alto prelato ebbe all’epoca un “comportamento ambiguo” con una donna. Ora sara’ il Papa a decidere sulla questione. Una nuova tegola, dunque, dopo il rapporto indipendente sulla pedofilia del clero francese: oltre 200mila vittime, a partire dagli anni Cinquanta fino ad oggi, con tremila tra preti, religiosi e laici interni alla Chiesa coinvolti. “E’ il momento della vergogna”, aveva commentato il Pontefice. La stampa francese parla anche di uno scandalo immobiliare facente capo sempre alla diocesi di Parigi: un patrimonio di 700 milioni di euro che sarebbe stato tenuto ‘nascosto’ dai bilanci ufficiali. Oggi Papa Francesco ha ricevuto il presidente francese Emmanuel Macron in Vaticano mentre la Chiesa del Paese e’ dunque attraversata da una bufera senza precedenti. E se le note ufficiali – sia della Santa Sede che dell’Eliseo – parlano di un confronto su questioni globali, dalla pandemia al clima dopo la Cop26, dalle tensioni in Medio Oriente ai migranti, dallo sviluppo dell’Africa alla situazione in America Latina, anche in vista della presidenza francese del Consiglio Ue a partire da gennaio 2022, a fare da sfondo c’era comunque il difficile momento che sta attraversando la Chiesa francese. Anche se fonti dell’Eliseo, interpellate dai giornalisti, rispondono che questi temi, dalla pedofilia alle dimissioni di Aupetit, non sono stati toccati. Il clima dell’incontro tra Papa Francesco e Macron, che e’ durato un’ora rispetto alla mezz’ora inizialmente prevista, era molto cordiale e tra italiano e francese i due comunque si sono rivolti l’un l’altro usando confidenzialmente il ‘tu’. “Come stai? Ti vedo stanco”: cosi’ il presidente si e’ rivolto al Papa. “Come sta tua moglie?”, ha chiesto il Papa, e donandogli i documenti del Pontificato ha aggiunto: “Spero di non annoiarti”. D’altronde il rapporto tra i due e’ molto stretto e si scambiano spesso anche telefonate. Per Macron, a cinque mesi dalle presidenziali, questo stretto rapporto con il Vaticano vuole essere un messaggio anche per l’elettorato cattolico. Come lo e’ stato la ‘storica’ visita a Lourdes lo scorso luglio. Nonostante qualche contestazione il Presidente ha portato la sua solidarieta’ al santuario e alla cittadina in crisi per l’assenza di pellegrini, a causa del Covid. Una mossa forse anche per non lasciare l’elettorato cattolico, in Francia molto conservatore, tutto in mano all’estrema destra.

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Per i Ponti 16 milioni di partenze e 5,5 miliardi di spesa

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Quasi 16 milioni di partenze e una complessivamente circa 5,5 miliardi di euro: è il bilancio sui ponti di primavera fatto dall’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg. Un 1 milione di turisti faranno un viaggio di 6 pernottamenti o più a destinazione, unendo quindi le due festività. Se poi il meteo si stabilizzasse, in particolare per quel 30% circa che punta alle località balneari, questi valori potrebbero crescere ulteriormente, sfiorando i 20 milioni di partenze per circa 6 miliardi in termini di spesa.

Resta assolutamente maggioritaria, nel panorama complessivo dei due ponti, la scelta di strutture turistico ricettive per i pernottamenti a destinazione: tra il 55% e il 60% a seconda del periodo preso in considerazione, anche se, per quello del 1 maggio, raddoppia la percentuale di coloro che optano per affitti brevi (dal 6% al 12%).

La Festa della liberazione – che cade di giovedì e quindi configura un ponte particolarmente allettante – vedrà oltre 9 milioni di italiani in viaggio, circa un milione in più dello scorso anno, confermando quindi la buona performance della domanda interna di turismo che, da febbraio, sembra avere superato la fase di “stanca” che l’aveva contraddistinta per buona parte del secondo semestre dello scorso anno. Abbastanza concentrata la scelta delle destinazioni, con il 31% che opta per località della costa e un ulteriore 31% che punta invece a borghi, città e città d’arte, mentre 1 italiano su 10 preferisce la montagna.

Ma soprattutto, nel confronto con lo stesso periodo del 2023, aumenta di ben 6 punti percentuali la schiera di coloro che si spingono al di fuori della propria regione, restando comunque in Italia (il 47%) o andando all’estero (17%). Positive anche le previsioni per il ponte del primo maggio con quasi 7,5 milioni di italiani in viaggio, un milione dei quali però, come detto, in vacanza già dal 25 aprile.

Qui pesa di più, almeno per il momento, la variabile delle condizioni metereologiche: un’incertezza che si riversa sulla scelta delle destinazioni, con quelle balneari che scendono lievemente, passando al 26%, mentre borghi, città e città d’arte totalizzano complessivamente un 22%, 9 punti in meno del ponte della liberazione; terza tipologia di destinazione, le località di campagna, con una componente rilevante di seconde case, che realizza il 14% delle preferenze.

Stabile la montagna. Anche in questo caso aumenta, rispetto all’anno scorso, il raggio di spostamento degli italiani in viaggio: si riduce infatti di 12 punti percentuali (dal 51% al 39%) la quota di chi resterà vicino a casa o, comunque, nella propria regione, e aumenta di 14% quella di chi si recherà all’estero.

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Cronache

Campi Flegrei, la terra trema ancora, epicentro a Bacoli

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Continuo a tremare la terra nei campi Flegrei: magnitudo 2.1, epicentro a Bacoli alla profondità di poco più di 2 km. Anche ieri erano state registrate delle scosse a Pozzuoli, poco più che strumentali ma pure avvertite dalla popolazione. Paura ma nessun danno. Pochi hanno deciso di scendere in strada anche a causa del maltempo che ha imperversato per tutta la notte con piogge forti e temporali.

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L’eredità di Totò diventa un brand: gli eredi regolamentano l’uso dell’immagine dell’artista

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Il celebre attore e poeta napoletano Totò, noto per la sua poesia “A Livella”, è diventato un’icona talmente amata da essere frequentemente rappresentata in ristoranti, pizzerie e su prodotti come le etichette di vino. Questo uso diffuso ha portato gli eredi dell’artista a decidere di intervenire per regolamentare e proteggere l’immagine del “principe della risata”.

Elena De Curtis, nipote di Totò, ha espresso preoccupazione per il modo in cui il nome e l’immagine del nonno vengono utilizzati: «Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine». Di fronte a questa situazione, gli avvocati degli eredi hanno iniziato a inviare comunicazioni legali a numerose attività commerciali in Italia, specialmente pizzerie che utilizzano il nome o l’immagine dell’artista.

Questo fenomeno non è limitato a un’area specifica ma si estende in varie città italiane, da Torino a Latina a Porto Ascoli. Tra i nomi di locali coinvolti figurano “Casa Totò”, “Totò e Peppino” e “A Livella”. Anche decorazioni come quadri e poesie che adornano le pareti di questi locali sono diventati oggetto di contenzioso.

L’intervento legale non si ferma solo a una questione di immagine, ma coinvolge anche il rispetto delle nuove normative. A seguito di un’ordinanza cautelare emessa a giugno 2023 dal Tribunale di Torino, è stato chiarito che l’utilizzo del nome e dell’immagine di Totò senza consenso costituisce un sfruttamento illegittimo. Gli eredi ora richiedono che non si usino più il nome e l’immagine dell’artista per fini commerciali e pubblicitari, eliminando ogni riferimento nei segni distintivi dei locali, dai siti web ai materiali di marketing.

In caso di inosservanza, il Tribunale di Torino ha stabilito il pagamento di una penale di 200 euro per ogni violazione constatata. Alcuni locali hanno già iniziato a cambiare insegna e nome per conformarsi a queste richieste, spesso sotto la guida di processi di mediazione legale.

La famiglia De Curtis, venuta a conoscenza dell’utilizzo non autorizzato del nome da parte della pizzeria “Alla casa di Totò” a Torino, ha sospeso tutte le attività che miravano alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie ispirati a Totò. Questo ha portato a una ricerca su scala nazionale per prevenire ulteriori usi non autorizzati del nome d’arte.

Il processo di regolamentazione, secondo gli eredi, è diventato essenziale. “Una regolamentazione a questo punto è assolutamente necessaria”, sottolinea la famiglia, non solo per proteggere l’eredità di Totò, ma anche per garantire che il suo nome e la sua immagine siano usati in modo rispettoso e appropriato.

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